3/9/2024
La
giornata internazionale della salute sessuale, che si celebra ogni anno il
4 settembre,
ha il fine di promuovere una maggiore consapevolezza sociale sulla salute sessuale in tutto il mondo e promuovere la più ampia informazione in materia. La giornata richiama l’attenzione sulla necessità di un’adeguata e corretta educazione alla sessualità, sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e i tumori associati, sulla tutela dei diritti legati alla sfera sessuale ed alle scelte individuali.
Indice
Premessa
Che rapporto c'è tra sessualità e salute
Educazione alla sessualità e all'affettività nelle scuole toscane
La salute sessuale degli adolescenti toscani
Conclusioni
Fonti bibliografiche
Premessa
Secondo la definizione dell’
OMS (2006) la
salute sessuale è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non è semplicemente l’assenza di malattie, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, nonché la possibilità di avere esperienze piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Affinché la salute sessuale possa essere raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e realizzati. L’OMS punta l’attenzione a concetti fondamentali quali accoglienza e inclusione delle persone con diversi orientamenti sessuali, identità di genere, caratteristiche sessuali, alle persone che vivono con l’HIV o con disabilità. Infine, trattare il tema del benessere sessuale vuol dire aumentare la consapevolezza su malattie e condizioni invisibili, come per esempio l’endometriosi.
Sempre secondo l’OMS, il
sesso non protetto è la seconda tra le cause principali di malattia e morte nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi industrializzati è al nono posto. L’Istituto superiore di sanità ha inoltre affermato che negli ultimi anni
sono aumentate le malattie sessualmente trasmesse tra i ragazzi giovani, proprio a causa delle poche informazioni in circolazione sull'argomento e alle poche iniziative in corso. In tutto il mondo sono sempre di più i bisogni e i diritti legati alla sfera sessuale che vengono negati.
Oggi l’età media del primo rapporto è sempre più vicina all’età della prima mestruazione ed è fondamentale informare gli adolescenti sulla necessità di utilizzare i
metodi di barriera per prevenire la trasmissione delle infezioni sessuali.
La promozione della salute sessuale include la realizzazione di
strategie di sensibilizzazione e la possibilità di realizzare
interventi individuali e programmi comunitari, come lo sviluppo di progetti sull’educazione all’affettività per studenti delle scuole primarie, progetti scolastici strutturati a lungo termine che prevedono educazione e promozione del benessere sessuale e laboratori sulla consapevolezza del proprio corpo.
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Che rapporto c'è tra sessualità e salute
Il diritto alla salute, come sancito nei trattati internazionali, comprende anche la
salute sessuale e riproduttiva. La salute sessuale tocca aspetti intimi, ma coinvolge anche la società e la convivenza, pertanto rientra nelle competenze dello Stato ed è integrata nelle politiche di salute pubblica. La salute sessuale è un obiettivo di salute globale fondamentale da perseguire per garantire ad ogni persona l’opportunità di avere esperienze sessuali sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. L’importanza della salute sessuale e riproduttiva è stata inserita anche negli
Obiettivi di sviluppo sostenibile, dove è stato identificato un sotto-obiettivo specifico (
3.7), che si propone di garantire, entro il 2030, l’accesso universale ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, compresi i servizi di pianificazione familiare, informazione e educazione, e l’integrazione dei servizi di salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali.
Quando si parla di salute e sessualità l’attenzione è rivolta principalmente alle
Infezioni sessualmente trasmesse (
IST) che rappresentano un problema rilevante per la salute pubblica. Negli ultimi anni è stato registrato un andamento crescente della loro diffusione, soprattutto nei giovani sotto i 25 anni. Il Sistema di Sorveglianza Sentinella delle IST ha registrato un totale di 28.496 nuovi casi in persone tra i 15-24 anni, nel periodo 1991 – 2021, pari al 18,8% di tutti i casi di IST. Preoccupa soprattutto la scarsa percezione del rischio di contrarre una IST e le difficoltà di accesso ai servizi sanitaria e un discontinuo ricorso alla contraccezione. Inoltre, sebbene ad oggi in Italia non rappresenti una problematica definibile emergenziale, rimane costante anche il numero delle gravidanze che avvengono in persone al di sotto dei 18 anni di età, con i loro possibili risvolti negativi per la salute mentale e fisica di chi le porta avanti.
