Il primo risultato (dati raccolti tra il 5 e il 10 gennaio 2022) mostrava che, nei sei ospedali esaminati, di 476 pazienti positivi per SARS CoV2, 153 (32,1%) erano ricoverati per causa diversa dalla Covid-19, come patologie acute di tipo medico (tra cui malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, infezioni gravi, insufficienza renale acuta, decadimento cognitivo), interventi chirurgici e traumi.
A distanza di tre settimane dalla prima rilevazione, abbiamo richiesto di nuovo la collaborazione delle direzioni sanitarie degli ospedali, per vedere se il fenomeno avesse mantenuto le stesse dimensioni oppure se qualcosa fosse cambiato.
L’incidenza giornaliera di nuovi casi nella popolazione è in diminuzione (
figura 1), sia nella nostra regione (640 casi ogni 100.000 residenti il 31 gennaio), che in Italia in generale (564 casi ogni 100.000 residenti il 31 gennaio).
Figura 1 (dalla banca dati ARS I dati del Covid-19 in Toscana e in Italia)
Il dato regionale risulta ancora un po’ più alto della media nazionale, con le regioni centro-settentrionali che appaiono, come rilevato nel precedente approfondimento, più colpite (
figura 2).
Figura 2. (dalla banca dati ARS I dati del Covid-19 in Toscana e in Italia)
L’
altissima percentuale di pazienti asintomatici o con sintomi lievi rilevata nel gennaio 2022 (99.7% di pazienti asintomatici, paucisintomatici o con sintomatologia lieve), l’
enorme richiesta di tamponi per motivazioni diverse da quelle delle prime ondate, quando in pratica si testavano solo i sintomatici e i contatti stretti, e l’
altissima diffusibilità della variante omicron sono alla base delle dimensioni di questo picco.
Il
tasso di pazienti ricoverati è
molto più basso rispetto ai periodi precedenti, sia come ricoveri complessivi (Toscana 0,97%; Italia 0,83% il 31/1/22) che come ricoverati nelle terapie intensive (Toscana 0,07%; Italia 0,06% il 31/1/22). Il numero totale dei ricoverati (in Toscana: 1.477 ricoverati con 112 pazienti in terapia intensiva, il 31/1/22) comincia a mostrare un andamento discendente rispetto ai giorni trascorsi, soprattutto per i ricoveri in terapia intensiva: questi dati saranno da confermare con le osservazioni dei prossimi giorni. Nonostante l’altissimo numero di contagi di questa ondata, attualmente i ricoverati corrispondono a poco più della metà dei picchi precedenti (2.128 il 23/11/21), e quelli in terapia intensiva a circa un terzo del picco (298 il 22/11/21).
Risulta un’evidente incoerenza tra la percentuale dei casi con sintomatologia assente o lieve (99,7% in gennaio 2022) e la percentuale dei ricoverati (che in Toscana in gennaio ha oscillato giornalmente tra 0,7 e 1%), ma la spiegazione la si ritrova nell’osservazione che
questa ondata di ricoveri è caratterizzata dalla notevole quantità di pazienti positivi per infezione da SARS CoV2 ricoverati per altri motivi: tale condizione era segnalata sporadicamente in precedenza, mentre adesso il fenomeno presenta proporzioni rilevanti.
L’
Agenzia regionale di sanità ha condotto,
tra il 28 e il 31 gennaio 2022, un
approfondimento della precedente indagine per una stima attendibile della proporzione di questa casistica, con la collaborazione volontaria delle direzioni sanitarie degli ospedali (
tabella 1).
Tabella 1. Ospedali coinvolti nell'indagine e giorno di rilevazioneHanno
partecipato alla survey 13 ospedali, con un totale di 1.051 pazienti ricoverati con tampone positivo corrispondenti a oltre il 70% del totale degli attualmente ricoverati con Covid in Toscana, alla rilevazione effettuata in un giorno tra il 28 ed il 31 gennaio 2022. Come nell’indagine precedente, poiché è stata eseguita un’indagine di prevalenza puntuale, il giorno scelto per la rilevazione (giorno indice) non doveva essere necessariamente lo stesso per tutti gli ospedali, ma era sufficiente che i dati riguardassero giorni abbastanza ravvicinati.
