QN 24 ottobre 2013 pag 18
E' vero: si beve e si fuma di più quando esplodono le preoccupazioni. I disoccupati, in questi anni di economia a picco, hanno cercato di affogare il disagio buttandosi proprio su alcool e sigarette. Hanno anche mangiato meno carne, meno frutta e pesce e bevuto meno latte.
E' questa, in estrema sintesi, la «fotografia» scattata dall'Ars, l'
Agenzia regionale di sanità, sulla
salute dei toscani al tempo della crisi. Un «tempo» dominato dal consumo di ansiolitici e antidepressivi e da diete forzate: dovute alla riduzione di consumi alimentari per via dei soldi finiti assai prima della terza settimana.
Il problema più serio? Secondo Luigi Marroni, assessore alla sanità, c'è gente che si cura di meno, soprattutto per non pagare il ticket. Infatti sono in calo le richieste di prestazioni specialistiche. Riduzione che potrebbe essere letta anche in senso positivo, come maggiore appropriatezza. Ma secondo i ricercatori dell'Ars, gli effetti della minore prevenzione potrebbero farsi sentire più avanti, con lo svilupparsi di malattie che avrebbero dovuto essere aggredite prima.
I primi segnali di cambiamento prodotti dalla crisi sulle visite mediche e sulle abitudini alimentari dei toscani, sono comparsi dal biennio 2008-2009. Ma fino al 2010 gli ammortizzatori sociali e i risparmi accumulati dalle famiglie erano riusciti ad attutire gli effetti della recessione. Poi, soprattutto fra il 2012 e il 2013, la situazione si è fatta più pesante. E così sono finiti in testa alle preferenze due vizi: Bacco e tabacco. Mentre di Venere nella ricerca non c'è traccia.
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