Il lavoro come terapia: in due anni attivati 179 interventi (22/07/2014)


GLI ESITI DELLA SPERIMENTAZIONE REGIONALE

SOLE 24 ORE SANITA' TOSCANA 22 luglio 2014
Una delle risposte maggiormente utilizzate nei trattamenti è stata quella degli inserimenti lavorativi, sia che fossero direttamente connessi al trattamento sia che rappresentassero l’anello conclusivo di un percorso terapeutico.

La Regione Toscana dal 2008 ha avviato un percorso comune tra gli operatori del settore delle dipendenze con lo scopo di costruire procedure standardizzate di applicazione degli interventi lavorativi e di verifica dei risultati, in modo da creare prassi e modalità operative trasferibili. Nel 2011 ha disposto la prosecuzione e l’ampliamento del progetto integrato per gli inserimenti lavorativi per soggetti con problematiche di tossico/alcol-dipendenza.

Ma come è andato questo progetto? Nel documento presentato da Ars vengono descritti i risultati di questa esperienza e degli interventi. La data di avvio della sperimentazione, stabilita per il 2 maggio 2011, è stata rispettata solo da alcuni Sert (ritardi necessari per l’iter amministrativo e burocratico) e a fine maggio 2011 erano stati attivati solo 7 interventi (2 dall’azienda pistoiese, 2 da quella di Empoli, 1 da Viareggio e 2 dal coordinamento enti ausiliari della Regione Toscana, Ceart) e, a novembre 2011, doveva essere ancora avviato il 47% degli interventi previsti dal protocollo. Così il termine della sperimentazione è stato posticipato dal 2 luglio 2012 al 31 dicembre 2012.

La sperimentazione ha avuto dunque una durata di 24 mesi (2011-13), nel corso dei quali sono stati attivati in tutto 179 interventi, 38 in più rispetto a quanto previsto sul protocollo del progetto (+27%). Nei Sert gli interventi in eccedenza sono stati in tutto 30 e, tra le aziende sanitarie locali con le più alte differenze, ritroviamo quella di Massa e Carrara (più 10 interventi) e Livorno e Viareggio (ciascuna con 6 interventi in più); mentre tra gli enti aderenti al Ceart sono 8 gli interventi attivati in più rispetto ai previsti. Dei 179 interventi avviati, il 21,2% è stato costituito da esperienze formative, il 26,3% da inserimenti lavorativi e il 52,5% da inserimenti socio-terapeutici.

Per quanto riguarda la durata del più lungo rapporto di lavoro, si osserva che la metà dei rispondenti aveva avuto un impiego della durata compresa tra 1 e 5 anni e oltre il 32% da 6 a 20 anni. L’uso di almeno una sostanza nel mese precedente all’inizio dell’intervento ha riguardato il 28,5% del campione. Come si aspettavano i ricercatori l’uso recente di droghe ha coinvolto prevalentemente gli interventi socio-terapeutici con il 32% circa dei soggetti, seguiti dalle esperienze formative e dagli inserimenti lavorativi (rispettivamente con il 29% e il 21,3%).

Oltre all’uso di sostanze, è stato rilevato anche il numero di ricadute eventualmente avvenute durante lo svolgimento del progetto. In oltre la metà delle schede (55%), ove questa domanda è stata compilata, non si sono verificate ricadute, mentre nel 23,7% circa si sono verificati da uno a tre episodi. Nel restante 20% circa è stato riportato un numero più alto di recidive. Per i due enti coinvolti le principali differenze si riscontrano agli estremi, vale a dire nei casi di nessuna ricaduta (51,4% nei Sert e 70% negli enti ausiliari) e di 11 ricadute e oltre (15% nei Sert e 3% negli enti ausiliari).

Il 60% degli interventi attivati si è concluso come previsto, il 18% circa è stato ulteriormente prolungato e i restanti si sono interrotti. La scelta di prolungare gli interventi ha riguardato più da vicino i Servizi pubblici con il 20,5% delle proroghe sul totale, a fronte del 6% nei Ceart. Per contro, gli enti ausiliari hanno riportato una percentuale più alta rispetto ai Sert di interventi conclusi (70% vs 57,5%).

Tra le Asl con le più alte percentuali di interventi conclusi troviamo quella di Viareggio e quella di Empoli (rispettivamente con il 73,3% e il 70%); mentre tra quelle con il più alto numero di interventi interrotti troviamo la Asl di Grosseto (44,4%) seguita da quella di Lucca (33,3%). Pistoia e Firenze, entrambe con il 50%, detengono il primato delle Asl con la maggior frequenza di interventi prolungati.

Se però si analizzano i casi di interruzione escludendone la concezione negativa, per una motivazione “positiva” come trovare un lavoro o spostarsi in altra città per motivi lavorativi e gli interventi prolungati ma andati a buon fine, gli interventi conclusi positivamente sono pari all’83,2% del campione preso in esame.

I percorsi attivati hanno talvolta anche prodotto degli esiti in termini contrattuali. Ha infatti ottenuto un contratto di lavoro il 16,7% del totale delle persone coinvolte.


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