Alla rilevazione attuale,
dei 1.051 pazienti positivi per SARS CoV-2,
in 450 il ricovero non è stato motivato dalla Covid, ma da un’altra causa (
42,8% - tre settimane fa era 32,1%): i pazienti erano in ospedale per patologie acute di tipo medico (tra cui malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, infezioni gravi, insufficienza renale acuta, decadimento cognitivo), psichiatrico, interventi chirurgici, e traumi.
La percentuale di queste condizioni che richiedevano il ricovero risulta abbastanza variabile da un ospedale all’altro (
tabella 2).
Tabella 2. Ricoverati per Covid-19 e positivi ricoverati per motivi diversiSi va dal 65% di pazienti positivi ricoverati per motivo diverso dalla Covid rilevato all’ospedale di Pontedera al 26,6% di Pistoia; tra gli ospedali con maggior numero di ricoverati positivi, Prato e Livorno mostrano percentuali del 30,8 e 35,6, rispettivamente, mentre le Aziende ospedaliero-universitarie oscillano tra il 41,7% della Senese e il 53,3% della Pisana. (
figura 3).
Figura 3. Proporzione dei pazienti con Covid-19 ricoverati per altra causa
Le
motivazioni di questa variabilità possono dipendere dalle strategie di adattamento all’ondata pandemica nelle diverse reti ospedaliere, con scelte aziendali differenziate rispetto alla collocazione dei reparti per Covid-19 e al mantenimento delle attività programmate e in urgenza.
Riportiamo integralmente una riflessione che ci ha consegnato il dr. Giacomo Corsini, direttore sanitario dell’Ospedale Versilia:
«La situazione epidemiologica attuale ha determinato la necessità di effettuare una revisione globale dei percorsi di ricovero ospedaliero, dovendo di fatto identificare percorsi separati su tre tipologie di pazienti: positivi con covid, positivi con altra patologia e negativi. A questi si aggiungono altre necessità di isolamento che devono comunque essere gestite (NDM, Clostridium, ecc).Lo stato epidemiologico attuale richiederebbe una revisione dell'approccio, differenziando la gestione fra soggetti vaccinati con ciclo completo e non vaccinati e soggetti con sintomatologia (più o meno grave) e senza sintomatologia. La necessità di effettuare lo screening in ingresso, evidenziando un sempre maggior numero di soggetti rilevati incidentalmente positivi, dovrà probabilmente essere in un prossimo futuro gestito con le medesime modalità con cui si gestiscono altre patologie infettive a medesima trasmissione, isolando in stanze e non in settori dedicati. Naturalmente per procedere in tale direzione si dovrà confermare il trend di ridotta gravità della patologia e tali indicazioni dovranno essere date almeno a livello nazionale».Come concluso al termine della precedente rilevazione,
un mezzo più completo che consentirà una valutazione complessiva del fenomeno che abbiamo evidenziato sarà fornito dall’analisi delle ultime schede di dimissione ospedaliera, di cui l’ARS potrà cominciare a disporre tra qualche settimana e che risulteranno utili
per capire se i pazienti positivi hanno esiti differenti da quelli con le stesse patologie ma negativi, e inoltre per comprendere il reale impatto dello stato vaccinale di questa popolazione di ricoverati, potendo disporre di un set di dati completo, con possibilità di stratificazione in base alla classe di età dei soggetti.
Si ringraziano, per la disponibilità dimostrata a collaborare a questa indagine, i colleghi delle direzioni sanitarie ospedaliere, in particolare:
dr Andrea Bassetti (Ospedale Santa Maria dell’Annunziata), d.ssa Francesca De Marco (Aou Senese), d.ssa Maddalena Grazzini (Aou Careggi), dr Michele Cristofano (Aou Pisana), dr Fabrizio Chiesi (Ospedale Santo Stefano di Prato) e dr Spartaco Mencaroni (Ospedale San Luca di Lucca) - che ci avevano assistito anche nella precedente indagine - a cui si sono aggiunti dr Luca Nardi (Ospedale Lotti di Pontedera), d.ssa Valentina Barletta (Ospedale San Guseppe di Empoli), dr Giacomo Corsini (Ospedale Versilia), dr Saverio Checchi (Ospedale di Borgo San Lorenzo), dr Simone Naldini (Ospedale S. Giovanni di Dio, Fi), dr Luca Carneglia (Ospedali Riuniti Livorno) e d.ssa Lucilla Di Renzo (Ospedale San Jacopo Pistoia).
A cura di:
» Fabrizio Gemmi, coordinatore Osservatorio per la qualità ed equità, Agenzia regionale di sanità della Toscana