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Prove di convivenza con il virus: la difficile sfida

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La Toscana ha ancora l’incidenza di nuovi positivi al SARS-Cov2 più bassa tra le regioni italiane, 363 nuovi casi ogni 100mila abitanti nell’ultimo mese. Nello stesso periodo la media italiana è stata di 747 per 100mila e nella regione più colpita, il Friuli Venezia Giulia, si sono rilevati 1.438 nuovi casi per 100mila abitanti, quasi quattro volte il dato della nostra regione (figura 1).
L’area nord-orientale del paese, dal Friuli all’Emilia-Romagna, è ancora quella più colpita in questa fase dell’epidemia, mentre la situazione è più omogenea nel resto d’Italia, con differenze molto più modeste da regione a regione nel centro e nel sud-Italia.
Come detto nelle settimane scorse, i provvedimenti ministeriali che hanno decretato la zona arancione e rossa, oltre alle azioni di correzione nel tracciamento dei casi che si aggirano sempre intorno al 99% della casistica giornaliera, hanno giocato un ruolo chiave nel contenimento dei contagi nella nostra regione. Questo appare più evidente se ci confrontiamo con altre regioni d’Italia rimaste invece sempre in zona gialla.

Figura 1. Nuovi positivi al SARS-Cov2 nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Sarà importante adesso monitorare gli effetti del ritorno alla zona gialla, avvenuto in Toscana subito dopo il periodo di festività natalizie, che ha previsto la riapertura di bar e ristoranti fino alle 18 del pomeriggio, il probabile ritorno in presenza di molte attività lavorative svolte fino a quel momento in smart working, oltre alla ripresa delle lezioni in presenza (al 50%) per gli studenti delle scuole secondarie di II grado. È attesa inoltre una maggiore mobilità interna (gli spostamenti verso le altre regioni restano sospesi, se non per comprovate necessità), grazie alla possibilità di spostarsi in comuni diversi da quello di residenza.

Dall’8 al 28 gennaio, la media settimanale di nuovi positivi è scesa da 82,3 per 100mila abitanti della settimana 8-14 gennaio a 75,7 per 100mila della settimana 15-21 gennaio, per poi risalire a 90,4 per 100mila in quella appena trascorsa. Difficile dire se si tratti di un inizio di una nuova risalita della curva o di lievi oscillazioni del trend, per questo è necessario mantenere alta l’attenzione per non rischiare di dover reintrodurre misure di limitazione più stringenti.
Questo leggero rialzo sembra essere generalizzato nella popolazione, con la sola fascia d’età compresa tra i 3 e i 5 anni che mostra un trend in aumento più ripido delle altre (figura 2). Vediamo invece come nella settimana precedente, la diminuzione dell’incidenza era stata sostenuta da una forte riduzione dell’incidenza tra i toscani di 85 o più anni, balzata in alto tra l’8 e il 14 gennaio. Abbiamo più volte ribadito l’importanza di limitare il più possibile i contagi in questa fascia d’età, la più vulnerabile agli effetti fatali del virus.

Figura 2. Nuovi positivi per classe d’età – Numero per 100mila abitanti – Toscana

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Dalla scorsa settimana sono state modificati i criteri per l’individuazione dei positivi al SARS-Cov2, introducendo la possibilità di confermare il positivo non solo tramite tampone molecolare, ma anche tramite solo tampone rapido antigenico di terza generazione (per le altre tipologie di tampone rapido rimane invece la necessità di conferma del sospetto positivo con tampone molecolare).
Cambia quindi il trend degli indicatori relativi ai tamponi e alla percentuale di positivi tra questi e, di fatto, il dato attuale è poco confrontabile con quello antecedente alle modifiche dei criteri.

Nell’ultima settimana la Toscana ha eseguito mediamente 13.760 tamponi giornalieri (molecolari o antigenici rapidi), pari a 2.588 per 100mila abitanti, poco sotto la media italiana di 2.871 per 100mila.
L’area con più test rispetto alla popolazione residente è ancora una volta quella nord orientale, potremmo quindi essere portati a pensare che il maggior numero di tamponi eseguiti abbia contribuito ad una maggiore emersione di contagi in quelle regioni. Va segnalato, invece, che in quelle regioni si osserva comunque una percentuale di nuovi positivi sulle persone testate con tampone diagnostico, esclusi quindi i tamponi di controllo per verificare le guarigioni, più alta rispetto al resto d’Italia. In Toscana nell’ultima settimana abbiamo avuto 8,4 nuovi positivi ogni 100 test diagnostici (4° regione in Italia), a fronte del 15,7% in Italia e del 78,6% della P.A. di Bolzano, il 55% della P.A. di Trento o il 37,9% del Veneto.


Figura 3. Tamponi (molecolari e/o rapidi) nell’ultima settimana – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Prosegue, pur lentamente, l’alleggerimento della pressione sugli ospedali. Nell’ultimo mese siamo passati dai 1.054 pazienti ricoverati del 28 dicembre ai 772 del 28 gennaio (-27%). Ricordiamo che a metà novembre, avevamo raggiunto il picco della seconda ondata, con 2.101 persone ricoverate.
La Toscana è tra le quattro regioni che hanno diminuito maggiormente il numero di ricoverati rispetto alla popolazione residente, con una riduzione di circa 7,1 pazienti ogni 100mila abitanti (figura 4). Nello stesso periodo in Italia la riduzione è stata del 5,3 per 100mila. In controtendenza, rispetto alla generale riduzione, troviamo 5 regioni, in particolare Umbria, Sicilia e Marche, che mostrano aumenti più consistenti dei pazienti ricoverati in reparti Covid19.


Figura 4. Persone ricoverate in reparti Covid19, differenza nell’ultimo mese – Saldo di persone ricoverate per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Considerazioni analoghe valgono per l’impegno delle terapie intensive. Dopo aver raggiunto il picco di 298 posti letto occupati a metà novembre in Toscana, il numero è sceso a 164 il 28 dicembre, fino a raggiungere i 100 attuali. Nell’ultimo mese quindi la riduzione è stata del 39%. Ci manteniamo ben al di sotto della soglia ministeriale di allerta fissata al 30% dei posti letto disponibili, considerando che è di circa 550 la disponibilità in regione.
La riduzione osservata in Toscana è seconda solo a quella del Veneto (figura 5). Sono 1,53 pazienti ricoverati in meno ogni 100mila abitanti nell’ultimo mese, a fronte di una media italiana di 0,44 per 100mila. Vediamo come, anche in questo caso, vi siano però segnali di aumento in diverse regioni, Valle d’Aosta, Umbria, Sicilia e Puglia in particolare.


Figura 5. Persone ricoverate in reparti di terapia intensiva Covid19, differenza nell’ultimo mese – Saldo di persone ricoverate per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Contestualmente alla riduzione della pressione sugli ospedali si osserva l’aumento delle persone considerate guarite dalla malattia, dimesse dal ricovero senza più sintomi, con risultato negativo al tampone di controllo o per il trascorrere dei giorni senza sintomi necessari. La Toscana si conferma la seconda regione per percentuale di persone dichiarate già guarite dalla malattia in questa seconda ondata (dal 1° settembre a oggi), pari al 91,6%, a fronte della media italiana del 77,6% (figura 6).
Abbiamo ricordato negli scorsi approfondimenti, e sottolineiamo ancora una volta, il ruolo che potrebbero aver giocato le modifiche introdotte nei criteri per considerare un paziente come guarito dal Covid19 (riduzione da due a un solo tampone negativo, presenza di più giorni senza sintomi anche senza un risultato negativo al tampone). La capacità di contatto con i servizi e la tempestività nell’invio dei referti, infatti, possono aver favorito le regioni con servizi sanitari più efficienti e tempestivi.

Figura 6. Persone guarite dal Covid19 nella seconda ondata (dal 1° settembre 2020) – Numero per 100 positivi emersi – Regioni italiane

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Infine, abbiamo più volte ricordato nei report delle settimane scorse, la maggior mortalità che ha contraddistinto la seconda ondata rispetto a quella di marzo-aprile 2020, in tutto il paese, in particolare in quelle regioni che durante la prima ondata erano state probabilmente protette dall’introduzione del lockdown a livello nazionale.
In Toscana alla fine di giugno si contavano 1.100 decessi, avvenuti in gran parte tra marzo e la prima parte di maggio, mentre nei 5 mesi da settembre a oggi sono purtroppo decedute 3.004 persone, quasi il triplo.
La situazione prosegue a migliorare leggermente, ma molto lentamente, con una curva dei decessi che tende ad abbassarsi, con il ritardo di circa due settimane che abbiamo imparato ad osservare rispetto a quella dei nuovi contagi. Proprio per questo però, vista la stabilità dei contagi da circa 3 settimane, ci aspettiamo che anche i decessi tendano a stabilizzarsi su questi valori nelle settimane che seguiranno a breve.
Dal 28 dicembre i deceduti in Toscana sono stati 13,8 per 100mila abitanti, a fronte di una media italiana di 24 per 100mila (figura 7). A conferma di quanto detto inizialmente, l’area più colpita è ancora una volta quella nord orientale del paese, le regioni che hanno avuto recentemente un maggior numero di contagi nella popolazione (Friuli V.G., Veneto in primis).


