17/1/2022
Cosa sono i coronavirus e cos'è il SARS-CoV-2I
coronavirus (CoV) sono un’
ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave). Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico (da qui il loro nome).
I coronavirus sono stati identificati a metà degli anni '60 e sono noti per infettare l'uomo e alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le
cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del
tratto respiratorio e
gastrointestinale.
Ad oggi,
sette coronavirus hanno dimostrato di essere
in grado di infettare l'uomo: comuni in tutto il mondo, alcuni sono stati identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni nel nuovo millennio.
Coronavirus umani comuni:- HCoV-229E (
Alphacoronavirus)- HCoV-NL63 (
Alphacoronavirus)
- HCoV-OC43 (
Betacoronavirus)
- HCoV-HKU1 (
Betacoronavirus)
Essi possono causare raffreddori comuni, ma anche gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore.
Altri coronavirus umani (Betacoronavirus):- MERS-CoV (
Betacoronavirus che causa la Middle East respiratory syndrome)
- SARS-CoV (
Betacoronavirus che causa la Severe acute respiratory syndrome)
- SARS-CoV-2 (il Betacoronavirus che che causa la COVID-19)Il
virus responsabile dell’epidemia attuale è un
nuovo ceppo di coronavirus mai identificato in precedenza nell’uomo. La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto (chiamato
spill over o salto di specie) e si pensa che possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus. Al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la fonte dell’infezione. Le evidenze attualmente disponibili suggeriscono che
SARS-CoV-2 abbia un’origine animale e che
non sia un virus costruito. Molto probabilmente il
reservoir ecologico di SARS-CoV-2 risiede nei pipistrelli (fonte: OMS).
Il 12 febbraio 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha identificato il
nome definitivo della malattia in
COVID-19, abbreviazione per
coronavirus disease 2019. Nello stesso giorno la
Commissione internazionale per la tassonomia dei virus (International Committee on Taxonomy of Viruses - ICTV) ha assegnato il
nome definitivo al virusche causa la malattia:
SARS-CoV2, sottolineando che si tratta di un virus simile a quello della SARS (si classifica geneticamente all'interno del sottogenere Betacoronavirus Sarbecovirus).
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Varianti del virus SARS-CoV-2
I virus, in particolare quelli a Rna come i coronavirus, evolvono costantemente attraverso mutazioni del loro genoma. Mutazioni del virus Sars-CoV-2 sono state osservate in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia. Mentre la maggior parte delle mutazioni non ha un impatto significativo qualcuna può dare al virus alcune caratteristiche come ad esempio un vantaggio selettivo rispetto alle altre attraverso una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione. In questi casi diventano motivo di preoccupazione, e devono essere monitorate con attenzione.
Per maggiori info consulta la sezione sul sito del ministero della Salute:
- Che cosa sappiamo sulle varianti del SARS-CoV-2
Per altre info consulta anche:
- dashboard varianti SARS-CoV2 rilasciata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) per fornire una panoramica della percentuale di VOC (Variants of Concern - varianti che destano maggiore preoccupazione) e VOI (Variants of Interest - varianti di interesse) tra i campioni sequenziati nei paesi dell'Unione europea (UE) e dello Spazio economico europeo (SEE), nonché i volumi di sequenziamento
Consulta anche le sezioni e i materiali messi a punto dall'ISS:
- FAQ varianti del virus
- Varianti: cosa fa l'ISS
- Fake news varianti
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SintomiI
sintomi più comuni di COVID-19 sono:
I sintomi di COVID-19 variano sulla base della gravità della malattia: si va dall'assenza di sintomi (essere asintomatici) a presentare febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare. I casi più gravi possono presentare polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto e altre complicazioni, tutte potenzialmente mortali.
Perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell'olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia) sono stati riconosciuti come sintomi di COVID-19.
Altri sintomi meno specifici possono includere cefalea, brividi, mialgia, astenia, vomito e/o diarrea.
Consulta anche la sezione Sintomi nelle FAQ realizzate dal Ministero della Salute.
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Persone più a rischio di sviluppare forme gravi di malattia
Le persone anziane (con più di 60 anni) e quelle con altre patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) hanno più probabilità di sviluppare forme gravi di malattia. Anche gli uomini di questi gruppi sembrano essere a un rischio leggermente maggiore rispetto alle donne. Consulta anche la sezione Covid-19 - Anziani e persone fragili sul sito del Ministero della Salute.
