3/6/2020
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dedica l’annuale
World No Tobacco Day alle
fasce giovanili della popolazione. L’obiettivo principale della campagna condotta quest’anno dall’OMS mira a scardinare e smascherare le
strategie di marketing impiegate da decenni dalle industrie del tabacco per sedurre e intercettare gli adolescenti. Peraltro negli ultimi anni si sono sviluppate nuove e più insidiose strategie per avvicinare le nuove generazioni al consumo, anche grazie all’impiego della
sigaretta elettronica. Tra queste la commercializzazione di
aromi nei prodotti del tabacco e della nicotina, come la ciliegia, la gomma da masticare e lo zucchero filato. Sapori che spingono i ragazzi a sottovalutare i rischi per la salute.
Più del
90% dei fumatori abituali ha iniziato a fumare prima dei 18 anni (Tucker et al. 2003), inoltre sono proprio i bambini e gli adolescenti i soggetti maggiormente esposti al
fumo passivo. Nel 2019 il Centres for Disease Control and Prevention ha stimato che 1 adolescente su 3 negli Stati Uniti fumi un prodotto derivato da tabacco.
I più recenti dati del sistema di sorveglianza
Global Youth Tobacco Survey (GYTS) stimano nel 2018 per l’
Italia una prevalenza di adolescenti fumatori pari al 20% (il 16,2% dei ragazzi e il 23,6% delle ragazze). In
Toscana, nello stesso anno, la sorveglianza
EDIT ha stimato una quota di studenti fumatori abituali (età 14-18 anni) pari a circa 36.500 (19% del campione). Le ragazze che fumano sono di più dei ragazzi (21% vs. 17%) e in termini di esordio risultano anche più precoci (come nel resto del paese). Infatti, tra coloro che riferiscono di aver iniziato a fumare regolarmente tra i 13 e i 15 anni, si concentrano il 66,4% delle fumatrici ed il 58% dei fumatori. Tuttavia i ragazzi fumano un numero più alto di sigarette (> di 10/die: il 33% dei fumatori maschi ed il 21% delle fumatrici).
L’OMS sottolinea l’importanza di
proteggere i giovani dalla manipolazione dei produttori e prevenire l’uso di tabacco e di nicotina. A questo scopo ha promosso iniziative volte a
sfatare miti e fake news, fornendo ai giovani strumenti per comprendere le strategie da cui sono bersagliati impegnandoli anche direttamente nella lotta contro l’industria del tabacco.
…e la Covid-19?Data l’entità dell’emergenza sanitaria dovuta al virus SARS-COV-2 e delle sue implicazioni sul’apparato respiratorio, è impossibile non fare riferimento alle
correlazioni tra consumo di tabacco e Covid-19. Sono sempre più numerosi i contributi scientifici che studiano e analizzano le
implicazioni sanitarie del tabagismo connesse con la pandemia provocata da SARS-COV-2, come la
maggior vulnerabilità dell’organismo ai virus in generale e alla replicazione di questo specifico Coronavirus, il danno e l’
indebolimento della mucosa orofaringea, nonché la
compromissione della funzionalità polmonare dei fumatori ecc. A questo proposito in occasione della Giornata mondiale senza tabacco l’Istituto superiore di sanità ha presentato (Agenzia Nova) i risultati emersi da un’indagine (on-line) svolta nel mese di aprile (2020) in collaborazione con l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO) e la Doxa con lo scopo di individuare gli
effetti del lockdown sulle abitudini al fumo degli italiani.
I principali aspetti evidenziatiA fronte di una lieve diminuzione dei fumatori di sigarette tradizionali (dal 23,3% al 21,9%)
durante il periodo del lockdown, è stato osservato un aumento dei consumatori di sigaretta elettronica, di tabacco riscaldato e di coloro che li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo. Nello specifico gli utilizzatori (occasionali + abituali) di
sigaretta elettronica prima del
lockdown erano l’8,1% della popolazione italiana (18-74 anni). Durante il
lockdown tale percentuale è salita al 9,1% con un incremento stimato pari a circa 436.000 persone. L’uso dei
prodotti a tabacco riscaldato, durante il
lockdown, è passato dal 4% al 4,4%. Tra coloro che hanno scelto questa modalità, durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, il 45% sono nuovi utilizzatori, il 13,4% ha ricominciato ad utilizzarli e quasi il 42% il 23,1% da consumatore occasionale è diventato abituale.
Infine tra i fumatori di sigarette tradizionali, in particolare tra coloro che non sono riusciti a sfruttare l’”occasione” del confinamento domestico per interrompere l’abitudine al fumo (stimati in quasi il 9% della popolazione), si registra un
aumento del numero di sigarette fumate (il consumo medio di sigarette al giorno è passato da 10,9 a 12,7 con un incremento percentuale pari a 9,1.), soprattutto tra le femmine (incremento: F +15,2% ; M +3,6%).
Guarda il
video realizzato dall’ISS sugli effetti del fumo di sigaretta sulla salute.
A cura di Alice Berti - ARS Toscana
Per approfondire
Consulta e scarica il materiale pubblicato dal Ministero della salute in occasione delle giornata mondiale::