ARS NEWS - 28/01/2014
A partire dagli anni ‘70 e ‘80 e tutt’oggi si osserva un aumento delle malattie degenerative e una loro ritardata insorgenza, con una progressiva diminuzione dei tassi di mortalità per tumori e per eventi cardio-vascolari acuti e con un conseguente aumento della longevità ma anche della prevalenza di malattie croniche, soprattutto nella popolazione più anziana. L’attuale crisi economica richiede senz’altro valutazioni attente sulle condizioni di salute della popolazione ed anche sulla risposta dell’assistenza sanitaria ai loro bisogni di salute.
I dati preliminari
(1) dell’indagine
Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari condotta dall’ISTAT nel 2012-13, messi a confronto con i dati della precedente indagine condotta 7 anni prima, confermano un aumento delle malattie croniche. Infatti, in
Italia la
percentuale di
residenti con almeno una
malattia cronica grave (2) è
aumentata di circa un punto e mezzo percentuale: da 13,3 residenti su 100 nel 2005 a 14,8 su 100 nel 2012. Tale crescita è da imputarsi all’effetto combinato dell’aumento della prevalenza di malattie croniche gravi negli uomini ultra-70enni e nelle donne ultra-75enni (figure 1 e 2) ed al contestuale invecchiamento della popolazione (infatti l’aumento della prevalenza standardizzata per età
(3) è più contenuto, passando da 14,6 residenti con almeno una malattia grave su 100 nel 2005 a 14,9 nel 2012).
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1) Si tratta dei dati raccolti durante i primi due trimestri dell’indagine (settembre e dicembre 2012). I dati completi dell’intera indagine (terminata a giugno 2013) saranno disponibili prossimamente. 2) Sono considerate malattie croniche gravi: diabete; infarto del miocardio; angina pectoris; altre malattie del cuore; ictus, emorragia cerebrale; bronchite cronica, enfisema; cirrosi epatica; tumore maligno (inclusi linfoma/leucemia); parkinsonismo; Alzheimer, demenze senili. Le stime si basano su dati relativi alle informazioni raccolte nei primi due trimestri, ovvero nei mesi di settembre e dicembre 2012. Il confronto con il 2005 è realizzato rispetto agli stessi mesi di rilevazione per tener conto della stagionalità dei fenomeni.3) Per prevalenza standardizzata per età si intende la percentuale di casi di una determinata patologia sulla popolazione generale (proporzione), al netto dell’effetto dell’età che ne modificherebbe il risultato. Si calcola come media ponderata delle proporzioni di prevalenza specifiche per classe di età, in cui i pesi di ponderazione sono dati dalla proporzione di individui per ciascuna classe di età appartenenti ad una popolazione utilizzata come standard.
In
Toscana si osserva però un andamento in controtendenza: la
percentuale di
residenti con almeno una
malattia cronica grave è sostanzialmente
stabile: da 14,1 residenti su 100 nel 2005 siamo passati a 14,0 su 100 nel 2012. La diminuzione è leggermente superiore se consideriamo la prevalenza standardizzata: da 13,0 residenti su 100 nel 2005 a 12,8 su 100 nel 2012 (figura 3).
Si tratta di un dato molto positivo per la nostra regione, dove evidentemente l’accresciuta longevità – tra le più alte in Italia, con un’aspettativa di vita (dati 2010) di 80,1 anni per gli uomini e 85 anni per le donne – non ha portato al temuto aumento della prevalenza di malattie croniche gravi. Questo perché, verosimilmente, la popolazione della nostra regione ha in generale
stili di vita corretti ed il
sistema sanitario regionale, anche in tempi di crisi, ha finora comunque avuto una
buona tenuta.
Ciò nonostante, l’epidemia di malattie croniche continua a essere una priorità di sanità pubblica. Infatti, a causa della particolare dinamica demografica di progressivo invecchiamento della popolazione generale (vedi figure 4 e 5), il
numero assoluto di
cittadini affetti da almeno una malattia grave residenti in Toscana è
comunque aumentato, visto che all’aumentare dell’età aumentano anche le malattie croniche gravi: il numero di residenti affetti da almeno una malattia grave è passato da circa 510 mila nel 2005 a circa a 517 mila nel 2012. Peraltro, tra altri 7 anni, considerando le proiezioni demografiche al 2019 (fig. 4 e 5), il numero di malati cronici è destinato ad aumentare ulteriormente.
Per quanto riguarda gli
anziani, i dati preliminari dell’indagine multiscopo Istat indicano inoltre un
aumento delle
disuguaglianze sociali nella salute: sono il 30,2% (28,6% nel 2005) le persone ultra-65enni con risorse economiche scarse o insufficienti che dichiarano di stare male o molto male, percentuale che scende al 14,8% fra gli anziani con risorse economiche ottime o adeguate (16,5% nel 2005). In particolare sono gli anziani del Sud Italia il gruppo di popolazione più vulnerabile.
Per approfondire