Per una risposta alle domande più frequenti, nelle FAQ realizzate dal Ministero della Salute consulta le sezioni:
- Anziani
- Persone con tumori e malattie croniche
- HIV
- Malattie rare
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Persone più a rischio di contrarre l'infezione
Le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus, oppure le persone che rispondono ai criteri di contatto stretto con un caso confermato o probabile di COVID-19.
Le aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus sono quelle in cui è presente la trasmissione locale di SARS-CoV-2, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Queste vanno differenziate dalle aree nelle quali sono presenti solo casi importati.
Anche gli operatori sanitari possono essere a maggior rischio di contrarre la malattia perché entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda che gli operatori sanitari applichino adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie, in particolare. Per maggiori info, consulta la sezione Operatori sanitari realizzata dal Minitero della Salute.
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I bambini sembrano avere la stessa probabilità degli adulti di essere infettati, ma presentano un rischio molto inferiore rispetto agli adulti di sviluppare sintomi o forme gravi di malattia. Per saperne di più, consulta la sezione Bambini realizzata dal Ministero della Salute.
Covid-19 e differenze di genere. La comunità scientifica sulla base dei dati epidemiologici disponibili ha evidenziato differenze tra uomini e donne nel contrarre l’infezione da Sars-CoV-2 e nello sviluppare la malattia definita Covid-19. I dati finora riportati mostrano che le donne tendono ad ammalarsi meno rispetto agli uomini, in quanto sviluppano una migliore risposta immunitaria, sono più attente all’igiene personale e meno inclini al tabagismo. Consulta la sezione Covid-19 - Donne sul sito del Ministero della Salute.
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Incubazione
E' il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Recenti evidenze fornite dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sul periodo di incubazione del virus delimitano il periodo tra 2 e 12 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.
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Contagiosità
Quando una persona è contagiosa? Il periodo infettivo può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici.
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Come si trasmette la malattiaMolti coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario. Anche il nuovo coronavirus responsabile della malattia respiratoria COVID-19 può essere trasmesso da persona a persona tramite un contatto stretto con un caso probabile o confermato.
Contatto stretto. Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta. La via primaria di trasmissione sono le goccioline del respiro (droplets) delle persone infette ad esempio tramite:
- saliva, tossendo e starnutendo
- contatti diretti personali, quando parla o respira in prossimità di altre persone
- mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi
Per evitare il contatto con queste goccioline, è importante stare ad almeno 1 metro di distanza dagli altri, lavare frequentemente le mani e coprire la bocca e naso con un fazzoletto o con un gomito piegato, quando si starnutisce o si tossisce. Quando il distanziamento fisico (in piedi ad un metro o più di distanza) non è possibile, una misura importante per proteggere gli altri è quella di indossare una mascherina ed è fondamentale lavarsi frequentemente le mani.
In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.
Secondo i dati attualmente disponibili, le persone sintomatiche sono la causa più frequente di diffusione del virus. Tuttavia, le evidenze attuali suggeriscono che la trasmissione possa avvenire anche da una persona infetta con solo sintomi lievi. Alcuni rapporti indicano, inoltre, che anche le persone senza sintomi possono trasmettere il virus. Questo è particolarmente vero nelle prime fasi della malattia, in particolare poco prima di sviluppare sintomi, quando sono in prossimità di altre persone per periodi di tempo prolungati. Sono in corso studi per capire con quale frequenza ciò avvenga.
Polveri sottili, aerosol. Attualmente sono in corso studi sulla capacità dei virus di attaccarsi alle polveri sottili presenti nell’aria e di essere così trasportati dal vento per ampie distanze o restare in sospensione nell’aria ma ad oggi non ci sono evidenze scientifiche della permanenza del nuovo coronavirus nell’aria al di là delle distanze di sicurezza menzionate sopra in condizioni normali.
Sono in corso studi anche per verificare la trasmissione del virus per aerosol: alcune procedure mediche, come quelle effettuate in ambiente ospedaliero nell'assistenza a pazienti COVID-19, possono produrre goccioline droplet molto piccole (chiamate nuclei di goccioline aerosolizzate o aerosol) che sono in grado di rimanere a lungo sospese nell'aria e possono potenzialmente essere inalate da altre persone se non indossano adeguati dispositivi di protezione individuale. Nelle aree in cui tali procedure mediche vengono eseguite non dovrebbero dunque essere autorizzati visitatori. Per approfondimenti consulta: - la nota ISS
Sono stati segnalati focolai COVID-19 in alcuni ambienti chiusi, quali ristoranti, locali notturni, luoghi di culto e di lavoro in cui le persone possono urlare, parlare o cantare. In questi focolai, non è possibile escludere la trasmissione per aerosol, in particolare in luoghi chiusi, affollati e poco ventilati in cui le persone infette trascorrono lunghi periodi di tempo con gli altri. Sono necessari ulteriori studi per indagare su tali episodi e valutarne l'importanza per la trasmissione del virus.
