ARS NEWS - 11/10/2013
La
riorganizzazione della sanità toscana costituisce uno dei temi centrali di discussione in due diversi convegni a cui l'ARS è invitata a partecipare.
Al convegno
Innovazione e ricerca: quale impatto sulle cure primarie, che si tiene oggi a Bologna, l'intervento di Paolo Francesconi, dirigente ARS, approfondisce il tema dell'
impatto dell'ospedale per intensità di cura sulle attività territoriali.
Con l’entrata in vigore della
legge n. 40 del 2005 le aziende USL toscane hanno iniziato la riorganizzazione del presidio ospedaliero di zona. Ciò è avvenuto mantenendo a livello aziendale l’organizzazione funzionale in settori specialistici omogenei, ristrutturando le attività ospedaliere in aree differenziate secondo intensità delle cure, durata della degenza ed regime di ricovero e attivando protocolli assistenziali e di cura che assicurino l’esercizio della responsabilità clinica del medico curante e l’utilizzo appropriato delle strutture e dei servizi assistenziali.
Il modello toscano di "
ospedale per intensità di cure" vuol dare risposte personalizzate alle cure dei pazienti, prevede un approccio multidisciplinare incentrato sul malato e la realizzazione di moduli/aree di ricovero “aperte e variabili”, graduati per intensità di bisogno assistenziale.
La costruzione del nuovo ospedale S. Jacopo a Pistoia viene presa ad esempio di riorganizzazione per intensità di cura che non può però prescindere da una contemporanea ed efficace riorganizzazione del territorio, per assicurare ai pazienti continuità assistenziale.
Nel convegno
Dall'assistenzialismo all'iniziativa: fare sistema ed essere attori oggi nella sanità territoriale che si terrà domani 12 ottobre l'intervento di Francesconi dal titolo
CCM: la valutazione dell’efficacia degli interventi sanitari e socio-sanitari sul territorio considera l'impatto del Chronic Care Model (CCM) a livello territoriale.
Il
chronic care model è il modello caratterizzato da una serie di elementi la cui combinazione dà come risultato: l’interazione efficace tra un paziente reso consapevole da opportuni interventi di informazione e di educazione e un team assistenziale multiprofessionale, composto da medico di famiglia, infermieri ed altre figure professionali.
Per approfondire: