Vaccinazione eterologa: su The Lancet i risultati preliminari di uno studio inglese


21/6/2021
Per sopperire a carenze di approvvigionamento che altrimenti potrebbero inficiare la velocità di somministrazione dei vaccini, c'è un significativo interesse internazionale per la somministrazione della seconda dose con un vaccino eterologo (diverso da quello somministrato alla prima dose). 

Inoltre, alla luce di alcune specifiche raccomandazioni che riguardano l'uso di Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCoV-19), diversi paesi, in cui era stata somministrata una prima dose con questo vaccino, prevedono di somministrare una seconda dose con un altro vaccino: nella maggior parte dei casi con vaccini a mRNA come il Comirnaty, Pfizer–BioNTech (BNT162b2).

Nello studio multicentrico del Regno Unito Com-COV (ISRCTN 69254139), in singolo cieco, sono stati arruolati 820 partecipanti, costituiti da una coorte che doveva ricevere la seconda dose (N=100) e da una coorte generale (N=720). 

Lo studio prevede che la metà dei soggetti appartenenti alla coorte generale (n=360) ricevano la seconda dose dopo 28 giorni e l’altra metà dopo 84 giorni. All'interno della coorte che aveva ricevuto già la prima dose, è prevista una randomizzazione 1:1:1:1 a ricevere la seconda dose dopo 28 giorni secondo i seguenti bracci:

› Prima dose con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19), seconda dose con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19)
› Prima dose con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19), seconda dose con Comirnaty, di Pfizer–BioNTech (BNT162b2)
› Prima dose con Comirnaty, di Pfizer–BioNTech (BNT162b2), seconda dose con Comirnaty, di Pfizer–BioNTech (BNT162b2)
› Prima dose con Comirnaty, di Pfizer–BioNTech (BNT162b2), seconda dose con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19)

All'interno della coorte generale i partecipanti è prevista una randomizzazione 1:1:1:1:1:1:1:1 ai seguenti bracci:

› Prima dose con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19), seconda dose a 28 giorni con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19)
› Prima dose con Vaxzevria, di AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19), seconda dose a 28 giorni con Comirnaty, di Pfizer–BioNTech (BNT162b2)
› Prima dose con Pfizer–BioNTech (BNT162b2), seconda dose a 28 giorni con Pfizer–BioNTech (BNT162b2)
› Prima dose con Pfizer–BioNTech (BNT162b2), seconda dose a 28 giorni con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19)
› Prima dose con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19), seconda dose a 84 giorni con Vaxzevria, AstraZeneca (ChAdOx1 nCOV-19)

Dai risultati preliminari di questo studio risulta che 463 partecipanti sono stati assegnati in modo casuale ai quattro gruppi con intervallo dalla prima dose di 28 giorni e 367 partecipanti sono stati randomizzati a gruppi con intervallo dalla prima dose di 84 giorni. Tutti i 463 partecipanti al gruppo di intervallo dalla prima dose di 28 giorni hanno ricevuto la prima dose e 461 la seconda dose. Tra i 463 partecipanti, l'età media era di 57 anni (range 50-69), 212 (46%) partecipanti erano donne e 117 (25%) appartenenti a minoranze etniche, con caratteristiche di base ben bilanciate tra i gruppi di studio. Nei gruppi con programmi vaccinali omologhi (stesso vaccino in entrambe le dosi), la reattogenicità sistemica era maggiore dopo la prima dose nel gruppo ChAdOx1 nCOV-19 e dopo la seconda dose del gruppo BNT162b2.

Entrambi i programmi vaccinali eterologhi hanno indotto una maggiore reattogenicità sistemica a seguito della seconda dose rispetto alle loro controparti omologhe, con febbre riportata da 37 soggetti (34%) dei 110 vaccinati con ChAdOx1 nCOV-19 per la prima dose e BNT162b2 per la seconda rispetto a 11 soggetti (10%) di 112 vaccinati con ChAdOx1 nCOV-19 sia per la prima che per la seconda (differenza 24%, 95% CI 13-35%). La febbre è stata riportata da 47 soggetti (41%) su 114 soggetti vaccinati con BNT162b2 per la prima dose e con ChAdOx1 nCOV-19 per la seconda, rispetto a 24 (21%) su 112 vaccinati con BNT162b2 sia per la prima che per la seconda dose (differenza 21%, 95% CI 8-33%).

Non ci sono stati ricoveri e la reattogenicità è stata osservata principalmente nelle 48 ore successive alla somministrazione del vaccino.

I partecipanti sono stati informati che il paracetamolo potrebbe ridurre gli effetti collaterali del vaccino, ma non è stato loro consigliato di assumere farmaci a scopo profilattico.

L'uso di paracetamolo nelle 48 ore dopo la somministrazione della seconda dose è stato segnalato da 40 (36%) su 112 soggetti vaccinati con ChAdOx1 nCOV-19 sia per la prima dose che per la seconda, 63 (57%) su 110 soggetti vaccinati con ChAdOx1 nCOV-19 per la prima dose e BNT162b2 per la seconda, 48 (41%) ) di 117 soggetti vaccinati con BNT162b2 sia per la prima che per la seconda dose, e 68 (60%) di 114 soggetti vaccinati con BNT162b2 per la prima e ChAdOx1 nCOV-19 per la seconda, rispecchiando così il modello di reattogenicità.

I profili ematologici e biochimici erano simili tra le schedule vaccinali eterologhe e omologhe, con tutti gli eventi avversi di laboratorio di gravità di grado 2 o inferiore nella schedula vaccinale eterologa e nessuna trombocitopenia in nessun gruppo al giorno 7 post-seconda dose.

Dopo la seconda dose è stato riscontrato un aumento della reattogenicità sistemica riportata dai partecipanti ai programmi vaccinali eterologhi rispetto ai programmi vaccinali omologhi, e questo è stato accompagnato da un aumento dell'uso di paracetamolo. Da notare che questi dati sono stati ottenuti in partecipanti di età pari o superiore a 50 anni e la reattogenicità potrebbe essere maggiore nei gruppi di età più giovani per i quali, alla luce delle preoccupazioni relative alla trombocitopenia trombotica, è stato raccomandato un programma di vaccinazione misto in Germania, Francia, Svezia, Norvegia e Danimarca tra coloro che avevano ricevuto una prima dose primaria di ChAdOx1 nCOV-19.

Saranno necessari ulteriori studi per valutare le schedule vaccinali eterologhe, che includeranno anche i vaccini prodotti da Moderna e Novavax, per ottenere maggiori informazioni sull'adeguatezza delle schedulazioni vaccinali miste contro COVID-19.

A cura di:
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi




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