Oggetti e superfici contaminati. La
trasmissione indiretta può avvenire attraverso
oggetti o superfici contaminati. In base a informazioni preliminari il
virus può sopravvivere alcune ore sulle superfici ma gli studi sono ancora in corso.
Per approfondimenti leggi l'articolo sul nostro portale Infezioni Obiettivo Zero:
Persistenza del Coronavirus SARS-CoV-2 sulle superfici: un aggiornamento.
Normalmente le
malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti. Sono in corso studi per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.
Zecche e zanzare. Ad oggi non c'è
alcuna evidenza scientifica di una trasmissione del virus Sars-Cov-2 attraverso insetti che succhiano il sangue, come zecche o zanzare, che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie come la dengue e la febbre gialla.
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Chi è un contatto stretto.
Il contatto stretto (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:
- una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
- una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
- un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
- una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un'esposizione ad alto rischio.
Come gestire un contatto stretto. Sulla base delle ordinanze ministeriali, le autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare ai contatti stretti di un caso probabile o confermato la misura della quarantena con sorveglianza attiva.
Per altre info e materiali informativi, anche in formato grafico, consulta la sezione In casa: isolamento, quarantena e contatti stretti sul sito dell'Istituto superiore di sanità.
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Quarantena, sorveglianza attiva e isolamento
La quarantena è un periodo di isolamento e di osservazione che si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.
Nuove norme sulla quarantena
Si applicano a partire dal 31 dicembre 2021, data di entrata in vigore del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 229. Per altri dettagli consulta anche:
› circolare 30 dicembre 2021, Ministero della Salute
› Cosa sapere su quarantena, isolamento, tracciamento - FAQ Ministero della Salute
› Quarantena e fine isolamento - FAQ Regione Toscana
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L’isolamento viene utilizzato per separare le persone affette da Covid-19 da quelle sane, per prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.
Le persone in isolamento devono:
- rimanere a casa
- separarsi dagli altri conviventi (rimanendo chiusi in una stanza ed utilizzando, se disponibile, un bagno separato)
- monitorare il loro stato di salute con il supporto degli operatori sanitari della ASL competente
- seguire tutte le indicazioni igienico-sanitarie fornite dagli operatori sanitari e previste dalla normativa vigente
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La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l'operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.
Per altre info e materiali informativi, consulta:
- le FAQ Quarantena e isolamento sul sito del Ministero della Salute
- la sezione In casa: isolamento, quarantena e contatti stretti sul sito dell'Istituto superiore di sanità
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Prevenzione e terapie
Farmaci
‹ Aifa: schede informative su farmaci utilizzati per emergenza COVID-19 e relative modalità di prescrizione
La Commissione tecnico-scientifica dell'AIFA ha predisposto delle schede che rendono espliciti gli indirizzi terapeutici entro cui è possibile prevedere un uso controllato e sicuro dei farmaci utilizzati nell'ambito di questa emergenza. Le schede riportano in modo chiaro le prove di efficacia e sicurezza oggi diponibili, le interazioni e le modalità d'uso raccomandabili nei pazienti Covid-19. Per maggiori info, consulta le sezioni Farmaci utilizzabili per il trattamento della malattia COVID-19 e Raccomandazioni sull’uso dei farmaci nella popolazione esposta al virus sul sito dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).
› Aifa: sperimentazioni cliniche su farmaci per il trattamento di COVID-19
Attualmente l’AIFA sta semplificando ed accelerando le procedure di sperimentazione clinica su farmaci per il trattamento di COVID-19, e ad oggi sono stati autorizzati già diversi studi che hanno l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza di diverse molecole. Tutti gli aggiornamenti sugli studi e le sperimentazioni cliniche autorizzate possono essere consultati nella sezione Sperimentazioni cliniche - COVID-19 sul sito dell'AIFA.
‹ Aifa: ultimi aggiornamenti delle indicazioni sui trattamenti da utilizzare a casa e in ospedale
In data 9 dicembre 2020 l'AIFA ha aggiornato le indicazioni in merito ai trattamenti utilizzabili nei pazienti COVID-19 nel setting ospedaliero e in quello domiciliare, definendo lo standard di cura alla luce delle attuali evidenze di letteratura. Le raccomandazioni tengono conto dell'evoluzione delle conoscenze acquisite e riflettono le indicazioni contenute in dettaglio nelle schede informative sui farmaci. In particolare, nel contesto ospedaliero, viene chiarito come l’attuale standard di cura sia rappresentato dall’utilizzo di corticosteroidi ed eparina. Nel contesto domiciliare le raccomandazioni individuano specifiche condizioni cliniche in cui questi farmaci possono essere utilizzati. Per dettagli, consulta i documenti:
- Principi di gestione dei casi COVID-19 nel setting domiciliare
- Trattamenti utilizzabili nei pazienti COVID-19 nel setting ospedaliero
Vaccini
Quattro vaccini, al momento, hanno ricevuto l'autorizzazione all'uso in emergenza anche in Italia:
- vaccino COMIRNATY (prodotto dall'azienda Pfizer/Biontech)
- vaccino COVID-19 VACCINE MODERNA (prodotto dall'azienda Moderna)
- vaccino VAXZEVRIA (prodotto dall'azienda AstraZeneca)
- vaccino COVID 19 VACCINE JANSSEN (prodotto dall'azienda Janssen-Cilag International NV, del gruppo Johnson & Johnson)
› Vaccinazioni anti Covid-19
Consulta la nostra news di dettaglio:
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Tamponi e test sierologici
Consulta anche la
sezione Test diagnostici nelle FAQ realizzate dal Ministero della Salute.
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Mascherine, come usarle correttamente
Consulta le nostre news di dettaglio, cliccando sui bottoni qui sotto:
Per la risposta alle domande più frequenti, consulta anche la sezione Dispositivi di protezione nelle FAQ realizzate dal Ministero della Salute.
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#numeri utili
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Certificazione verde Covid-19
La Certificazione verde COVID-19 è una certificazione in formato digitale e stampabile, emessa dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute, che contiene un QR Code per verificarne autenticità e validità. Potrà essere richiesta per partecipare a eventi pubblici, per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in "zona rossa" o "zona arancione".
Dal 1 luglio la Certificazione verde COVID-19 sarà valida come EU digital COVID certificate e renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell'Unione europea e dell’area Schengen.
La certificazione verde comprova uno dei seguenti stati:
- avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2
- guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2 (che corrisponde alla data di fine isolamento, prescritto a seguito del riscontro di un tampone positivo)
- referto di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus SARS-CoV-2 e che riporti un risultato negativo, eseguito nelle 48 ore antecedenti
Per tutti i dettagli consulta il sito dedicato
www.dgc.gov.it › Modalità di rilascio della certificazione verde digitale Covid-19. Le
modalità di rilascio sono definite dal
decreto del presidente del consiglio dei ministri 17 giugno 2021. La certificazione verde COVID-19 si potrà dunque visualizzare, scaricare e stampare su diversi canali digitali:
In caso di difficoltà o indisponibilità nell’uso di strumenti digitali, è possibile recuperare il certificato (sia in versione digitale sia cartacea) con la tessera sanitaria e con l’aiuto di un intermediario: medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, farmacista, che hanno accesso al sistema tessera sanitaria.
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Dispositivi di monitoraggio dell'epidemiaI
report settimanali monitoraggio e indicatori di rischio ISS sono raccolti nella pagina web
Covid-19 - Situazione in Italia sul sito del Ministero della Salute. Nella pagina del Ministero della Salute è riportato anche il conseguente aggiornamento settimanale della
Classificazione Regioni e Province autonome.
L’infografica web della sorveglianza integrata COVID-19 e il report esteso vengono pubblicati periodicamente su EpiCentro dall'Istituto superiore di sanità: consulta la pagina web
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Viaggi all'estero e ritorno in Italia, spostamenti in Italia
Consulta la nostra news dedicata:
#link utiliPer ulteriori dettagli consulta le pagine:
- Q & A on COVID-19 - a cura del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC)
- Q&A on coronaviruses, elenco di domande e risposte messo a punto dall'OMS per fare chiarezza e rispondere ai quesiti in arrivo da varie organizzazioni e dalla popolazione
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Per approfondire
Per le ultime news e tutti gli approfondimenti: