Gli effetti della crisi economica sulla salute della popolazione toscana. Come cambia il ricorso ai servizi?


immagine crisi economicaConvegno - Firenze, 24 ottobre

La crisi economica mondiale iniziata nel 2008 interferisce con molte dimensioni del benessere, tra cui la salute. L’ARS ha approfondito la relazione tra crisi economica e salute in Toscana nel rapporto Crisi economica, stato di salute e ricorso ai servizi in Toscana, che è stato presentato al convegno “Gli effetti della crisi economica sulla salute della popolazione toscana. Come cambia il ricorso ai servizi?”, svoltosi il 24 ottobre 2013 a Firenze.

I risultati del convegno: i dati del rapporto ARS su crisi e salute in Toscana
Gli effetti della crisi sono al momento più evidenti per gli stili di vita. I dati toscani su fumo, alcol, sedentarietà, uso di droghe sembrano indicare che la crisi incide di più su alcuni gruppi della popolazione, tendenzialmente quelli più fragili dal punto di vista socio-economico. Ecco i principali risultati che emergono dal rapporto.

FUMO – La percentuale dei fumatori è sostanzialmente stabile, ma con la crisi cala la vendita di sigarette ed aumenta invece quella dei trinciati (tabacco sfuso), più economici.

ALCOL – Nella popolazione generale continua a diminuire il “consumo a rischio” di alcol (oltre 40 grammi al giorno per gli uomini - cioè 4 bicchieri di vino al giorno, oppure 4 lattine di birra, o ancora 4 bicchierini di superalcolici - e oltre 20 grammi al giorno per le donne - 2 bicchieri di vino o 2 lattine di birra o 2 bicchierini di superalcolici) e le cosiddette “abbuffate di alcol” (binge drinking, ovvero 6 bicchieri di qualunque bevanda alcolica in un'unica occasione). Il binge drinking è invece in aumento tra i disoccupati.

ATTIVITÀ FISICA, ALIMENTAZIONE, PESO CORPOREO – Con la crisi cala l’acquisto di generi alimentari: si riducono i consumi di carne bovina (un bene per la salute), ma anche quelli di pesce, latte e frutta (protettivi per molte malattie). Con la crisi sono in lieve aumento i sedentari, soprattutto fra i meno scolarizzati, ma a livello generale sembra invece interrompersi il trend in aumento del sovrappeso degli ultimi 10 anni (conseguenza della riduzione dei consumi alimentari?). La prevalenza di obesità e sovrappeso  risulta maggiore nei meno istruiti.

DROGHE – Anche nel periodo di crisi è in aumento fra i giovani toscani l’uso di sostanze (soprattutto cannabis), probabilmente a causa della riduzione dei costi del mercato illecito e della facilità di approvvigionamento anche in Internet. Per lo stesso motivo si accentua anche il fenomeno della poliassunzione (mix di sostanze diverse).

MALATTIE – Negli anni della crisi economica rimane elevato in Toscana  il consumo di farmaci antidepressivi.  Con la crisi si interrompe invece il trend in diminuzione del tasso del suicidio. La crisi non sembra aver modificato gli andamenti delle malattie cardiovascolari, respiratorie e materno-infantili.

AMBIENTE – Con la crisi si è ridotta la mobilità della popolazione e l’uso di mezzi privati, con una conseguente benefica diminuzione delle emissioni inquinanti in atmosfera ed anche degli incidenti stradali. Alcuni effetti negativi a lungo termine potrebbero derivare dall’esaurirsi degli investimenti pubblici e privati per la tutela ambientale.  

RICORSO AI SERVIZI SANITARI - La modesta riduzione delle prestazioni sanitarie specialistiche (-3%)  a seguito della crisi può essere letta (almeno all’inizio) anche in senso favorevole, e cioè come un ridimensionamento dell’eccesso di medicalizzazione. Le attività cliniche e la diagnostica strumentale sono invece aumentate (+3% e +5%). Il volume delle prestazioni è diminuito, ma si registra un incremento del 4% circa della spesa complessiva. I cittadini continuano a preferire il sistema pubblico al privato per le prestazioni ad alto contenuto professionale e per gli esami che richiedono tecnologie più  avanzate.

Quelli che stiamo osservando sono solo gli effetti precoci della crisi sulla salute dei toscani. E’ importante continuare a monitorare la situazione, per fornire con tempestività informazioni utili a chi deve organizzare i servizi sanitari e le politiche di welfare: solo in questo modo si possono contenere gli effetti negativi della crisi sulla salute, mitigando le disuguaglianze.

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