29/10/2018
Secondo le recenti
stime delle Nazioni Unite, oltre 90 milioni di migranti vivono nella regione europea dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Nel 2017 i paesi UE+ hanno registrato un calo delle domande di asilo del 44% rispetto al 2016, ma l'afflusso relativo all'asilo nell'UE+ è rimasto considerevole. Circa
tre domande su quattro sono state presentate in soli cinque paesi UE+: Germania (31%), Italia (18%), Francia (14%), Grecia (8%) e Regno Unito (5%).
In
Italia, al 31 dicembre 2017, sono presenti 130.119 richiedenti asilo e 183.681 presenze nei diversi centri di accoglienza
[Fonte: elaborazioni Ismu su dati Ministero dell'Interno e UNHCR]. La fotografia nazionale 2018 mostra una forte contrazione del flusso migratorio diretto verso il nostro paese (-87,4% rispetto al 2016): sono sbarcati in Italia 21.426 cittadini stranieri, dei quali 3.276 sono minori non accompagnati (1 gennaio - 11 ottobre 2018)
[fonte: Ministero dell’Interno - cruscotto giornaliero; ultima visualizzazione: 12 ottobre 2018].
I migranti in Toscana: numeri, processo di accoglienza, screening sanitarioIn
Toscana, l’accoglienza dei profughi, rifugiati e richiedenti asilo si è sviluppata attraverso l’attivazione di un “modello di accoglienza diffusa” basato sull’utilizzo di moduli di piccola dimensione, equamente distribuiti sul territorio regionale. Alla data del 30 settembre 2018, in 767 unità abitative risultano accolti 10.498 profughi, con una media di circa 13 persone per unità (0,3% dell’intera popolazione residente in Toscana)
[Regione Toscana su dati del Ministero del Lavoro e delle Politche Sociali: segnalazioni pervenute dai comuni – dati lordi].
Il processo d’integrazione e di accoglienza delle persone migranti, favorito dalla collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte nel fenomeno, ha recentemente visto un ulteriore sviluppo: con la
delibera n.1000/2018 la Regione Toscana ha affrontato il gap informativo riguardante lo
stato di salute dei cittadini migranti al loro arrivo nel nostro territorio. La mancanza di un protocollo informatizzato di primo screening sanitario, in grado di fornire informazioni dettagliate riferite non soltanto allo stato infettivologico, ha reso impossibile la definizione di un profilo sanitario più ampio. Pertanto, fino ad oggi, quando parlavamo di cittadini “stranieri” ci riferivamo soprattutto a persone residenti da anni sul nostro territorio e, pertanto, con
condizioni di salute sovrapponibili alla popolazione autoctona.
L’attivazione di una
scheda anamnestica di presa in carico (sindromica) compilata al momento del primo screening sanitario, consentirà una presa in carico complessiva della persona, un miglioramento della pratica clinica e la costruzione del profilo sanitario sintetico ma specifico di questi cittadini. Il
processo d’informatizzazione,
svolto dall’Agenzia regionale di sanità, consentirà ad ogni medico incaricato di accedere alla scheda anamnestica di presa in carico, costruendo una storicizzazione delle informazioni sanitarie riferite al singolo individuo. In caso di nuovi accertamenti, il medico potrà consultare le condizioni cliniche precedenti, facilitando, così, il processo di cura. L’Agenzia regionale di sanità, responsabile esterno del corretto trattamento dei dati, elaborerà i dati in forma anonima. L’attivazione dell’intero percorso, coordinato dal Centro di salute globale, è attualmente in fase di avvio.