Figura 7. Persone decedute per Covid19 nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Conclusione
I dati degli ultimi 30 giorni ci consegnano ancora la Toscana come la regione con il più basso tasso medio per 100.000 di casi positivi al Sars Cov-2 in Italia. Nell’ultima settimana stiamo assistendo ad un incremento di circa il 25% dei casi rispetto alla settimana precedente, frutto molto probabilmente della permanenza per la terza settimana in zona gialla e della maggiore e conseguente mobilità sul territorio della popolazione toscana dovuta alla riapertura delle attività commerciali ed al ritorno in presenza sui luoghi di lavoro. Questo però non sta portando la nostra regione in una zona di criticità, rimanendo sempre molto al di sotto del tasso medio settimanale italiano (la terzultima regione).
Per ora non si nota un aumento delle positività nell’età scolare, tranne che nella fascia 3-5 anni, che sappiamo gioca un ruolo nella trasmissione dell’infezione assai limitato nei confronti ad esempio della fascia adolescenziale. In questa fase sembrano essere la fascia d’età adulta e matura a sostenere (20-45 anni) l’incremento totale descritto e quindi un richiamo di maggiore attenzione alla frequentazioni sociali e sui luoghi di lavoro al distanziamento ed al corretto mascherina pare necessario.
Per un maggior controllo della circolazione del virus si sono ormai avviate da giorni le campagne Territori e Scuole Sicure promosse ed organizzate da Regione Toscana tramite l’assessorato alla Salute e assessorato all’Istruzione con la collaborazione attiva di Asl, Anci, Upi, Ars e delle più importanti organizzazioni di volontariato. Il compito è per la prima di provare a “spengere” eventuali focolai che possono nascere in comuni di media e piccola dimensione, intervenendo entro tre giorni dall’emersione del problema attraverso uno screening di massa utilizzando test antigenici di terza generazione, l’altra è una campagna di monitoraggio continuativa su di un campione di studenti di tutti gli istituti di scuola secondaria della nostra regione utilizzando gli stessi tipi di test. Sono 5 i comuni sottoposti a screening in 20 giorni ed un buon numero di scuole che hanno avviato la campagna.
Non sappiamo se queste azioni (ed i dati mostrati) basteranno nelle prossime settimana a mantenere la regione in zona gialla, perché il contenuto aumento dei casi potrebbe portare, attraverso la sua quota sintomatica, l’indice di contagiosità RT sopra 1.
Il tasso per 100.000 dei ricoveri totali in Toscana continua a scendere, anche se molto lentamente come abbiamo imparato a conoscere, a causa delle degenza media della malattia. Lo stesso andamento avviene anche per ricoveri in terapia intensiva, dove è apprezzabile il costante ritmo in discesa del numero di nuove ammissioni in quel reparto. Questi sono gli indicatori fondamentali assieme al numero di decessi per tenere sotto controllo gli effetti della diffusione della pandemia,e proprio il numero di decessi ha ricominciato a decrescere in Toscana in modo più forte che nelle altre regioni, questo è dovuto essenzialmente alla quota di over 70 anni che ogni giorno entrano a far parte della casistica degli infetti e che finalmente negli ultimi 15 giorni sta diminuendo.

Inutile sottolineare che ricoveri e decessi cominceranno decisamente a scendere quanto più la vaccinazione per il Covid-19, partita il 27 dicembre, avrà effetto sulla popolazione. La Toscana è la quarta regione per dosi somministrate in Italia: più di 75.000 tra operatori sanitari ed ospiti delle RSA (quasi il 13% del totale) sono stati vaccinati con la prima dose, mentre, tra questi, sono già più di 30.000 le persone che hanno goduto della vaccinazione completa (più di 5500 le persone ospiti delle RSA). In questo senso purtroppo lo stop alle forniture ha dato un brusco rallentamento al ritmo che il sistema sanitario regionale aveva impresso, ma rimane apprezzabile, a differenza di molte altre regioni, la scelta di aver nettamente privilegiato la vaccinazione degli ospiti delle RSA, luoghi colpiti dal contagio anche durante la seconda ondata.

La questione delle autorizzazioni (Astazeneca) e l’affacciarsi di molti vaccini in fase 3 con risultati promettenti ci fanno vedere con ottimismo al futuro in senso generale per l’uscita dalla pandemia, anche se purtroppo fanno rivedere i tempi in cui si potrà arrivare se non all’immunità di gregge almeno ad aver coperto tutte le fasce a rischio (anziani e malati cronici oltre a d alcune categorie professionali).

Ci attendono almeno 4 mesi di dura lotta contro il virus nel tentativo di convivere contemperando necessità assolute di salute e di organizzazione sanitaria a quelle più strettamente legate al modo economico e produttivo. Una sfida non facile che ci potrebbe vedere ancora costretti ad usare limitazioni ad “elastico”. Il sistema regionale pare aver messo in campo uno sforzo non indifferente per contenere il contagio. Le prossime due settimane ci diranno molto per valutare ad esempio l’impatto complessivo dell’apertura delle scuole superiori.

In conclusione se nell’ultimo approfondimento di due settimane fa avevamo parlato delle 4 T (testare, tempestivamente, tracciare e trattare) e della V (vaccinare) ci pare opportuno inserire una S (sequenziamento), e quindi auspicare un incremento della possibilità di sequenziare il virus, un’azione che pare fondamentale per provare ad intercettare eventuali varianti più contagiose che stanno avendo un ruolo importante nella ripresa del contagio in UK e in altri paesi appartenenti alla Comunità europea.


A cura di: Fabio Voller, Francesco Profili, Simone Bartolacci, Marco Santini, Matilde Razzanelli, Agenzia regionale di sanità della Toscana

Per altri dati di dettaglio sulla situazione in Toscana, consulta la nostra piattaforma dati coronavirus:

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Lo stato dell’epidemia da Sars-Cov-2 in Toscana e in Italia nell’ultimo mese

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Sono stati i giorni dell’avvio della vaccinazione contro il Covid-19: in Toscana sono state vaccinate più di 65.000 persone, la quarta regione per tasso di somministrazione sulle dosi consegnate in tutta Italia.

Nell’ultimo mese la Toscana ha avuto il tasso di incidenza di nuovi positivi al SARS-Cov-2 più basso tra le regioni italiane, 348 nuovi casi ogni 100mila abitanti. Nello stesso periodo la media italiana è stata di 753 per 100mila e nella regione più colpita, il Veneto, si sono rilevati 1.899 nuovi casi per 100mila abitanti, più del doppio rispetto alla nostra regione (figura 1).
Questo risultato come già ripetuto è il risultato di una miscela di elementi: l’organizzazione del tracciamento dei casi voluto da parte della Regione con le centrali e l’inserimento in zona arancione prima e poi rossa, dalla metà di novembre fino in pratica alla fine del periodo delle festività natalizie, che ha limitato i movimenti e le aperture degli esercizi commerciali. Il Veneto, ad esempio, è rimasto invece sempre in zona gialla fino al 24 dicembre, quando sono intervenute le misure comuni a tutto il territorio nazionale.
Altri fattori possono ovviamente aver giocato un ruolo nel determinare una differenza così netta tra le due regioni, osservando la mappa dell’Italia, infatti, è evidente che le maggiori criticità non hanno riguardato solamente il Veneto, ma in generale tutta l’area nord orientale del paese, dall’Emilia Romagna al Friuli Venezia Giulia (figura 1).

Figura 1. Nuovi positivi al SARS-Cov2 nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

appr 15 gen fig1
Nello stesso periodo in Toscana sono stati eseguiti 6.774 tamponi molecolari ogni 100mila abitanti, media italiana pari a 6.307 per 100mila (figura 2). Tra questi non rientrano i test antigenici rapidi, che nell’ultimo mese sono stati mediamente 3.600 ogni giorno (8.800 invece i tamponi molecolari eseguiti ogni giorno). Fino ad ora questi test non rientrano nel conteggio totale dei tamponi effettuati e la conferma di un’eventuale positività doveva avvenire comunque da tampone molecolare. Proprio in questi giorni il Ministero della Salute ha diramato nuove indicazioni, che equiparano i test antigenici rapidi di terza generazione ai tamponi molecolari e quindi, d’ora in avanti, questa tipologia di test (di terza generazione) potranno essere conteggiati tra i numeri totali di monitoraggio della Protezione Civile.

Figura 2. Tamponi molecolari nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

appr 15 gen fig2

*il dato negativo del Piemonte dipende da errori nell’invio dei dati alla Protezione Civile nel periodo preso in considerazione, la stima del valore corretto dovrebbe essere 3.960 per 100mila.


L’area con più test rispetto alla popolazione residente è ancora una volta quella nord orientale, potremmo quindi essere portati a pensare che il maggior numero di tamponi eseguiti abbia contribuito ad una maggiore emersione di contagi in quelle regioni. Va segnalato, invece, che in quelle regioni si osserva comunque una percentuale di nuovi positivi sulle persone testate con tampone molecolare diagnostico, esclusi quindi i tamponi di controllo per verificare le guarigioni, più alta rispetto al resto d’Italia. In Toscana nell’ultimo mese abbiamo avuto 14,6 nuovi positivi ogni 100 test diagnostici (6° regione in Italia), a fronte del 30,3% in Italia e del 69,5% e 44,7% rispettivamente osservati in Veneto e Friuli Venezia Giulia, fortemente penalizzati però anche dal mancato computo dei test antigenici rapidi nei dati di monitoraggio, che condiziona il denominatore di questo indicatore.

Dalla metà di novembre a oggi in Toscana c’è stato un netto calo di contagi in tutte le fasce d’età, che è iniziato prima tra i più giovani (14-24 anni) e ha riguardato, nelle settimane successive, il resto della popolazione, compresa quella più anziana che sappiamo essere la più vulnerabile agli effetti del virus.
Il netto calo osservato nelle fasce giovanili, come detto nei report delle settimane scorse, è riconducibile alla quasi totale interruzione delle attività rivolte ai ragazzi e ai giovani, scolastiche in primis con l’introduzione della DAD, ma anche extra-scolastiche (sport, attività ricreative). Sul tema scuola altresì interessante come i tassi di contagio dei bambini e dei ragazzi in età scolare dell’obbligo, dopo un rialzo a cavallo dell’apertura dell’anno scolastico, hanno assistito ad una riduzione dei contagi, fornendo una prova, anche se non definitiva, di come le scuole possano essere luoghi sicuri se si organizza efficacemente tutto ciò che vi ruota intorno (trasporti e tracciamento). Torneremo nelle conclusioni su questo tema.
Occorre porre l’attenzione però sull’andamento del contagio proprio tra i grandi anziani, over84enni, che nelle ultime due settimane da segnali di ripresa.

Figura 3. Nuovi positivi per classe d’età – Numero per 100mila abitanti – Toscana

appr 15 gen fig3
Considerando, come detto, che tra gli over84ennisi rilevano i tassi più elevati di ospedalizzazione e decesso, un nuovo aumento dei contagi, specialmente tra gli anziani ospiti di RSA, avrebbe un peso rilevante sul totale dei carichi ospedalieri e dei decessi osservati in regione.

Nell’ultimo mese si è assistito ad un alleggerimento della pressione sugli ospedali, passando dai 1.370 pazienti ricoverati del 15 dicembre agli 855 del 14 gennaio (-38%). Ricordiamo che circa un mese prima, a metà novembre, avevamo raggiunto il picco della seconda ondata, con 2.101 persone ricoverate.
La Toscana è tra le quattro regioni che hanno diminuito maggiormente il numero di ricoverati rispetto alla popolazione residente, con una riduzione di circa 12 pazienti ogni 100mila abitanti (figura 4). Nello stesso periodo in Italia la riduzione è stata del 6,9 per 100mila, poco più della metà rispetto alla nostra regione. Dalla mappa italiana si nota come la riduzione sia stata generalizzata nel paese, ad eccezione di Marche, Sicilia e Friuli V.G., che hanno attualmente più persone ricoverate rispetto a un mese fa.

Figura 4. Persone ricoverate in reparti Covid19, differenza nell’ultimo mese – Saldo di persone ricoverate per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Considerazioni analoghe valgono per l’impegno delle terapie intensive. Dopo aver raggiunto il picco di 298 posti letto occupati a metà novembre in Toscana, il numero è sceso a 214 il 15 dicembre, fino a raggiungere i 132 attuali. Nell’ultimo mese quindi la riduzione è stata, come per i ricoveri totali, del 38%. Siamo ben al di sotto della soglia ministeriale di allerta fissata al 30% dei posti letto disponibili, considerando che è di circa 550 la disponibilità in regione.
La riduzione osservata in Toscana è seconda solo a quella della Valle d’Aosta (figura 5). Sono circa 2 pazienti ricoverati in meno ogni 100mila abitanti nell’ultimo mese, a fronte di una media italiana di poco inferiore all’1 per 100mila. Vediamo come, anche in questo caso, vi siano però segnali di aumento in diverse regioni.

Figura 5. Persone ricoverate in reparti di terapia intensiva Covid19, differenza nell’ultimo mese – Saldo di persone ricoverate per 100mila abitanti – Regioni italiane

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Contestualmente alla riduzione della pressione sugli ospedali si osserva l’aumento delle persone considerate guarite dalla malattia, proprio perché dimesse dal ricovero senza più sintomi o per il risultato negativo al tampone di controllo. In questa seconda ondata, da settembre a oggi, la Toscana è la regione con la più alta percentuale di persone dichiarate già guarite dalla malattia, pari al 91,3%, a fronte della media italiana del 71,8% (figura 6).
Le varie modifiche introdotte nei criteri per considerare un paziente come guarito dal Covid19 (riduzione da due a un solo tampone negativo, presenza di più giorni senza sintomi anche senza un risultato negativo al tampone) possono in parte aver condizionato l’andamento di questo indicatore da regione a regione. La capacità di contatto con i servizi e la tempestività nell’invio dei referti, infatti, possono aver giocato un ruolo importante, a vantaggio dei servizi sanitari regionali più efficienti e tempestivi.


Figura 6. Persone guarite dal Covid19 nella seconda ondata (dal 1° settembre 2020) – Numero per 100 positivi emersi – Regioni italiane

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Infine, la mortalità per Covid19. Come più volte ricordato nei report delle settimane scorse, la seconda ondata ha comportato un numero di decessi notevolmente maggiore rispetto a quella di marzo-aprile 2020, in tutto il paese, in particolare in quelle regioni che durante la prima ondata erano state probabilmente protette dall’introduzione del lockdown a livello nazionale.
In Toscana alla fine di giugno si contavano 1.100 deceduti, mentre da settembre a oggi sono purtroppo decedute 2.790 persone, più del doppio.
Nell’ultimo mese la situazione ha cominciato, pur lentamente, a migliorare, con una curva dei decessi che tende ad abbassarsi, con il ritardo di circa due settimane che abbiamo imparato ad osservare rispetto a quella dei nuovi contagi.
Dalla metà di dicembre i deceduti in Toscana sono stati 17,3 per 100mila abitanti, a fronte di una media italiana di 23,9 per 100mila (figura 7). A conferma di quanto detto inizialmente, l’area più colpita è ancora una volta quella nord orientale del paese, le regioni che hanno avuto recentemente un maggior numero di contagi nella popolazione (Friuli V.G., Veneto in primis).

Figura 7. Persone decedute per Covid19 nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

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In conclusione se ci concentriamo sui dati degli ultimi 30 giorni (addirittura 40) la Toscana risulta essere la regione, che rispetto alle altre, mostra i migliori dati nei classici indicatori della diffusione dell’epidemia di Sars Cov 2 e di Covid 19. Il tasso di casi giornalieri calcolato sulla popolazione residente è stabilmente il più basso in Italia dal 28 dicembre (il secondo più basso dal 14 dicembre), E questo avviene mantenendo un numero di tamponi effettuati tra i più alti in Italia, soprattutto se ponderato su ogni caso positivo scoperto.
Questo ha permesso di indirizzare la capacità di testing verso campagne organizzate da Regione Toscana in collaborazione con ASL, ANCI, UPI, le principali associazioni di volontariato e con il supporto metodologico di ARS Toscana, volte a monitorare l’andamento dei contagi in luoghi specifici come la scuola secondaria superiore (campagna “Scuole sicure”), che è stata riaperta in presenza al 50% dall’11 gennaio, o su quei piccoli comuni che evidenziano particolari criticità (campagna “Territori sicuri”).
La campagna regionale “Scuole sicure”, lo ricordiamo, si articola su un campione di scuole secondarie (15.000 studenti di circa 150 istituti di scuola secondaria), e si prefigge l’obbiettivo non di screening totale della popolazione studentesca, bensì di tenere sotto osservazione un campione di studenti attraverso la ripetizione di test antigenici rapidi in modo da poter intercettare sul nascere eventuali campanelli di allarme di ripresa dell’epidemia in quei luoghi.

Non sappiamo se queste azioni (ed i dati mostrati) basteranno nelle prossime settimana a mantenere la regione in zona gialla perché i casi si mantengono in una sostanziale stabilità durante l’ultimo mese (non si riducono né aumentano) portando l’indice di contagiosità RT verso 1, soglia oltre la quale avviene l’inserimento all’interno della zona arancione. Non riportiamo ancora una volta i dubbi, che abbiamo espresso in precedenti approfondimenti, sul sistema di monitoraggio del Ministero. Basti ricordare che utilizzando solo l’Rt come criterio dirimente nel posizionamento all’interno delle regioni, situazioni epidemiche critiche come quelle del Veneto (oltre 400 casi giornalieri per 100.000) siano state privilegiate rispetto a quella della Toscana (vedi Italia in zona rossa durante le feste: luci e ombre del sistema di monitoraggio “a semaforo”).

A differenza della media italiana, nelle ultime 7 settimane i ricoveri totali in Toscana continuano a diminuire, molto lentamente, come abbiamo imparato, a causa delle degenza media della malattia. Lo stesso andamento avviene anche per ricoveri in terapia intensiva. Ovviamente non siamo in presenza di uno svuotamento dei reparti Covid cosi come si evidenziò durante il periodo estivo e quindi il livello di guardia deve rimanere alto: un’eventuale forte ripresa dei casi metterebbe altrettanto velocemente sotto stress le strutture ospedaliere.

Il numero di decessi ha smesso di decrescere e rimane stabile nelle ultime 3 settimane (in Italia è in ripresa), questo è dovuto essenzialmente alla quota di over 70 anni che ogni giorno entrano a far parte della casistica degli infetti; l’analisi per classe d’età ha mostrato in particolare la criticità negli over 85. Tutto questo porterà probabilmente ad avere un effetto sulla mortalità generale per tutte le cause, che si chiuderà verosimilmente alla fine dell’anno, con un più 10% (Italia più 20%) rispetto al quinquennio precedente, con la mortalità attribuibile direttamente al Covid che spiega quasi l’80% dell’eccesso dei decessi (vedi Eccessi di mortalità nella seconda ondata Covid-19: l'aggiornamento ISTAT e ISS al 30 novembre 2020).

Inutile sottolineare che ricoveri e decessi cominceranno decisamente a scendere quanto più la vaccinazione, partita il 27 dicembre, avrà effetto sulla popolazione. Anche in questo ambito la Toscana sta efficacemente somministrando i vaccini e velocemente secondo le quote assegnateli dal livello centrale. Apprezzabile, a differenza di molte altre regioni, la scelta di aver nettamente privilegiato la vaccinazione degli ospiti delle RSA, luoghi colpiti dal contagio anche durante la seconda ondata.
Aspettiamo adesso l’autorizzazione per il terzo vaccino, Atrazeneca, di facile conservazione rispetto ai due disponibili, Pfizer e Moderna, che avverrà a fine mese. Importante sarà capire soprattutto per quali classi di età ne verrà autorizzato l’utilizzo, e con quali dati definitivi di efficacia. Da questi elementi discenderanno molte delle decisioni da prendere: quali categorie professionali, dopo gli operatori sanitari, privilegiare, quali priorità utilizzare all’interno delle classi d’età già individuate, le più anziane, dal piano vaccinale regionale (pazienti con malattia cronica?), a seconda del vaccino da utilizzare.

Ovviamente il maggior movimento della popolazione, dovuto alla riapertura degli esercizi commerciali (compresi quelli di ristorazione anche se solo a pranzo), assieme al ritorno in presenza del mondo impiegatizio e quello in classe delle scuole superiori potranno contribuire al rialzo dei contagi. Lo sforzo che possiamo fare nei comportamenti (distanziamento, mani e mascherine) è quello di contribuire a mantenerlo contenuto. Dal punto di vista organizzativo il sistema pubblico e quello delle imprese private dovrebbe, a nostro parere, facilitare ed agevolare il largo utilizzo dello smart working; dal punto di vista della risposta del sistema sanitario se dovessimo assistere ad un aumento dei casi, il sistema di tracciamento implementato dalla nostra regione dopo la seconda ondata potrebbe risultare ancora essenziale per tenere sotto controllo l’aumento.
Mancano pochi mesi a questo punto, la luce in fondo al tunnel continua ad avvicinarsi.


A cura di: Fabio Voller, Francesco Profili, Simone Bartolacci, Marco Santini, Matilde Razzanelli, Agenzia regionale di sanità della Toscana

Per altri dati di dettaglio sulla situazione in Toscana, consulta la nostra piattaforma dati coronavirus:

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La luce in fondo al tunnel della pandemia: cosa fare per uscirne più velocemente

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Domani si chiude l’annus horribilis del Covid 19: la campagna di vaccinazione, con il primo vaccino disponibile, è iniziata pochi giorni fa in tutta Europa, ci affacciamo al nuovo anno con una rinnovata speranza di aver trovato la soluzione definitiva al diffondersi dell’epidemia.  Cerchiamo quindi di capire con quali dati chiudiamo quest’anno in Toscana e cosa ci aspetta nei prossimi mesi. 
È indubbio che la situazione in Toscana, rispetto al contesto nazionale, sia assolutamente migliore, per l’effetto combinato delle misure di limitazione che si sono succedute con i vari Dpcm di ottobre e novembre e delle misure di correzione che la Regione ha messo in atto, con potenziamento del tracciamento innanzitutto.
Premettiamo che in questi giorni di festività è più complicato leggere il reale andamento dei dati per la diminuzione dei tamponi effettuati: la minore domanda che arriva dalla popolazione si somma anche alla ridotta capacità del sistema di processare i tamponi. A questo va aggiunto il dato dei test antigenici rapidi il cui massiccio utilizzo, sopratutto in alcune regioni come Lazio e Veneto, non permettono una lettura chiara del rapporto tra positivi e testati. 

La figura successiva confronta l’andamento medio settimanale dei tassi di incidenza dei nuovi positivi per 100mila abitanti della Toscana e dell’Italia, dall’inizio dell’epidemia: la Toscana che a ottobre era in difficoltà anche nel confronto con la media italiana vede una forte diminuzione dei tassi in tutte le settimane di novembre e di dicembre, con una decrescita molto più sostenuta di quella italiana. Nella figura riportiamo anche i dati della Regione Veneto che in questa fase pare essere la regione che contribuisce principalmente all’andamento nazionale quanto a contagi. Riteniamo che qualcosa dovrà essere ripensato per quanto riguarda il sistema di monitoraggio del Ministero che ha sistemato questa regione nei colori a minor rischio concorrendo di fatto ad una maggiore circolazione del virus.

Figura 1: Tasso di incidenza settimanale dei nuovi positivi al Sars Cov 2. Valori x100.000 abitanti. Toscana Veneto ed Italia, marzo-dicembre 2020.
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Dobbiamo rilevare che la Toscana, nonostante sia stata notevolmente più colpita da questa seconda ondata rispetto alla prima, è stabilmente tra le 3 regioni con minor tasso di nuovi positivi nelle ultime 4 settimane ed è così oramai rientrata su valori simili alla media italiana, come testimoniano anche le due figure sottostanti riferite ai dati di contagiosità per Sars Cov2 suddivisi per prima ondata (marzo- agosto) e seconda ondata dell’epidemia (1 settembre ad oggi), per regione. Sono di nuovo le regioni del nord Italia nella seconda ondata, come nella prima, a detenere il primato dei tassi di nuovi positivi, anche se la differenza con il sud ed il centro Italia è adesso meno contenuta. 

Figura 2. Tasso di incidenza dei nuovi positivi al Sars Cov 2. Valori x100.000 abitanti. Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata.
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La percentuale di nuovi positivi tra le persone testate è scesa sotto al 15% nell’ultima settimana in Toscana, dopo aver raggiunto il picco del 29% un mese fa. In Italia si attesta al 27%. Non rientrano in questo calcolo i tamponi rapidi antigenici, per i quali al momento non conosciamo l’esito (negativo o positivo confermato da tampone molecolare) e questo limita anche il confronto tra regioni, avendo ognuna politiche diverse per l’esecuzione di questi test. Ricordiamo che sotto il 10% è la soglia che ci permette di affermare che oltre per i casi anche il tracciamento dei contatti è stato svolto in modo del tutto soddisfacente. Un obbiettivo quindi vicino.

Figura 3. Percentuale di nuovi positivi Sars Cov 2 tra le persone testate. Toscana e Italia, aprile-dicembre 2020.
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Dal punto di vista territoriale, ricorrendo al livello di rischio basato sull’incidenza di nuovi casi e l’andamento di aumento o diminuzione rispetto alla settimana precedente, negli ultimi 7 giorni tutte le zone socio sanitarie toscane sono uscite dal livello di rischio massimo, e sono praticamente al livello più basso. Oramai esistono pochissimi comuni toscani con un rischio alto. 
La classifica per comune vede nelle ultime settimane l’emergere di un focolaio all’Isola d’Elba per la quale la regione ha approntato una campagna di screening di massa attraverso utilizzo dei test antigenici molecolari che si è avviata proprio ieri.

L’età media dei nuovi contagiati dal Sars Cov 2, dopo il forte abbassamento nei mesi estivi, ha continuato ad aumentare settimana dopo settimana, raggiungendo oramai quasi i 50 anni.

L’aumento dell’età media, più che all’incremento dell’incidenza tra gli anziani (che si mantengono invece stabili o in diminuzione nell’ultima settimana), è dovuto alla forte diminuzione dei nuovi contagi nelle fasce d’età giovanili (dai 14 ai 24 anni soprattutto), come rappresentato in figura 4. Già dalla prima settimana di novembre, infatti, i nuovi positivi in queste fasce d’età hanno subito una forte diminuzione, in seguito all’introduzione della DAD (24 ottobre), all’interruzione delle attività extra-scolastiche e sportive e alla contestuale chiusura dei locali serali, mentre gli altri trend hanno continuato lentamente a salire, fino alla diminuzione osservata dell’ultima settimana.

Come detto, la buona notizia è rappresentata dalla diminuzione dell’incidenza anche tra gli over65 e gli over85, che sappiamo essere i più suscettibili alle manifestazioni cliniche più severe del virus anche se purtroppo pesano ancora piuttosto considerevolmente dal punto di vita dei numeri assoluti. 

Figura 4. Nuovi positivi settimanali per classe d’età, valori per 100mila abitanti. Toscana, settembre-dicembre 2020.

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Di assoluto interesse sono i dati relativi ai bambini in età scolare frequentanti le scuole elementare e medie che hanno quasi sempre continuato a frequentare: come vedete dopo la fase della riapertura a settembre i tassi d’infezione diminuiscono allineandosi alla media regionale, si intuisce quindi che la minor circolazione e la chiusura delle attività ludiche hanno avuto l’impatto di far scendere i tassi di contagiosità facendo intravedere come la scuola sia stato un luogo sicuro.

La forte diminuzione dei giovani contagiati, rispetto agli anziani, contribuisce a spiegare l’andamento della casistica dei nuovi postivi per stato clinico (da asintomatico al decesso) manifestato al momento del tampone (figura 5). In generale la riduzione degli asintomatici è stata comunque compensata da un aumento della casistica che hanno manifestato sintomi paucisintomatici. 

Figura 5. Nuovi casi positivi al Sars Cov 2 per stato clinico iniziale. Valori percentuali. Toscana, febbraio-dicembre 2020.
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Cominciano ad aumentare notevolmente anche le persone guarite, essendo ormai passate diverse settimane dall’inizio della seconda ondata. Oltre al tempo che passa, hanno inciso poi anche le modifiche nei criteri di individuazione delle guarigioni. È sufficiente adesso un solo tampone negativo o 21 giorni trascorsi dalla prima positività per essere considerati guariti e, come detto, la regione si mantiene stabile su circa 10mila tamponi molecolari di controllo giornalieri.
Tutto ciò sta contribuendo a snellire le procedure e far abbassare il numero di toscani attualmente positivi. Ma è proprio sulla capacità di “liberare” coloro che sono risultati positivi al Sars Cov 2 (con nessun e pochi sintomi) che si registra uno dei miglioramenti del sistema sanitario toscano, evidente se si raffrontano le classifiche per regioni suddivise ancora una volta tra “prima” e “seconda” ondata. Come si può vedere dalla figura 6la Toscana diventa la prima regione nella seconda ondata per soggetti guariti dall’infezione.

Figura 6. Percentuale di guarigione sul totale di positivi al Sars Cov 2.  Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata.
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Per quanto riguarda gli ospedali, la nostra regione ha ormai superato il picco di questa seconda ondata e da più di 1 mese le persone ricoverate in reparti Covid hanno cominciato a diminuire (figura 7). Il tasso di ricovero in Toscana, durante la seconda ondata, è stato sempre più basso rispetto a quello italiano, ma la forbice si allarga mano a mano che passano le settimane a favore della nostra regione. I ricoverati totali in Toscana dopo aver raggiunto il loro picco con quasi 2.100 ricoveri sono scesi a circa intorno a 1000. Durante questi giorni di festività è più complicato leggere questi i dati.

Figura 7 Posti letto occupati in reparti Covid10. Valori per 100mila abitanti. Toscana e Italia, febbraio-dicembre 2020.  
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L’età media dei ricoveri è costantemente sopra i 70 anni e sta raggiungendo i 75 nell’ultima settimana.
Per quanto riguarda le terapie intensive, al loro giorno di picco, hanno raggiunto i 298 posti letto occupati, come durante il picco di inizio aprile scorso, mentre adesso sono circa 160. 
Sicuramente anche nella seconda ondata la Toscana si caratterizza per un tasso mediamente più alto di ricorso alla terapia intensiva e, come si può osservare dalla Figura 8, questo sembra essere del tutto slegato dal diffondersi dell’epidemia nei territori: ci sono regioni in cui i tassi di positività sono bassi ed è alto il ricorso alla terapia intensiva (Umbria, Sardegna, Toscana), mentre è vero anche il contrario (Veneto, Campania). Infine per Val d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia la quantità di casi che emerge nei territori rispecchia anche la maggior gravita clinica. Criteri clinici ed organizzativi coabitano e competono nell’utilizzo delle TI.

Figura 8. Posti letto occupati in reparti Covid19 di Terapia Intensiva. Valori per 100mila abitanti. Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata.  
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Come atteso, sulla base dell’andamento dell’epidemia delle settimane precedenti, è cominciata la decrescita del numero di decessi medi settimanali come mostra la figura dei tassi medi riportata qui sotto.
La decrescita ha cominciato ad essere più marcata anche rispetto all’Italia (Figura 9) e ci aspettiamo per le prossime 2 settimane di assistere ad un plateau di mortalità con in media 15 decessi al giorno.

Figura 9. Tasso settimanale di mortalità Covid19. Valori x100.000 abitanti. Toscana e Italia, febbraio-dicembre 2020. 
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L’impatto sulla mortalità di questa seconda ondata, rispetto alla prima, è stato maggiore in Toscana. Come per gli ospedali, anche l’impatto della mortalità è maggiore nelle regioni che nella prima fase erano state probabilmente preservate dal lockdown nazionale, che aveva fatto sì che i decessi nazionali provenissero da poche regioni del Nord, Lombardia principalmente. Stavolta i tassi, eccetto la Val d’Aosta che è purtroppo completamente “fuori scala” rispetto alle altre regioni, sono più omogenei e sono molte le regioni che si posizionano tra 40 e 120 deceduti per 100.000 abitanti. La Toscana è tra queste (figura 10).

L’età media dei deceduti toscani nelle ultime due settimane è stata sempre sopra gli 80 anni, dal 10 ottobre in poi ha oscillato da 82,3 anni a 84,8 anni nella settimana in cui ha raggiunto il valore più alto.

Figura 10. Tasso di mortalità Covid19. Valori x100.000 abitanti. Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata. 
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Conclusioni
Il nuovo anno rappresenta un punto di svolta fondamentale alla lotta alla diffusione del virus: l’inizio della campagna vaccinale che riguarda in primis gli operatori sanitari ma che soprattutto coinvolgerà la quasi totalità degli ospiti delle Rsa e progressivamente la popolazione over 80 anni, ci aspettiamo abbia un impatto immediato sulla diminuzione del numero dei malati gravi ed in particolare del tasso di mortalità. Per vedere un impatto sulla diminuzione della circolazione del virus dovremo aspettare che la vaccinazione veda coinvolta una quota di persone più ampia. Questo momento di maggior vaccinazione, nella migliore delle prospettive, potrebbe combaciare con il periodo in cui anche le condizioni metereologiche e l’innalzamento delle temperature daranno una ulteriore spinta alla minore diffusione del virus.

Fondamentale però che nei prossimi mesi si riesca a mantenere basso il livello del contagio: la Toscana combinando il rinforzo ed il totale recupero del tracciamento dei casi con le limitazioni dovute al posizionamento nella zona rossa ed arancione si caratterizza da ormai oltre un mese per essere la seconda regione con il tasso d’incidenza dei casi più basso di tutta Italia, un risultato non banale che va salvaguardato e non disperso.
Le due campagna di screening “territori e scuole sicure” volute da Regione Toscana ed in particolare dall’Assessorato alla Salute vanno nella direzione di utilizzare tutta la capacità di testing in quei comuni, soprattutto di medie e piccole dimensioni, che evidenzieranno settimana per settimana le maggiori criticità rispetto alla diffusione del virus; parallelamente una campagna di test ripetuti settimana per settimana sulle scuole  medie superiori che si apprestano a riaprire dal 7 gennaio, cercheranno di aiutarci nell’ intercettare fin dall’inizio eventuali segnali di ripresa della circolazione del virus che immancabilmente si potrebbero evidenziare in corrispondenza del maggior movimento dei ragazzi sul territorio. 

Quindi campagne pro attive alla ricerca del virus accanto all’efficace campagna di tracciamento diventano punti fondamentali su cui la regione punta in modo dichiarato per contrastare la minore circolazione del virus.

Il numero di decessi in termini assoluti purtroppo rappresenta ancora il punto dolente, ma finalmente l’andamento settimanale ha cominciato a decrescere, come detto, e più velocemente riusciremo a vaccinare la popolazione superiore agli 80 anni prima interromperemo la liturgia dei bollettini giornalieri che si concludono con questo triste dato.

Il frutto di questi dati positivi si concretizzerà anche nel continuare nel posizionamento della Regione all’interno della zona gialla secondo le disposizioni del sistema di monitoraggio voluto dal Ministero della Salute. Su questo sistema ci siamo già ampiamente espressi in modo critico e speriamo che misure statistiche maggiormente legate al reale momento epidemico che leregioni vivono vengano adottate.

Alla popolazione chiediamo l’ennesimo sforzo di attenzione con distanziamento e lavaggio delle mani, l’ennesimo sforzo economico per coloro che hanno dovuto interrompere il proprio lavoro, nella consapevolezza che in pochi mesi potremmo essere finalmente fuori da questo tunnel.



A cura di  F. Voller, F. Profili, S. Bartolacci, M. Razzanelli, M. Santini 


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L’epidemia in Toscana: indicatori del contagio sotto controllo. Il tentativo di prevenire la cosiddetta terza ondata

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Ci avviamo alla chiusura dell’anno, sono ormai passate 3 settimane da quando la Regione Toscana è stata posizionata, secondo il sistema di monitoraggio del Ministero della Salute, tra le regioni rosse ed una settimana da quando siamo tornati in zona arancione. È indubbio che la situazione in Toscana, rispetto al contesto nazionale, sia assolutamente cambiata, per l’effetto combinato delle misure di limitazione che si sono succedute con i vari Dpcm di ottobre e novembre e anche delle misure di correzione che la Regione ha messo in campo in quest’ultimo mese e mezzo: potenziamento del tracciamento e ampliamento dei posti letto ospedalieri e negli alberghi sanitari.

Dalla zona rossa a quella arancione verso la zona gialla: attenzione, non stiamo ancora entrando in estate

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Facciamo il punto della situazione della diffusione dell’epidemia di Sars-Cov2 in Toscana, dopo due settimane dal posizionamento della Toscana in zona rossa (15 novembre 2020), secondo il sistema di monitoraggio voluto dal Ministero della Salute.

La nostra regione aveva, proprio nei giorni precedenti al posizionamento nella zona rossa, potenziato il personale dedicato al tracciamento dei casi positivi (3 centrali operative con circa 500 nuovi tracciatori), agito per implementare i posti letto ospedalieri e gli alberghi sanitari dedicati ai positivi Covid19 e, negli ultimi giorni, ha anche siglato accordi per l’esecuzione di tamponi rapidi antigenici (aumentati costantemente nelle ultime settimane) da parte di medici e pediatri di famiglia, per cercare di ampliare ancora la tempestività della diagnosi e la platea di soggetti da testare.

Nelle ultime due settimane è sceso leggermente il numero giornaliero di persone testate per la prima diagnosi con tampone molecolare, mentre parallelamente è aumentato il numero dei tamponi destinati al controllo dei soggetti già positivi per verificarne la guarigione. Nella settimana appena trascorsa sono state poco più di 45mila (6.435 al giorno, contro le 8.226 della settimana precedente e le 8.374 di due settimane fa) le persone testate a fini diagnostici. Contestualmente è però aumentato progressivamente il numero di tamponi antigenici rapidi giornalieri, che hanno raggiunto poco meno di 3mila test al giorno. Ricordiamo che questi test non sono sufficienti ad individuare il contagio, la persona che risulta positiva è infatti indirizzata al tampone molecolare di conferma, ma certamente contribuiscono allo screening della popolazione. Sommandoli ai tamponi molecolari diagnostici, siamo quindi attualmente poco sotto le 10mila persone testate ogni giorno per individuare il virus Sars Cov2. A questi numeri si aggiungono circa 9mila tamponi di controllo giornalieri (destinati a positivi in attesa di negativizzarsi), arrivando così a un totale di circa 20mila test al giorno. Nell'ultima settimana la nostra regione ha testato con primi tamponi diagnostici 173 persone ogni 100mila abitanti, in linea con la media nazionale, mentre nelle settimane precedenti aveva sempre mantenuto una maggior propensione allo screening nella popolazione (figura 1). 

Figura 1. Persone testate ogni giorno per 100mila abitanti. Media su 7 giorni. Toscana e Italia.
figura 1
Secondo i dati dell’ultima settimana, siamo l’8° regione per numero di persone testate sulla popolazione. È il Lazio a guidare questa graduatoria, con 368 testati giornalieri ogni 100mila abitanti, seguito da Molise (322 per 100mila) e Basilicata (297 per 100mila).

La buona notizia è che nella settimana appena conclusa abbiamo osservato un netto calo dei nuovi positivi nella nostra regione, che dai 2.365 casi giornalieri medi della settimana precedente sono scesi a 1.366 negli ultimi 7 giorni. Sono stati 37 i nuovi positivi giornalieri ogni 100mila abitanti in Toscana, contro i 46 per 100mila in Italia (figura 2). Il calo è stato maggiore di quello osservato in Italia, se rapportato alla popolazione residente. La Toscana ha fatto registrare una diminuzione del 42% rispetto alla settimana precedente (-19% in Italia), seconda solo alla Valle d’Aosta (-47%). Tutte le regioni italiane sono in diminuzione nel confronto tra l’ultima e la penultima settimana, ad eccezione della Basilicata (+1%) e della Puglia (+10%).

Figura 2. Nuovi positivi giornalieri per 100mila abitanti. Media su 7 giorni. Toscana e Italia.
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La percentuale di positivi tra le persone testate con tamponi diagnostici è scesa al 21% nell’ultima settimana in Toscana, dopo aver raggiunto il picco del 29% in quella precedente. In Italia si attesta poco sopra al 26%. Non rientrano in questo calcolo i tamponi rapidi antigenici, per i quali al momento non conosciamo l’esito (negativo o positivo confermato da tampone molecolare) e questo limita anche il confronto tra regioni, avendo ognuna politiche diverse per l’esecuzione di questi test.

Questa diminuzione si è osservata più o meno su tutto il territorio regionale (-42% di nuovi positivi rispetto alla settimana prima). Ricorrendo al livello di rischio basato sull’incidenza di nuovi casi e l’andamento in aumento o diminuzione rispetto alla settimana precedente, negli ultimi 7 giorni tutte le zone socio-sanitarie toscane sono uscite dal livello di rischio massimo, individuato da un’alta incidenza (>200 casi settimanali ogni 100mila abitanti) e trend in forte aumento (>50% rispetto a settimana precedente) e alcune zone sono scese nel livello più basso (figura 3). Le zone meridionali sono le prime ad essersi riportate su livelli di rischio minimo. Come abbiamo sempre riportato, infatti, in questi territori l’epidemia ha colpito meno duramente fin dall’inizio, anche se nelle settimane precedenti avevamo osservato alti livelli di contagio anche nelle provincie di Livorno, Siena e Grosseto.

Figura 3. Diffusione dell’epidemia per zona. Classificazione del rischio. Toscana.

figura 3
L’età media dei nuovi contagiati dal Sars Cov 2, dopo il forte abbassamento nei mesi estivi, ha ripreso ad aumentare settimana dopo settimana, raggiungendo i 48,5 anni negli ultimi 7 giorni, rispetto ai 40,6 anni medi di inizio settembre.  

