Gioco d’azzardo, dati economici in Italia
L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato (AAMS), dal 2008 al 2011, ha registrato un progressivo aumento della raccolta di denaro (il volume di spesa prima di erogare le vincite) proveniente dal gioco: da 47,6 a quasi 80 miliardi di euro. Dal 2012, con circa 70 miliardi di euro di raccolta, si è verificata una battuta d'arresto (uno dei molti effetti della crisi economica). Il dato riferito al 2014 mostra una lieve ripresa. La raccolta infatti ammonta a circa 84,5 mld. di euro (di cui 47 mld. in slot e videolottery), le vincita a circa 67 mld. di euro e la spesa dei giocatori ad oltre 17 mld. di euro. Tra le province italiane Milano è quella dove si gioca di più (spesa 2013: circa 5,9 mld.), seguita da Roma (circa 5,3 mld.) e Napoli (3,5 mld.). I giochi che vanno per la maggiore sono quelli con vincita immediata (slot, videopoker, lotterie e Gratta e vinci). Secondo la stessa fonte in Toscana, nel 2014, la raccolta di denaro da gioco è arrivata a 4,5 milioni di euro con una vincita pari a 3,4 milioni di euro e una spesa giocatore di oltre 1 milione di euro.
Giocare e gioco d'azzardo patologico (GAP): i dati italiani sugli adulti
Rispetto al consumo di eroina o all'abuso di alcol, il gioco d'azzardo è
socialmente accettato e percepito come un normale passatempo. Ciò ha in parte influenzato la
consapevolezza del reale rischio che questa attività rappresenta nella sua forma patologica. Per di più l'accessibilità al gioco, nell'ultimo ventennio, è aumentata sensibilmente e, con questa, anche la proporzione dei giocatori e l'
entità del fenomeno ludopatico.
Secondo quanto riportato in letteratura, circa l'80% della popolazione adulta gioca o ha giocato a un gioco d'azzardo. Nel mondo la prevalenza di giocatori patologici e problematici coinvolge dallo 0,2% al 5,3% della popolazione adulta [
Mc Millen and Wenzel 2005;
Hodgins et al. 2011]. Sarebbero
oltre 800.000 gli italiani a farne le spese in termini di patologici (circa 1,6%). Altri studi mostrano
come si distribuisce il GAP nei diversi segmenti di popolazione. In particolare, i maschi risultano più coinvolti delle femmine in questa problematica (rapporto M/F = 9:1), anche se, nel tempo, questa differenza tende a diminuire. L'
età media delle donne con problemi legati al gioco è più alta dei maschi, ma il percorso verso la dipendenza è più veloce. Tuttavia le donne con problemi o dipendenza da gioco d'azzardo si recano prima in trattamento.
Per quanto riguarda la
diffusione del gioco d'azzardo e del GAP nella
popolazione adulta italiana, tra le principali fonti di dati emerge lo
Studio IPSAD (IFC-CNR Pisa). Dall'ultima indagine, condotta nel 2013-2014, risulta che
il 42,9% (17 milioni di persone)
ha giocato almeno una volta somme di denaro. Di questi,
oltre 5 milioni sono giovani adulti (15-34 anni). Inoltre, meno del 15% dei giocatori ha un comportamento definibile "a basso rischio", il 4% "a rischio moderato" e l'1,6% "problematico" (quasi 1 milione di abitanti). Secondo la relazione annuale al Parlamento 2015 (Dipartimento Politiche antidroga), il totale di pazienti in carico ai Servizi per GAP ammonta a oltre 12.300 persone.
In Toscana il
quadro epidemiologico della diffusione del gioco d'azzardo e della ludopatia nella popolazione generale vengono stimati dai dati nazionali. Secondo la fonte già citata, sarebbero infatti
circa 30.000 i residenti toscani affetti da GAP e, nel 2015, erano circa 1.500 gli utenti in cura presso i Servizi per le Dipendenze per la stessa patologia (oltre il 5% di tutta l'utenza afferente in Toscana), un dato significativo visto che solo 6 anni fa erano circa 300.
Gioco d'azzardo tra i giovani, Italia e Toscana
La fascia di popolazione giovanile appare più vulnerabile rispetto allo sviluppo di patologie legate al gioco d’azzardo (così come per le dipendenze in genere) e la
prevalenza di comportamenti problematici legati al gioco è
più alta rispetto alla popolazione generale (5-6%) [
Slutske et al. 2009]. Ad oggi, ciò che rende ancor più alto il rischio è la
rapida diffusione del remote gambling, una modalità di gioco che si attua per mezzo di internet, telefonia (fissa e mobile) e TV digitale e/o interattiva. Questa, abbinata al dilagare dell’uso di
smartphone (sempre connessi), di cui sempre più ragazzi vengono in possesso, fa riflettere sull’entità della
capillarizzazione del gioco d’azzardo in atto. In Italia la
diffusione del gioco d’azzardo tra gli
adolescenti viene monitorata con lo
studio ESPAD Italia (15-19 anni) [IFC-CNR Pisa] e, secondo quanto emerge dall’ultima rilevazione,
quasi la metà degli intervistati (46,7%) ha giocato d‟azzardo
almeno 1 volta nella vita e il 39,3% l'ha fatto nell’anno precedente la rilevazione. Tra chi ha giocato d‟azzardo nell’ultimo anno l’11% ha un comportamento definibile “a rischio” e l’8% circa “problematico”.
In Toscana il fenomeno del
gioco d’azzardo tra i giovani viene rilevato con lo
studio EDIT condotto da ARS ogni 3 anni a partire dal 2005 su un campione di studenti (14-19 anni). La
prevalenza del gioco nella vita riferita al 2015 risulta in linea con il dato nazionale e riguarda il
47% del campione (58,1% nel 2011), il
59% tra i maschi e il
34% tra le femmine. I giochi preferiti sono ancora le scommesse sportive e i Gratta e vinci. La spesa media per scommessa non supera i 10 euro per oltre la metà dei giocatori. Inoltre al campione è stato somministrato il Lie/Bet Q, un test di
screening per identificare la quota di ragazzi potenzialmente
a rischio di sviluppare un problema con il gioco. I positivi a questo test rappresentano il 7,3%, con
forti differenze di genere, anche nella distribuzione per età: le prevalenze delle femmine rimangono costanti, mentre quelle maschili aumentano proporzionalmente.
Per approfondire:
Ultimo aggiornamento: agosto 2016
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Nato dalla necessità di migliorare le conoscenze sulle possibili cause degli incidenti stradali, lo studio EDIT (Epidemiologia dei determinanti dell'infortunistica stradale in Toscana) ha coinvolto un campione di studenti delle scuole medie superiori della regione Toscana rappresentativo per AUSL e per tipologia di istituto, mediante la somministrazione di un questionario anonimo.
Molti gli ambiti investigati: dai comportamenti alla guida, all'uso di alcol e tabacco, dall'alimentazione all'attività fisica, ai comportamenti sessuali, al bullismo, al malessere psicologico, gioco d'azzardo.