Questo è solo uno degli aspetti da considerare, la gamma di problemi di salute sessuale e riproduttiva è assai vasta. Secondo l’OMS i
disturbi della sfera riproduttiva e sessuale (morbosità e mortalità materna e perinatale, cancro, infezioni a trasmissione sessuale e HIV/AIDS) rappresentano
il 20% dei disturbi di salute femminili e il 14% di quelli maschili. Tuttavia, queste statistiche sottostimano il ruolo della violenza sulla base del genere, condizioni ginecologiche diverse (disturbi mestruali severi, incontinenza urinaria e fecale da fistole ginecologiche, prolasso uterino, gravidanze interrotte) e disfunzioni sessuali.
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Educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole toscane
L’
educazione alla sessualità dovrebbe essere un approccio estensivo e inclusivo sia degli aspetti propri della sfera affettiva che di quelli relativi alla prevenzione dei comportamenti a rischio e della trasmissione delle IST, contribuendo allo sviluppo equilibrato della persona e permettendo di valorizzare e supportare le diversità. Attraverso di essa si trasmettono informazioni, adeguate all’età e alla cultura d’origine, scientificamente corrette, realistiche e non giudicanti. L’educazione sessuale offre l’opportunità di esplorare i propri valori, atteggiamenti e sviluppare le competenze decisionali necessarie per la riduzione dei rischi (UNESCO, 2009).
Nella sua guida
International technical guidance on sexuality education l’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) specifica che
non c’è un’età prestabilita per iniziare l’educazione sessuale: anche i bambini e le bambine in età prescolare possono ricevere informazioni adeguate al loro sviluppo, indirizzate anche ad insegnare a conoscere il loro corpo e a modellare il loro pensiero sull’uguaglianza di genere.
La
scuola è considerata un
contesto privilegiato dove svolgere interventi di educazione estensiva alla sessualità, poiché accoglie potenzialmente tutte le ragazze e i ragazzi presenti sul territorio e accompagna ciascuna persona lungo le diverse fasi della crescita e rappresenta un luogo di socializzazione e apprendimento di competenze in tutti gli ambiti relazionali.
L’
Italia rientra
tra i pochi Paesi europei che non hanno reso l’educazione alla sessualità obbligatoria nelle scuole ed è a discrezione dei singoli dirigenti scolastici. Spesso, la tematica è trattata da docenti di materie scientifiche o affidata a esperti esterni come psicologhe/psicologi o personale medico. Negli anni molteplici organizzazioni del terzo settore sono intervenuti nel contesto scolastico con progetti propri o integrati per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle IST. Tali interventi sono generalmente di carattere locale e mostrano un’ampia eterogeneità sul territorio nazionale. I progetti hanno come obiettivo principale quello di comunicare a ragazzi e ragazze informazioni scientificamente corrette sulle IST, utilizzando un linguaggio semplice, per facilitare l’adozione di comportamenti di prevenzione, far conoscere i servizi sociosanitari disponibili sul territorio e le modalità di accesso.
Il
Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 include, nel Macro-Obiettivo 6 (Malattie infettive prioritarie), le IST quale ambito di intervento prioritario da declinare nei Piani regionali di prevenzione nell’ambito del Programma Predefinito 1 (PP1): Scuole che Promuovono Salute.
La
Rete Scuole che Promuovono Salute Toscana fornisce risorse alle scuole della Toscana per promuovere la salute e il benessere degli studenti, costruendo una stretta alleanza tra i diversi enti che si occupano di Promozione della Salute, individuando la Scuola come ambiente fondamentale del lavoro per la salute. Uno dei temi fondamentali che viene trattato nei programmi della Rete Scuole che Promuovono Salute è l’affettività e sessualità consapevole, indispensabile per creare una cultura condivisa nella formazione delle giovani generazioni, senza cadere in stereotipi, miti, false credenze e distorsioni.
Il Programma Predefinito 1 del
Piano regionale della Prevenzione della Regione Toscana 2020-2025 prevede di
strutturare tra scuola e salute un percorso congiunto e continuativo che includa formalmente la promozione della salute e il benessere all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione con una visione integrata, continuativa e a medio/lungo termine. In tale cornice le scuole inseriscono nella loro programmazione iniziative finalizzate alla promozione della salute di tutti i soggetti, così che benessere e salute diventino reale esperienza nella vita delle comunità scolastiche e che da queste si diffondano alle altre componenti sociali.
È stato ampiamente riconosciuto che la
scuola svolge un
ruolo centrale nell’apprendimento delle capacità di protezione e promozione della salute, comprese la sessualità e la salute sessuale. Sebbene la sola educazione alla sessualità scolastica possa non essere sufficiente per garantire il rispetto dei diritti dei giovani alla salute sessuale e riproduttiva e per prevenire le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST), i programmi scolastici rappresentano un modo molto conveniente, anche in termini economici, per contribuire a questi obiettivi.
L’
educazione all’affettività e sessualità fa parte dell’educazione alla persona e, più in generale,
migliora la qualità della vita, la salute ed il benessere.
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La salute sessuale degli adolescenti toscani
L’
adolescenza è un
periodo di grandi cambiamenti e di importanti sviluppi, sia fisici che comportamentali, e spesso i ragazzi si trovano impreparati ad affrontarli. La
famiglia e la
scuola rivestono un
ruolo fondamentale nell’acquisizione di corretti comportamenti sessuali,
nello sviluppare il concetto di relazioni sane, del consenso alla sessualità e del rispetto verso sé stessi e la propria salute.
Dai dati HBSC Italia 2022
nel nostro Paese la percentuale di
ragazzi/e che hanno avuto un rapporto sessuale completo sono il 20% nei quindicenni e il 40% nei diciassettenni. Più del 60% dei quindicenni e dei diciasettenni, che hanno un rapporto completo, dichiara di aver usato il condom durante l’ultimo rapporto sessuale e il 15% la pillola. Circa il 10% ha usato la contraccezione di emergenza (tra chi ha avuto un rapporto sessuale completo).
Per quanto riguarda i
ragazzi toscani, il
21,2% dei quindicenni ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi, con delle differenze per genere: sono le
ragazze ad avere una percentuale maggiore.
Tabella 1. Frequenza di ragazzi quindicenni toscani che dichiarano di aver avuto rapporti sessuali completi, per genere. Fonte: HBSC Toscana, 2022
Rispetto ai metodi contraccettivi, il
60,9% ha utilizzato il preservativo, emerge però, un
57,3% che
ha ricorso al coito interrotto, con percentuale maggiore nelle ragazze.
Tabella 2. Frequenze percentuali del tipo di metodo contraccettivo utilizzato nell’ultimo rapporto sessuale, per genere. Fonte: HBSC Toscana, 2022
Lo
studio toscano EDIT indaga i comportamenti dei ragazzi fra i 14 e i 19 anni e nell’edizione 2022 emerge che la percentuale dei
ragazzi sessualmente attivi è del
34,2% (stabile rispetto alle edizioni precedenti) e non vi sono differenze significative tra maschi e femmine (maschi 33,7% e femmine 34,7%). Fra coloro che hanno avuto un
rapporto sessuale completo, il
49,2% dichiara di averlo avuto in un’età compresa
fra i 15 e i 16 anni, il
18,2% fra i 17 ed i 18 anni, mentre il
32,6% afferma di averlo avuto
prima dei 14 anni. Non si osservano differenze significative per genere, tuttavia, i maschi, soprattutto nella classe di età 11-13 anni, sembrano più inclini a dichiarare la propria “precocità” sessuale.
Figura 1. Distribuzione % dell’età al primo rapporto sessuale, per genere. Fonte: EDIT, 2022
Il tema della
precocità sessuale è un tema molto importante quando si parla di salute sessuale, perché
spesso è
associata anche ad un maggior numero di partner sessuali e a poca conoscenza sulle questioni correlate, come le malattie a trasmissione sessuale.
Fra gli
studenti e le
studentesse toscane sessualmente attivi/e, il
47,1% ha avuto un solo partner sessuale, il
19,3% ne ha avuti 2, il
10,3% ne avuti 3 e infine un
19,4% ha dichiarato di aver avuto
4 o più partner. Per quanto riguarda le differenze di genere, sono i maschi ad aver avuto un numero maggiore di partner sessuali, con il 23,5% che ne ha dichiarati 4 o più rispetto al 16% delle ragazze. Con l’aumentare dell’età, aumenta il numero dei partner. L’uso di alcol o droghe nei momenti che precedono il rapporto sessuale è stato adottato dal 21,7% del campione, con una differenza di genere che vede i maschi più inclini a questa pratica (maschi 24,2%, femmine 19,2%).
Per quanto riguarda l’
uso del preservativo,
negli anni si è constatato un
lieve aumento, soprattutto dall’edizione del 2011. Sono soprattutto i maschi ad aver un maggior utilizzo, con un incremento di circa 5 punti percentuali rispetto all’edizione del 2018 (63,6% vs 58,4%).