L’aumento dell’età media, più che all’incremento dell’incidenza tra gli anziani (che si mantengono invece stabili o in diminuzione nell’ultima settimana), è dovuto alla forte diminuzione dei nuovi contagi nelle fasce d’età giovanili (dai 14 ai 24 anni soprattutto), come rappresentato in figura 4. Già dalla prima settimana di novembre, infatti, i nuovi positivi in queste fasce d’età hanno subito una forte diminuzione, a causa (o grazie) all’introduzione della didattica a distanza (24 ottobre), all’interruzione delle attività extra-scolastiche e sportive e alla contestuale chiusura dei locali serali, mentre gli altri trend hanno continuato lentamente a salire, fino alla diminuzione osservata dell’ultima settimana. Come detto, la buona notizia è rappresentata dalla diminuzione dell’incidenza anche tra gli over65 e gli over85, che sappiamo essere i più suscettibili alle manifestazioni cliniche più severe del virus.

Figura 4. Nuovi positivi settimanali per classe d’età. Valori per 100mila abitanti. Toscana.
Figura 4
La forte diminuzione dei giovani contagiati, rispetto agli anziani, contribuisce a spiegare l’andamento della casistica dei nuovi postivi per stato clinico più grave (da asintomatico al decesso) manifestato durante il decorso della malattia (figura 5). Le persone che restano totalmente asintomatiche durante tutto il periodo dalla positività alla negatività al tampone si attestano nelle ultime due settimane intorno al 50%, dopo aver raggiunto valori superiori al 60% ad ottobre, quando molti contagiati provenivano dalle fasce d’età degli adolescenti e dei giovani under30. Come detto più volte, in queste fasce d’età è molto meno probabile sviluppare sintomi, per di più severi. In generale la riduzione degli asintomatici è stata comunque compensata da un aumento della casistica

che ha manifestato sintomi lievi, piuttosto che da quella con stato almeno severo.

Figura 5. Nuovi positivi settimanali per stato clinico più grave raggiunto durante la malattia. Valori %. Toscana.
Figura 5
Per quanto riguarda gli ospedali, sembra che la nostra regione abbia superato il picco di questa seconda ondata e da alcuni giorni le persone ricoverate in reparti Covid hanno cominciato a diminuire (figura 6). Le terapie intensive, al loro giorno di picco, hanno raggiunto i 298 posti letto occupati, lo stesso numero raggiunto al picco di inizio aprile scorso. I ricoverati totali hanno invece raggiunto i 2.101 posti letto occupati, contro i 1.437 di aprile (+46%). 

Durante la prima ondata ci vollero circa due mesi, da inizio aprile a inizio giugno, per vedere scendere sotto i 100 i ricoverati in reparti Covid in Toscana, effetto per lo più dei 70 gg passati in lockdown dall’11 marzo. È difficile fare ipotesi sui tempi della nuova riduzione che caratterizzerà la seconda ondata, perché la pressione sugli ospedali dipende non solo dall’andamento che avrà l’epidemia dei casi nelle prossime settimane, ma anche dalla durata delle degenze dei ricoverati, che in questa seconda fase sembrano mediamente più brevi della prima, grazie probabilmente alla maggior tempestività dei ricoveri, che contribuisce alla minor severità, e all’efficacia di alcune terapie in grado di evitare il ricorso alla terapia intensiva.

Figura 6. Ricoverati Covid19 prevalenti, per reparto. Toscana.
Figura 6
Attualmente la Toscana ha 52 ricoverati in reparti Covid ogni 100mila abitanti, contro i 62 per 100mila in Italia, 12esima regione in Italia. La regione con più ricoverati, rispetto alla popolazione residente, è il Piemonte con 122 posti letto occupati ogni 100mila abitanti, seguito dalla Val d’Aosta (115 per 100mila) e dalla Lombardia (87 per 100mila) (figura 7). Come detto nelle settimane scorse, questa seconda ondata ha comportato una maggior pressione sugli ospedali in tutte le regioni italiane, ad eccezione di quelle settentrionali, che già a marzo-aprile avevano avuto livelli di ospedalizzazione molto alti.

Figura 7. Ricoverati Covid19 prevalenti per 100mila abitanti, per reparto. Regioni.
Figura 7
Cominciano ad aumentare notevolmente anche le persone guarite, essendo ormai passate diverse settimane dall’inizio della seconda ondata. Sono state mediamente 2.358 ogni giorno durante l’ultima settimana, rispetto alle 1.784 di quella precedente e alle 810 di due settimane prima. Oltre al tempo che passa, hanno inciso poi anche le modifiche nei criteri di individuazione delle guarigioni. È sufficiente adesso un solo tampone negativo o 21 giorni trascorsi dalla prima positività per essere considerati guariti e, come detto, la regione si mantiene stabile su circa 9mila tamponi molecolari di controllo giornalieri.

Tutto ciò sta contribuendo a snellire le procedure e far abbassare il numero di toscani attualmente positivi. Stanno infatti progressivamente diminuendo le persone ancora positive al Sars Cov 2, scese a 46.531 dopo aver raggiunto il picco massimo di 54.152 il 17 novembre (figura 8).

Figura 8. Andamento dell’epidemia Covid19. Toscana.
Figura 8
Come atteso, sulla base dell’andamento dell’epidemia delle settimane precedenti, continua la crescita dei decessi settimanali osservati. Durante l’ultima settimana in Toscana abbiamo avuto mediamente 56 deceduti ogni giorno (a marzo-aprile non superammo praticamente mai i 30 decessi giornalieri). L’età media

dei deceduti nell’ultima settimana è stata di poco superiore agli 83 anni, dal 10 ottobre in poi ha oscillato da 82,3 anni a 84,8 anni nella settimana in cui ha raggiunto il valore più alto.

L’impatto di questa seconda ondata sulla mortalità è quindi decisamente maggiore in Toscana. Anche se per avere un dato confrontabile dovremo attenderne la conclusione, sono 1.375 i deceduti per Covid19 dal 1° settembre a oggi, mentre erano stati 1.141 in tutto da marzo ad agosto. Come per gli ospedali, anche l’impatto della mortalità è maggiore nelle regioni che nella prima fase erano state probabilmente preservate dal lockdown nazionale, che aveva fatto sì che i decessi nazionali provenissero da poche regioni del Nord, Lombardia principalmente.

I deceduti sono cominciati ad aumentare gradualmente dalla seconda parte di ottobre, come atteso a distanza di circa due settimane dall’impennata dei contagi, e hanno raggiunto il valore di 1,5 decessi giornalieri ogni 100mila toscani nell’ultima settimana, a fronte dell’1,2 per 100mila in Italia (figura 9). La Toscana è 10° in Italia per mortalità totale dall’inizio dell’epidemia, con 67 deceduti ogni 100mila abitanti, a fronte di una media italiana di 89 per 100mila La Val d’Aosta è la regione con la mortalità più alta (se rapportata alla popolazione residente), con 240 deceduti ogni 100mila abitanti, seguita da Lombardia con 213 decessi per 100mila abitanti e Liguria (151 per 100mila).

Figura 9. Deceduti Covid19 giornalieri per 100mila abitanti. Media su 7 giorni. Toscana e Italia.
Figura 9
La Valle d’Aosta è la regione che nell’ultima settimana ha fatto registrare il valore più elevato in Italia, con 2,7 deceduti giornalieri ogni 100mila abitanti, seguita dalla P.A. di Bolzano e Friuli (2 per 100mila) e dal Piemonte (1,8 per 100mila).

Rispetto alla settimana precedente, in Toscana i decessi sono aumentati mediamente del 20%, contro il +15% in Italia. Tra le regioni con gli incrementi più elevati troviamo Abruzzo e Friuli (+65%), Puglia (+59%) e Campania (+32%).

Conclusioni

L’aumento dei tamponi, ma soprattutto l’entrata in funzione delle tre centrali di tracciamento volute dalla Regione Toscana, hanno finalmente riportato completamente sotto controllo la tracciatura dei casi. Ora che la numerosità dei casi scenderà più decisamente, potremo tornare a concentrarci maggiormente anche sul tracciamento dei contatti dei nuovi positivi e questo auspicabilmente comporterà una ulteriore forte diminuzione della circolazione dell’epidemia. Ricordiamo che la maggiore organizzazione del tracciamento, parallelamente alle restrizioni di movimento, ha portato la nostra regione a sperimentare la maggiore riduzione dei tassi di positività nell’ultima settimana.

Come detto, il numero delle persone testate sta parzialmente diminuendo, complice l’elevato numero di tamponi destinati al controllo delle persone già positive per la certificazione della loro avvenuta guarigione. Anche la percentuale di casi positivi sui tamponi diagnostici (primi test a soggetti mai positivi) diminuisce in maniera significativa, ma probabilmente meno rapidamente di quello che potremmo aspettarci, poiché i test antigenici per lo screening di prima diagnosi, che cominciano ad essere quasi 3mila ogni giorno, non sono considerati al denominatore, con tutti i tamponi eseguiti (almeno sommando tutti i casi negativi al test antigenico), nel calcolo del rapporto tra positivi e testati.

Finalmente si comincia ad apprezzare anche la diminuzione del numero dei ricoverati: nelle terapie intensive molto più lentamente, visti i tempi di degenza mediamente più lunghi (anche se si apprezza un piccolo segno negativo in questa settimana), mentre è più sensibile la diminuzione riscontrata per i ricoverati totali in area Covid. Sulla riduzione ha un impatto ovviamente il ritmo delle nuovi ammissioni, fortemente rallentato rispetto alle settimane precedenti grazie alla diminuzione dei nuovi positivi, ed il numero delle dimissioni, che riguarda ovviamente persone contagiate settimane fa, guarite ma anche purtroppo decedute.

Il numero di decessi purtroppo rappresenta ancora il punto dolente: oramai è chiaro a tutti che il trend dei deceduti segua quello dei nuovi positivi con circa 2-3 settimane di ritardo. Naturalmente speravamo che la sua ampiezza complessiva fosse minore, e sul fenomeno della mortalità dovremo riflettere ancora a lungo per capire quali fattori incidano sull’elevata variabilità della mortalità da regione a regione e da paese a paese. Ma ci dobbiamo rassegnare al fatto che i deceduti rimangano su questi livelli ancora per una settimana almeno, prima di cominciare a diminuire.

Infine qualche ragionamento sul futuro che ci attende. Continuiamo ad osservare l’accelerazione verso il basso delle curve dei casi e dei ricoveri, cercando di prevedere quale sarà il livello del contagio prima di affrontare gli effetti delle riaperture dovute al passaggio di colore, compresa quella delle scuole superiori, che avverranno a partire probabilmente da gennaio. 

Dobbiamo pensare che nel nuovo anno, prima che terapie e vaccini - che dovranno essere testati e sicuri - possano essere messi a disposizione della popolazione, potremo andare in contro ad un nuovo aumento dei casi. Sarà quindi importante riaprire le attività con il più basso numero possibile di contagi (che ovviamente non potranno essere quelli pre-estivi) e con la stessa organizzazione che è stata implementata nell’ultimo mese e mezzo dalla Regione Toscana: tracciamento, ampliamento dell’offerta dei test antigenici da utilizzare in setting specifici, RSA e scuole innanzitutto (senza dimenticare il ruolo importante che potrebbe avere per quest’ultimo ambito l’auspicato potenziamento dei trasporti), alberghi sanitari Covid e strutture di cure intermedie.

Va ricordato quindi che le “libertà” che verranno riconquistate dovranno essere gestite dalla popolazione con i comportamenti individuali di maggiore responsabilità che sono stati adottati negli ultimi due mesi: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Poter arrivare all’estate con minori limitazioni possibili dipende molto, a questo punto, dai nostri comportamenti.

 

A cura di  F. Profili, S. Bartolacci, M. Santini, F. Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana


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Epidemia coronavirus in Toscana nella seconda ondata: le curve dei contagi e dei ricoveri verso il loro picco (a dispetto del doppio salto di colore)

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Questa è stata la settimana in cui la Toscana è stata "colorata" prima con l'arancione e poi con il rosso, in soli tre giorni, attraverso il sistema di monitoraggio adottato dal Ministero della Salute e costruito dall’Istituto superiore di sanità, sistema che abbiamo analizzato piuttosto criticamente in un recente approfondimento pubblicato sul nostro sito web. 

Di che colore sei? Guida per orientarsi nel sistema di monitoraggio dell’ISS (tra DPCM e Decreti ministeriali attuativi)

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L’obiettivo di questo approfondimento è quello di provare a fare un po’ di chiarezza sul complesso sistema di monitoraggio del rischio sanitario attualmente utilizzato dal Ministero della salute per la classificazione delle Regioni e Province autonome secondo lo schema “a semaforo” (verde, giallo, arancione e rosso) a cui, come noto, sono associati progressivi livelli di restrizioni alle attività e alla mobilità (vedi infografica con la sintesi delle misure per ciascuna area, prodotta dalla presidenza del Consiglio dei Ministri).

L'epidemia corre anche in Toscana. Gli ospedali si organizzano per rispondere. La necessità di non abbandonare il tracciamento

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L'andamento dell'epidemia in Italia
La diffusione dell’epidemia Covid19 ha subito una netta accelerazione nelle ultime quattro settimane, in tutta Italia.
La figura 1 mostra l’andamento dei nuovi positivi al tampone negli ultimi due mesi in Italia, per settimana. Nell’ultimo mese il dato è quasi raddoppiato da una settimana all’altra, con una leggero rallentamento in quella appena terminata.
Questo trend non dipende solamente dall’aumento delle persone testate, passate da 455.276 della settimana dal 3 al 9 ottobre a 767.076 della settimana dal 24 al 30 ottobre (+68,5%), ma anche dal netto aumento della percentuale di persone trovate positive sul totale di quelle testate: dal 5,2% della prima settimana di ottobre al 21,2% dell’ultima settimana.

I numeri salgono. Attenzione al carico ospedaliero. Qualche suggerimento per governare la seconda ondata cercando di evitare la sindrome del "ve l'avevamo detto"

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Andamento dei casi e distribuzione geografica
L’andamento esponenziale nella progressione dei casi che avevamo iniziato ad osservare 15 giorni fa nella nostra regione si è confermato in tutta la sua forza in questo ultimo periodo. I positivi sono quasi quintuplicati nel corso dell’ultimo mese: erano 833 quattro settimane fa, poi 839, 1.901 e 3.992 nell’ultima settimana. I tamponi analizzati ormai si sono stabilizzati mediamente oltre i 10.000 giornalieri, con un calo contenuto delle analisi fatte durante il fine settimana.
L’Italia ha toccato ieri per la prima volta i 10.000 casi giornalieri, distribuiti piuttosto uniformemente tra le regioni, con Lombardia e Campania che evidenziano, per i numeri assoluti che le contraddistinguono, le situazioni di maggior criticità.

Andamento dell'epidemia da nuovo coronavirus in Italia e in Toscana in settembre. Tenere sotto controllo il nuovo incremento dei casi monitorando le popolazioni fragili. I rischi futuri di ospedalizzazione e dei decessi

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Andamento nazionale e toscano dei casi
Usciti dal periodo estivo, si assiste in Italia ad un aumento costante dei casi positivi rilevati e segnalati alla Protezione civile, che dopo essersi assestato per tutto il mese di settembre intorno ai 1.800 casi giornalieri, negli ultimi giorni ha preso una direzione sostenuta, superando i 2.500 casi giornalieri (vedi figura qui sotto).

Coronavirus in Europa, Italia e Toscana: aumento dei casi nei mesi estivi nella nostra regione, soprattutto fra giovani e stranieri, ma pochi sintomatici, ricoverati e decessi. Non abbassare la guardia con apertura della scuola e autunno alle porte.

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Si è appena concluso il mese di agosto, che ha visto in tutta Europa il riaffacciarsi di un numero medio di contagi giornalieri per SARS-CoV-2 che non si registravano dalla fine di aprile e maggio.

Relativamente alla situazione europea, la Germania, ma soprattutto la Francia e la Spagna, paesi che per caratteristiche dell’epidemia sono comparabili all’Italia, hanno segnato un forte rialzo nella numerosità dei casi, mentre il contagio sembra oramai essersi diffuso largamente anche nei paesi dell’est Europa e dell’area balcanica.

Lo stato endemico del virus: in Toscana bene i ricoveri e i decessi, quasi ridotti a zero, attenzione al piccolo rialzo dei casi

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A 5 mesi dall'avvio dell'epidemia di Sars Cov-2 in Italia ed in Toscana, proviamo a fare il punto sulla diffusione nella nostra regione all’interno del quadro italiano.

Dopo un periodo di costante discesa delle nuove diagnosi che aveva caratterizzato i mesi di maggio e di giugno, dall’inizio di luglio stiamo assistendo ad un piccolo rialzo dei contagi: le infezioni giornaliere registrate in Toscana erano mediamente 5 nell’ultima settimana di giugno, mentre in questi ultimi giorni sono tornate ad essere 11 in media, come a fine maggio.

Quattro mesi di epidemia di Covid in Toscana: il punto della situazione

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Nell’ultimo mese l’epidemia di Covid in Toscana, come quasi in tutta Italia, sembra avere finalmente trovato il suo punto di arresto: sono stati notificati 158 nuovi casi complessivamente, per una media di poco più di 5 giornalieri, a fronte di una capacità di intercettare i casi da parte dei nostri servizi in media di circa 3000 tamponi al giorno, capacità che quindi non è mutata pur nella diminuzione della diffusione dell’epidemia.

Tra contagio zero e realtà, la Toscana e l'Italia alla prova della riapertura totale: ritorno alla normalità mantenendo alta l'attenzione

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E’ passato un mese oramai dalla temuta apertura integrale del 18 maggio, momento in cui è stata ridata la possibilità a tutti i cittadini italiani e toscani di potersi muovere liberamente sul territorio nazionale: è possibile quindi commentare i dati a disposizione, cercando di collocare la circolazione del coronavirus in Toscana all’interno del quadro nazionale.

Verso la fase tre: diffusione dell'epidemia da covid-19 e gravità dei casi, la Toscana nel contesto italiano

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E’ quasi passato un mese dalla riapertura del 4 maggio, quindici giorni da quella integrale del 18 maggio. L'Ars Toscana “scatta la fotografia” sull’andamento della fase 2. La situazione in Toscana è del tutto favorevole: nell’ultima settimana sono emerse complessivamente 47 nuove diagnosi (nella mappa geografica qui sotto le nuove diagnosi dell’ultima settimana rappresentate dai pallini blu): in media 6,5 nuove diagnosi giornaliere.

Convivere con il virus. Analisi settimanale dell'andamento dell'epidemia

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A due settimane dalla riapertura del 4 di maggio siamo in grado di fornire una prima, parziale, valutazione degli effetti che questa ha potuto avere sul diffondersi dell’epidemia. 

Negli ultimi 15 giorni, in Toscana solo 4 volte la numerosità dei nuovi casi ha superato le 30 unità giornaliere e nelle ultime 3 settimane la media dei nuovi casi medi giornalieri è passata da 47 a 25 ed ora a 20 (era 292 nell’ultima settimana di marzo). Sempre più spesso questi casi rappresentano conferme a seguito dell’attività di screening attraverso i test sierologici, implementata dalla Regione Toscana dalla fine di aprile, o attraverso i tamponi effettuati sui soggetti che si presentano in ospedale per un evento acuto o per una pre-ospedalizzazione. Ricordiamo che ad oggi sono state testate nella nostra regione oltre 88.000 persone attraverso la campagna di test sierologici (1.300 circa quelle avviate al test di conferma con tampone).


La percentuale di casi positivi sui casi testati (escluse le guarigioni) è stabile all’1% da diverse settimane e pone la Toscana tra quelle regioni che sembrano avere maggiormente la situazione sotto controllo, soprattutto se la compariamo a tutte quelle regioni a larga diffusione dell’epidemia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, L’Emilia Romagna, Marche).

fig1 voller 23mag2020
Ma non è il solo dato positivo: il forte innalzamento della percentuale dei guariti ha portato la Toscana tra le regioni con maggior quota di soggetti che hanno concluso il loro episodio di malattia (settima regione). Le guarigioni in Toscana, adesso, sono oltre il 10% in più della media italiana
Con i dati aggiornati al 22 maggio, delle 10.035 persone che si sono ammalate di Covid-19 in Toscana dall’inizio dell’epidemia: il 72,1% sono guarite, il 10,1% sono purtroppo decedute, il 15,8% sono in isolamento domiciliare (con uno stato clinico che può quindi essere seguito e curato a domicilio o totalmente asintomatico), ed il 2,0% è ricoverato in ospedale. La somma delle ultime due percentuali ci fornisce la quota delle persone in una condizione “attiva” rispetto al virus, i cosiddetti “attualmente positivi” come definiti dalla Protezione civile: sono il 17,8% della casistica, una percentuale che finalmente permette una maggiore tranquillità della gestione clinica (soprattutto ospedaliera) di questi soggetti.

fig 2
Il dato sui ricoveri, fortemente positivo: sono 50 giorni consecutivi che il numero dei ricoveri totali diminuisce. Nei nostri ospedali si osserva il succedersi della chiusura di alcuni reparti di terapia intensiva e la riduzione di posti letto dedicati ai soggetti covid. Tutto questo permette di fare alcune considerazioni rispetto alla gestione dei casi in Toscana da parte dei servizi. Come noto, la percentuale dei ricoveri in Toscana è sempre stata piuttosto bassa

rispetto alla casistica attiva: attualmente è il 10% dei casi attualmente positivi, quintultima regione in Italia poco sopra al Veneto. In Toscana quindi si è probabilmente cercato di seguire di più i casi sul territorio, casi che come sappiamo si sono evoluti mano che passavano le settimane verso stati clinici asintomatici e/o pauci sintomatici. Solo la casistica più grave è stata quindi indirizzata verso il ricovero, con un maggiore utilizzo delle terapie intensive rispetto alle altre regioni. Le terapie intensive sono state utilizzate anche verso casistiche che sarebbero potuto essere trattate in reparti Covid ordinari, ma che abbiamo deciso di gestire in maggiore sicurezza e tranquillità all’interno dei reparti di terapia intensiva.

Rispetto alla presa in carico territoriale, ricordiamo inoltre che oltre ai servizi dei Dipartimenti di Prevenzione, la Regione Toscana ha strutturato un servizio territoriale, le cosiddette USCA - Unità speciali di continuità assistenziale: grazie al sistema informativo unico regionale, predisposto dal Settore Sanità digitale e innovazione e illustrato in dettaglio nell'allegato all'ordinanza n. 34, è stato possibile dotare gli equipaggi, su tutto il territorio regionale, di uno smartphone con un’app appositamente sviluppata capace di raccogliere i parametri vitali dei pazienti a domicilio e di registrare in tempo reale tutte le prestazioni erogate. Questo servizio ha effettuato circa 70.000 prestazioni sul nostro territorio.

Rispetto ai decessi, purtroppo al 21 maggio sono più di 1000 le persone la cui causa di morte è direttamente attribuibile a Covid-19. La numerosità media giornaliera si è abbassata nel corso delle settimane: 4 in media nell’ultima settimana, erano 25 alla fine di marzo. Oramai è molto chiaro come fattori legati all’età ed alla comorbidità, oltre all’assenza di un trattamento efficace dedicato alla malattia, siano determinanti nel produrre l’esito più grave. Le analisi dell’Ars sulla Piattaforma ISS dei casi Covid hanno mostrato come un uomo abbia oltre due volte il rischio di morire, una volta ammalatosi, rispetto a una donna. L’effetto dell’età è altrettanto forte, con un progressivo aumento del rischio per le classi d’età più elevate: già a partire dai 65 anni, rispetto alla classe d’età 60-64 anni, il rischio aumenta di almeno due volte e di fatto raddoppia al passaggio da una classe d’età all’altra (vedi figura qui sotto).

Rischio di decesso per classe d’età (vs età 60-64 anni) aggiustato per genere e comorbilità. Toscana.
fig 3
Inoltre, a parità di età e genere, la probabilità di morire per un malato Covid-19 con pregresse patologie croniche è circa 3 volte quella di un malato di Covid-19 senza alcuna patologia: tra le patologie i rischi maggiori si osservano tra i pazienti con patologie neurologiche, renali o respiratorie.


Alcune considerazioni finali su alcuni temi di stringente attualità. Minor carica virale del virus? Questo è un tema che nelle ultime settimane ha appassionato molto sia i media che gli scienziati, nel tentativo di inquadrare altri fattori concorrenti, oltre alle misure di distanziamento fisico operate dal lockdown. Sappiamo però come la perdita di virulenza non sia al momento dimostrata in vitro o nell’animale da esperimento. Quello che possiamo affermare con certezza, però, è la continua e progressiva emersione di casi asintomatici o pauci sintomatici, che anche in quest'ultima settimana - che stiamo cominciando ad utilizzare come verifica della prima apertura (vedi figura qui sotto) - supera l’80% dei casi.

fig 4

Il dato della minor gravità dei casi (e non del virus) che i servizi territoriali e ospedalieri toscani stanno incontrando lo si desume anche dalla percentuale di utilizzo delle terapie intensive sui casi totali (compresi i deceduti ed i guariti).


Rapporto tra ricoverati in terapia intensiva e casi totali in Toscana ed in Italia. 11 marzo -22 maggio 2020.
fig 5

Come si può evincere dalla figura, la quota dei casi più gravi (identificati dai ricoveri in terapia intensiva) si è ridotta costantemente in Toscana (come in Italia) ed è adesso allo 0,4% nella nostra regione. Questa riduzione sembra non dipendere dall’ampiamento progressivo dell’offerta dei tamponi che c’è stata fino all’inizio di aprile, e che potrebbe aver portato ad identificare una quota maggiore di asintomatici. L’andamento in discesa si è confermato, inoltre, anche nei momenti in cui il sovraccarico ospedaliero ha insistito in alcune regioni italiane, anche se la Toscana si è parzialmente salvata da questo fenomeno. Sicuramente su questa riduzione può avere invece influito una maggiore conoscenza ed utilizzo delle terapie che hanno impatto se utilizzate nei tempi precoci sulla malattia, permettendo ai soggetti lievi di non peggiorare il proprio stato clinico.

Se non possiamo dire quindi che il virus sia meno aggressivo, possiamo sicuramente affermare che la quota di casi gravi diminuisce e che questo non è il mero risultato della percentuale dei nuovi casi che sta diminuendo.

I tempi di guarigione da Covid-19 sono un tema fondamentale, non solo a livello dei meccanismi che regolano l’accertamento della negatività (dopo 15 gg negli asintomatici, per esempio con doppio tampone di negatività accertato), ma anche per una corretta interpretazione dei tempi di svuotamento dei reparti ospedalieri. Le analisi condotte sui dati della Piattaforma dei casi toscani ci dice che i tempi di guarigione sono molto più lunghi di quello che leggiamo in letteratura: la media è 35 gg al di là degli stati clinici, e può arrivare ai 41 gg sui casi clinici gravi.

Ad oggi una corretta valutazione della prima riapertura non può arrivare a considerazioni conclusive: al di la della numerosità dei casi, che potrà oscillare nei prossimi giorni grazie al maggiore movimento delle persone ed alla totale riapertura avvenuta, i parametri da tenere in considerazione per prendere decisioni sono innanzitutto l’emergere di eventuali nuovi focolai che andranno immediatamente intercettati, lo stato clinico dei nuovi casi e l’eventuale occupazione di posti letto ospedalieri in terapia intensiva, monitorando costantemente la gravità dei casi. 


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Fabio Voller, Simone Bartolacci, Francesco Profili - ARS Toscana 

Il rischio di decesso tra i malati di CoViD-19

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La letalità da CoViD-19, cioè la probabilità di morire tra i malati, è ancora un indicatore difficilmente misurabile senza rischiare di ottenere una misura resa imprecisa dai possibili bias (distorsioni) legati alla raccolta dei dati e ai tempi della prognosi della malattia.

Le caratteristiche dei bambini e dei ragazzi affetti da Covid-19 in Toscana

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Le analisi relative alla diffusione del virus tra i bambini sono per adesso concordi su pochi punti: anche i bambini si ammalano di COVID-19 ma le infezioni sono meno gravi. Questo è in estrema sintesi ciò che emerge dagli articoli finora pubblicati, che si basano soprattutto su casistiche cinesi ma che sono stati confermati recentemente anche da una casistica italiana di bambini che hanno avuto accesso al Pronto soccorso.

Verso la fine dell'effetto del lockdown e del distanziamento fisico: come cambia la diffusione dell'epidemia da Covid-19 in Toscana nell'ultima settimana

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Siamo oramai quasi arrivati alla fine della seconda settimana della cosiddetta fase 2, ci stiamo quindi avvicinando al momento, probabilmente a partire da martedì 19 maggio, in cui cominceremo a valutare se la riapertura di alcuni settori economici e produttivi e la maggiore circolazione sul territorio della popolazione all’interno dei confini della nostra regione avranno o meno determinato un impatto sull’andamento dell’epidemia.

La letalità del nuovo coronavirus

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    Per gli ultimi aggiornamenti sul nuovo coronavirus, consulta anche il nostro articolo principale

     

    Nuovo coronavirus: ultimi aggiornamenti

Premessa
I coronavirus sono una famiglia variegata di virus responsabili di malattie di gravità diversa, che vanno dal comune raffreddore fino ad arrivare a malattie più serie come la sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e la sindrome respiratoria mediorientale (MERS). Prendono il nome dall’aspetto a corona dovuto alle spicole (o spike), che costellano la superficie esterna del virus. Circolano abitualmente sia negli animali (per le specie di nostro interesse sembrano avere particolare importanza pipistrelli e cammelli) che nella popolazione umana. Generalmente non devono spaventare: non si tratta infatti di un evento raro che alcuni virus che comunemente circolano tra gli animali, grazie a mutazioni evolutive, riescano ad adattarsi al sistema immunitario dell’uomo.

Stili di vita e comportamenti alla guida degli adolescenti toscani: l’indagine Edit in 90 scuole

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A febbraio 2018 è partita la quinta edizione dell’indagine Edit (Epidemiologia dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana), uno studio multicentrico ideato e realizzato dalla nostra Agenzia con cadenza triennale. Lo scopo di questa rilevazione, la cui prima edizione è stata condotta ormai 13 anni fa, è quello d'indagare gli stili di vita e i comportamenti alla guida di un campione rappresentativo di studenti iscritti alle scuole secondarie di II grado della nostra regione (età compresa tra i 14 e i 19 anni).