29/1/2020
E’ quanto è emerso dai primi
risultati del progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale (SPItOSS), presentati a
Roma in ISS il
23 gennaio 2020 durante il
convegno “SPItOSS: risultati e valutazione di fattibilità di un progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale in Italia”.
SPItOSS è un
progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale coordinato dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con tre Regioni italiane, Lombardia, Toscana e Sicilia, e finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute.
A livello regionale, per la
Toscana, il progetto è
coordinato dall’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana.
I
dati raccolti dal 1 luglio 2017 al 30 giugno 2019 hanno evidenziato che ogni 1.000 gravidanze oltre la 28
ma settimana di gestazione sono morti in utero o entro 7 giorni di vita 4 bambini in Sicilia, 3,5 in Lombardia e 2,9 in Toscana,
confermando il tasso di mortalità perinatale prodotto dall’ISTAT, pari a circa 4 decessi ogni 1.000 nati, valore che colloca l’Italia in linea con Paesi, come la Francia e il Regno Unito, che hanno sistemi socio-sanitari analoghi al nostro.
I comitati di esperti che hanno eseguito le indagini confidenziali a livello regionale e nazionale, oltre ad
attribuire le cause dei decessi, hanno anche
valutato la loro evitabilità che è risultata pari a zero in Toscana, 11% in Lombardia e 38% in Sicilia.
Rispetto alla
mortalità materna si tratta di un
evento di gran lunga più frequente: 1.800 morti perinatali contro 40 morti materne per anno in Italia.
Le informazioni raccolte nei 138 presidi sanitari dotati di Unità di ostetricia, neonatologia o terapia intensiva neonatale partecipanti al progetto
hanno identificato le condizioni associate a un maggior rischio di morte perinatale (cittadinanza straniera, gravidanza multipla e parto prima della 32ma settimana di gestazione): in oltre la metà dei casi le morti avvenute durante il travaglio e il parto sono attribuibili a eventi acuti come il distacco della placenta mentre, tra le morti avvenute dopo la nascita, 1 su 5 è riconducibile ad analoghi eventi acuti
intrapartum, ma le
cause più frequenti delle morti neonatali entro i primi 7 giorni di vita sono i
disturbi respiratori e cardiovascolari del neonato seguiti, per frequenza, dalle infezioni e dalle malformazioni congenite.
Inoltre, i dati hanno evidenziato che le donne con una gravidanza a rischio partoriscono troppo spesso in ospedali non attrezzati per fronteggiare eventuali complicazioni materne o neonatali.