Figura 2. Andamento % dell’uso del profilattico per genere. Fonte: EDIT, 2022
Fra i
motivi del mancato utilizzo, le risposte più frequenti riguardano il f
astidio durante il rapporto (
35,9%), l’
uso di altri metodi anticoncezionali (
35,1%) e la
mancata disponibilità al momento del rapporto (
18,2%). È interessante notare che
all’aumentare dell’età l’uso del profilattico tende a ridursi, passando dal 71,6% dei 14enni al 58,9% dei 18enni, di contro, aumenta l’uso dei contraccettivi per via orale, soprattutto nel genere femminile. La pillola viene utilizzata dal 16,5% delle ragazze di 14 anni e dal 33% delle 18enni.
Questo dato fa riflettere sul fatto che, presumibilmente, i
ragazzi utilizzano il preservativo solo nell’ottica di prevenire gravidanze indesiderate e non come precauzione contro le malattie a trasmissione sessuale.
Figura 3. Uso del profilattico per età e genere. Fonte: Edit, 2022
Il tema delle
malattie a trasmissione sessuale è un aspetto molto importante della salute sessuale e su cui è importante investire per prevenire. È quindi fondamentale indagare il livello di conoscenza dei ragazzi di queste malattie. L’
83,2% dei ragazzi toscani sa cosa sono le malattie a trasmissione sessuale,
e nello specifico delle diverse infezioni, il 92,2% conosce l’HIV, il 54,3% la sifilide, il 54,5% l’herpes vaginale, il 47,6% il papilloma virus, il 31,1% la gonorrea e il 23,9% la chlamydia.
Figura 4. Distribuzione delle malattie a trasmissione sessuale conosciute per genere. Fonte: Edit, 2022
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Conclusioni
Negli ultimi tempi le
questioni sessuali da questione privata, individuale sono diventate argomento di discussione e di interesse pubblico, e in alcuni casi di strumentalizzazione politica. La sessualità è una dimensione dell’essere che caratterizza il nostro vivere, i nostri pensieri, sentimenti, desideri, azioni. Parlare di sessualità e di educazione sessuale significa toccare una sfera molto delicata, con risvolti anche culturali.
Dai dati emerge, come ancora una volta e come per altri comportamenti di salute, che la
popolazione giovanile è quella più a rischio, un po’ per la voglia di sperimentare e un po’ per l’incoscienza tipica dell’età. Lo sviluppo sessuale è un percorso complesso fatto di molte contraddizioni le cui risposte sono lasciate, molte volte, all’interpretazione del web o al confronto con i pari. Emerge come segno positivo il maggior utilizzo del preservativo, ma prevalentemente come strumento per evitare le gravidanze, evidenziando quindi, come i giovani sottovalutino le infezioni sessualmente trasmissibili e le conseguenze sulla salute in generale e sulla salute riproduttiva.
L’
educazione alla sessualità all’interno del contesto scolastico rappresenta anche un segnale di uguaglianza ed equità sociale. Non tutti i giovani hanno la possibilità di accedere ad una vasta gamma di servizi scolastici ed extra-scolastici nell’ambito della promozione della salute sessuale. In Italia, i servizi socio-sanitari territoriali, come i consultori, oltre a quelli offerti dalle associazioni, non sono equamente distribuiti sul territorio nazionale o di facile accesso per tutti. Si delinea un gradiente decrescente nord-sud e zone urbane-rurali, che causa ampi divari socio-sanitari ed educativi.
La
Regione Toscana da anni è attiva con specifici
interventi nel contesto scolastico sui temi della corporeità, l’affettività e la sessualità consapevole, gestiti da professionisti del servizio sanitario. Gli operatori della Promozione della Salute delle aziende sanitarie organizzano durante l’anno anche incontri dedicati e campagne informative, in particolare per la prevenzione HIV/AIDS e le malattie sessualmente trasmesse e intervengono in iniziative specifiche finalizzate alla diffusione di una corretta informazione e al contrasto alla scarsa percezione del rischio da parte dei giovani.
Inoltre, sul sito della Regione viene ricordato che i consultori giovani presenti sul territorio regionale offrono servizi personalizzati di supporto e orientamento e che l’accesso è libero, gratuito e senza necessità di impegnativa medica. Nella pagina dedicata sono disponibili tutti i riferimenti dei
consultori regionali.
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Fonti bibliografiche
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A cura di:
» Simona Olivadoti, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana