The evidence is clear, invest in prevention: il 26 giugno la Giornata internazionale contro il traffico illecito di droga. Le azioni di contrasto all’utilizzo delle sostanze illegali messe in campo dall’Italia e dalla Toscana

a cura di: S. Olivadoti, F. Voller


28/6/2024
Il 26 giugno si è celebrata la Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe, istituita nel 1987 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con lo scopo di rafforzare l’azione e la cooperazione tra paesi per raggiungere l’obiettivo di una società internazionale libera dall’abuso di sostanze stupefacenti. Sostenuta ogni anno da individui, comunità e organizzazioni di tutto il mondo, questa ricorrenza globale mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave problema che le droghe illecite rappresentano per la società.


Indice

Premessa
Effetti sulla salute delle dipendenze
UNODC
Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia
Genere e dipendenze da sostanze
Nuove sostanze psicoattive
Il consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione toscana: i dati di LOST in Toscana
Il consumo nei giovani: i dati EDIT e ESPAD
I Servizi per le dipendenze in Toscana
Conclusioni

Fonti bibliografiche

Premessa

Il problema globale delle sostanze illecite rappresenta una sfida complessa che tocca la vita di milioni di persone in tutto il mondo: dagli individui che lottano contro i disturbi da uso di droghe, alle comunità alle prese con le conseguenze del traffico di droga e della criminalità organizzata. Per affrontare questa sfida è fondamentale adottare un approccio basato sull’evidenza scientifica che dia priorità alle politiche e attività di prevenzione e al trattamento dell’abuso.

La campagna dell'edizione 2024 della Giornata, intitolata The evidence is clear: invest in prevention, punta l’attenzione sull’importanza di politiche efficaci in materia di droga, fondate sulla ricerca e sulla scienza, nel pieno rispetto dei diritti umani, e sulla profonda comprensione delle implicazioni sociali, economiche e sanitarie che il consumo di droga comporta.

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Effetti sulla salute delle dipendenze

L’OMS definisce la dipendenza patologica come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”.

La dipendenza da sostanze (tabacco, alcol, sostanze psicotrope illegali, farmaci fuori prescrizione medica) ha un importante impatto socio-sanitario, con conseguenze dirette e indirette sull’ordine pubblico e sulla spesa sanitaria e sociale ed è oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato. Le conseguenze negative sulla salute possono essere dirette - e derivare dagli effetti farmacologici della sostanza e dalla via di assunzione - o indirette - come epatite B e C, AIDS, disturbi del sistema nervoso centrale (SNC) - cui si aggiungono conseguenze sociali legate a comportamenti illegali, violenze, incidenti.

Dal punto di vista psico-fisico ogni singola sostanza produce differenti effetti sulla salute del consumatore. Tutte le sostanze stupefacenti possono causare gravi conseguenze sulla salute mentale: ansia, depressione, schizofrenia, apatia, paranoia, disturbi bipolari e della personalità. Dal punto di vista fisico gli effetti sulla droga sono: danni al sistema nervoso, danni irreversibili alla memoria, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, lesioni polmonari, infezioni come HIV, overdose e talvolta morte. Inoltre, il consumo e la dipendenza portano in alcuni casi la persona a comportamenti criminali per potersi procurare il denaro per le sostanze, causando così gravi conseguenze sulle relazioni familiari, arrivando anche alla perdita del lavoro e a seri problemi economici.

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UNODC

Per rafforzare la lotta al traffico di droga, nasce nel 1997 l’United Nations Office on Drugs and Crime – UNODC, creato dalla fusione del Programma di controllo sulla droga delle Nazioni Unite e dal Centro per la Prevenzione del crimine internazionale. 

L’UNODC conduce attività di ricerca e analisi, promuove e ratifica l’adozione di convenzioni e trattati internazionali, sviluppa progetti di cooperazione tecnica e assiste gli Stati membri, grazie a una vasta rete di uffici operativi presenti in tutte le regioni del mondo. Annualmente pubblica la Relazione sulla droga nel mondo, che rappresenta una valutazione completa e globale del problema internazionale della droga, con informazioni dettagliate sulla situazione del traffico illecito di stupefacenti. La Relazione fornisce stime e informazioni sulla produzione, il traffico e l’uso di eroina, cocaina, cannabis e anfetamine, con dati forniti dai governi e cerca di individuare trend ed evoluzioni del mercato illegale globale di stupefacenti.

Il World Drug Report 2024 rileva l’emergere di nuovi oppiacei sintetici e una domanda e offerta record di altre droghe, che ha aggravato l’impatto del problema mondiale della droga, provocando un aumento dei disturbi del consumo e dei danni ambientali.

Tra i principali risultati emersi dal rapporto 2024, risulta che il numero di persone che fanno uso di sostanze illecite è salito a 292 milioni nel 2023, con un preoccupante più 20% in 10 anni. La sostanza più usata rimane la cannabis, consumata da 228 milioni di persone, seguita da oppiacei (60 milioni), anfetamine (30 milioni), cocaina (23 milioni), ecstasy (20 milioni).

Per gli esperti dell’UNODC l’allarme maggiore deriva dall’emergere di un nuovo tipo di oppiacei sintetici: i nitazeni, 40 volte più potenti del fentanyl. Rispetto all’eroina, i nitazeni sono meno cari e più semplici da produrre, ma molto più pericolosi per il rischio overdose.

Altro dato preoccupante che emerge dal Rapporto è la situazione dei servizi e di cura per i tossicodipendenti. Si stima che dei 64 milioni di persone tossicodipendenti, solo 1 su 11 è in trattamento. La situazione è peggiore per le donne: 1 su 18 è in trattamento, contro 1 uomo su 7.

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Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia

La Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, prevista dal DPR 309/90, è la principale fonte informativa nazionale del Dipartimento per le Politiche antidroga. I dati in essa presente vengono raccolti dalle amministrazioni centrali, periferiche, dai centri di ricerca e dagli enti del privato sociale. Lo scopo principale della relazione è di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente possibile alla realtà, in modo da poter orientare gli interventi pubblici nel settore.

Dalla Relazione 2024 emerge che nel corso del 2023 il consumo di sostanze è in aumento, sia dal lato dei consumi, sia per quanto riguarda i reati penali. In particolare, è preoccupante l’incremento nella fascia giovanile, quasi 960mila studenti, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita.

Sono i ragazzi ad avere un consumo maggiore di sostanze (30% vs 25% delle ragazze). Entrando nel dettaglio delle sostanze consumate, la cannabis rimane la sostanza più usata dai giovani. Il 28% degli studenti riferiscono di averla utilizzata almeno una volta nella vita e il 22% nell’ultimo anno. Rispetto all’anno precedente, il consumo di cannabis ha registrato una lieve contrazione. Un altro dato che colpisce molto è l’uso di nuove sostanze psicoattive riportato nella fascia 15-19 anni (11%). Dopo la pandemia il consumo di queste sostanze risulta in crescita: in particolare, nel 2023 si osservano i valori più elevati mai registrati in rapporto all’uso di ketamina.

Infine, il 3,8% degli studenti intervistati da ESPAD (14-19 anni) riferiscono di aver fatto uso di cocaina almeno una volta nella vita, il 2,2% lo hanno fatto nel corso del 2023 e per 18mila il consumo è avvenuto 10 o più volte negli ultimi 30 giorni (0,7%). Sono soprattutto i 17enni ad aver consumato cocaina nell’ultimo anno e, in tutte le fasce d’età, i consumi maschili risultano superiori a quelli femminili. Tra gli studenti che hanno utilizzato cocaina, la metà circa riferisce un primo utilizzo tra i 15 e i 17 anni, mentre il 39% si è approcciato a questa sostanza prima dei 15 anni (dato in crescita rispetto al 2022). Anche in questo caso, in seguito a un lungo periodo di consumi in diminuzione, a partire dal 2021 si registra un trend in aumento che, nel 2023, raggiunge valori superiori a quelli pre-pandemia.

Figura 1. Consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione studentesca. Fonte: ESPAD, 2023
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Un ultimo dato che merita attenzione e monitoraggio riguarda il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica. Sono circa 440mila (18%) gli studenti che hanno dichiarato l’utilizzo di almeno una tipologia di psicofarmaci nel corso della vita, oltre 280mila (11%) sono gli utilizzatori nel corso dell’ultimo anno e per 58mila studenti si è trattato di un consumo frequente di almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni (2,3%). Anche il consumo di queste sostanze, dopo il calo del 2020, risulta in crescita tra gli studenti. Nel 2023 gli psicofarmaci maggiormente assunti dai giovani sono quelli per dormire e/o rilassarsi (8,3%), seguono quelli per l’attenzione e/o l’iperattività (3,5%), per dimagrire (2,6%) e per l’umore (2,5%). Il consumo di psicofarmaci, complessivamente, registra prevalenze doppie tra le ragazze, ma se si osservano i consumi di quelli per dormire e ancor più quelli per le diete, le quote femminili sono almeno triple rispetto a quelle dei coetanei.

In generale, si registra nella popolazione studentesca una percezione del rischio associata all’uso di sostanze psicoattive appena superiore al 50%. Una quota di studenti tra il 52% e il 59% associa un rischio elevato al provare sostanze come cocaina/crack, oppiacei, stimolanti, NSP e allucinogeni, mentre al consumo occasionale di cannabis viene associato un rischio elevato solo dal 28% degli studenti.

Per quanto riguarda la popolazione generale, la prevalenza dell’utilizzo di sostanze nel corso del 2022 è maggiore nel genere maschile e con percentuali che diminuiscono all’aumentare dell’età. Prevalenze maggiori si osservano tra i giovani adulti: il 27% dei 18-24enni e il 19% dei 25-34enni ne ha fatto uso nell’ultimo anno, contro il 7,7% dei 35-64enni. Nelle due ultime fasce di età le prevalenze si assestano attorno al 3%.

Figura 2. Uso di sostanze psicoattive negli ultimi 12 mesi nella popolazione generale per genere e fascia d’età. Fonte: CNR-IFC, 2022
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L’analisi temporale dei consumi rileva, a fronte di una generale diminuzione delle persone che hanno utilizzato almeno una volta le sostanze nella vita, un leggero aumento di coloro che lo hanno fatto nel corso dell’ultimo anno e valori stabili di coloro che riferiscono un consumo corrente, ovvero negli ultimi 30 giorni.

Figura 3. Consumi di almeno una sostanza psicoattiva nella popolazione di 18-64 anni. Anni 2006-2022. Fonte: CNR-IFC, 2022
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Analizzando l’accesso ai servizi, si registra un aumento nei servizi pubblici e nelle comunità terapeutiche, oltre che un contemporaneo aumento degli accessi al pronto soccorso e dei ricoveri dovuti a problematiche droga-correlate. Nel 2023 gli accessi in Pronto soccorso (PS) per patologie direttamente droga-correlate sono stati in totale 8.596 (+5% rispetto agli 8.152 accessi del 2022), pari allo 0,05% degli accessi avvenuti complessivamente a livello nazionale nel corso dell’anno. Gli accessi hanno riguardato nella maggior parte uomini (67%) e persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni (41%) e tra i 45 e i 64 anni (24%) e quasi il 10% minorenni.

Nel corso del 2022 (ultima annualità disponibile), i ricoveri ospedalieri con diagnosi principale droga-correlata sono stati 6.555, corrispondenti a 8,6 ogni 10.000 ricoveri avvenuti in Italia nell’anno. L’incidenza, in aumento tra il 2014 e il 2018, si mantiene costante negli ultimi anni. Il 70% dei ricoveri direttamente droga-correlati ha coinvolto pazienti di genere maschile e il 10% persone di nazionalità straniera, quote che nel corso degli anni mostrano un andamento crescente.

In riferimento all’età media dei ricoverati per patologie direttamente droga-correlate, nel corso degli ultimi anni si registra un progressivo abbassamento: da 41 anni nel 2012 a 39 anni del 2022. L’età media maschile dei ricoverati per patologie direttamente droga-correlate nel 2022 è 37 anni, mentre quella femminile è 41. La fascia d’età maggiormente ospedalizzata è quella dei 25 ai 54 anni (70%), mentre quella degli under-24 rappresenta il 17%.

Si registra, inoltre, un aumento delle diagnosi di infezioni da HIV e AIDS. Rispetto alle 1.888 diagnosi di infezioni da HIV pervenute nell’anno 2022 al Centro operativo AIDS (COA) dell’Istituto superiore di sanità, le nuove diagnosi di HIV riferite a IDU (Injecting Drug Users) sono state 82, delle quali l’85% si riferisce a persone di sesso maschile, il 23% a persone di nazionalità straniera.

Nel 2023 sono state condotte 20.489 operazioni antidroga, rispetto al 2022 sono aumentate del 6%. Durante queste operazioni, sono state sequestrate quasi 89 tonnellate di sostanze stupefacenti, circa il 76% è costituito da prodotti della cannabis, poco più del 22% da cocaina/crack, lo 0,3% da eroina o altri oppiacei, lo 0,2% da sostanze sintetiche e quasi l’1,3% da altre sostanze.

Figura 4. Percentuale di operazioni svolte. Fonte: Dipartimento Politiche Antidroga, 2024
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Figura 5. Quantitativi sequestrati (Kg). Fonte: Dipartimento Politiche Antidroga, 2024
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Genere e dipendenze da sostanze

Storicamente l’uso eccessivo di sostanze psicotrope, siano esse legali o illegali, è stata abitudine del genere maschile, ma negli ultimi anni alcuni indicatori descrivono un’inversione di tendenza in Italia: il genere femminile all’interno del panorama delle dipendenze sta diventando protagonista di importanti cambiamenti, specialmente nelle popolazioni giovanili. Il dato più rilevante è quello osservato fra le studentesse di 15 e 16 anni che presentano prevalenze di consumo uguali o superiori ai coetanei per quanto riguarda l’uso di cannabinoidi, NSP, cocaina e oppiacei. Il 2022 ha segnato il sorpasso dei consumi femminili su quelli maschili per quanto riguarda l’utilizzo di tabacco e gli eccessi alcolici, dato che si va a sommare al consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica da sempre appannaggio tipicamente femminile.

Anche nella popolazione adulta si osservano prevalenze in crescita nel genere femminile. Il dato relativo ai consumi di eroina e oppiacei descrive un quadro completamente nuovo dove è la popolazione adulta femminile a riferire un utilizzo maggiore, dato che potrebbe essere da imputare al consumo di farmaci a base oppiacea.

Analizzando gli eccessi al Pronto soccorso droga-correlati, se pur in numeri assoluti siano maggiori gli uomini, nella fascia under 17, le ragazze sono il 13% contro il 7% dei ragazzi e di nuovo nella fascia over 75 sono di più le donne (13% vs 4%) (dati riferiti al 2022).

In aumento anche i decessi per overdose nel genere femminile: rispetto al biennio precedente sono passati da 30 a 45 casi.

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Nuove sostanze psicoattive

Il Sistema nazionale di allerta precoce (SNAP) è finalizzato a individuare precocemente i fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica correlati alla comparsa di nuove droghe e ad attivare segnalazioni di allerta che coinvolgono le strutture deputate alla tutela e alla promozione della salute. Nel 2023 lo SNAP ha identificato 70 nuove sostanze psicoattive e sono state segnalate 25 allerte (avvisi a carattere di urgenza che implicano un’azione coordinata per attivare le opportune procedure di risposta). Le due di grado più elevato, concernenti un rischio concreto di gravi danni per la salute delle persone, hanno riguardato la diffusione del fentanyl, un oppioide sintetico con una potenza superiore a quella della morfina, e della xilazina, un potente sedativo, usata nel mercato illegale come adulterante.

Le nuove sostanze psicoattive rappresentano un complesso e significativo problema nell’attuale panorama delle dipendenze: attualmente coinvolgono una percentuale relativamente bassa di persone, ma è un mercato caratterizzato per la sua dinamicità e volatilità, con sostanze che emergono e scompaiono rapidamente. È importante e fondamentale identificare e sviluppare tecniche di analisi rapide ed efficaci, nonché implementare interventi preventivi per affrontare questa problematica e contrastare l’aumento delle NSP.


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Il consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione toscana: i dati di LOST in Toscana

L’indagine LOST in Toscana nelle sue diverse fasi, durante e post lockdown, ha indagato anche il consumo di cannabis e altre sostanze stupefacenti nella popolazione generale.

L’andamento del consumo di cannabis in Toscana risulta diverso da quello rilevato a livello nazionale, anche se con alcuni tratti comuni. In particolare, dopo la diminuzione registrata durante il lockdown (da 7,3% a 5,5%) e la seguente risalita dopo (arrivando a 8,3%), si osserva un’ulteriore diminuzione (6,6%). A livello nazionale i fumatori di cannabis passano dal 7% al 5,9% del periodo del lockdown, con un trend simile a quello rilevato anche nella regione Toscana, seguito però da un incremento nella fase post-pandemica in continuo aumento, con il 6,7% nella prima rilevazione e il 7,5% nella seconda.

Figura 6. Prevalenza di utilizzo di cannabis o cannabis light, per sesso e classe di età, Toscana. Fonte: Edit, 2022
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Analizzando le differenze di genere si notano prevalenze maggiori di utilizzatori tra gli uomini in ciascuna delle rilevazioni, con eccezione dell’ultima, nella quale le prevalenze per sesso sono pressoché uguali. In linea con il dato nazionale, anche in Toscana è confermato un gradiente per età, con una prevalenza nettamente maggiore nella classe più giovane per tutti gli istanti temporali considerati.
Un’importante precisazione, nell’indagine sono state raccolte informazioni anche sulle altre sostanze stupefacenti, che in Toscana risultano in linea con quanto emerso a livello nazionale, seppure le basse numerosità riscontrate richiedano cautela nell’interpretazione dei dati. Infatti, sono solo l’1,2% degli italiani a dichiarare di aver usato sostanze stupefacenti nelle 4 settimane precedenti l’intervista e l’0,7% dei toscani.

Se analizziamo le condizioni e le motivazioni che potrebbero portare all’uso di sostanze, in particolare la cannabis, emerge che tra i rispondenti toscani la maggiore prevalenza di utilizzatori è registrata tra chi riporta una bassa qualità della vita, insufficienti qualità e quantità del sonno, alti livelli di ansia e depressione e infine tra chi fa uso di farmaci psicoattivi.

Tabella 1. Caratteristiche psicologiche e utilizzo di cannabis, Toscana. Fonte: Edit, 2022
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Tra gli utilizzatori toscani di sostanze stupefacenti, le sostanze maggiormente usate sono sostanze psicostimolanti sintetiche (anfetamine, metamfetamine, ecstasy, GHB, MD) (51,3%), seguite da cocaina o crack (29,5%), eroina/oppiacei/oppioidi (12,7%) e allucinogeni (LSD, funghi allucinogeni, ketamina) (12,7%) e infine psicofarmaci senza prescrizione medica (8,6%). Non risultano nel campione toscano consumatori di nuove sostanze psicoattive/smart drugs.

Figura 7. Utilizzatori di sostanze stupefacenti per tipologia in Toscana. Fonte: Edit, 2022
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Il consumo nei giovani: i dati EDIT e ESPAD

L’adolescenza e i primi anni dell’età adulta costituiscono una fase di vita universalmente riconosciuta come particolarmente delicata, caratterizzata da profondi mutamenti a livello fisico, emotivo e sociale. Durante questo periodo, l’impulsività e la ricerca di nuove esperienze possono indurre i giovani ad adottare comportamenti rischiosi, tra cui l’uso di sostanze psicoattive. In particolare, le sostanze psicoattive, legali e illegali, risultano piuttosto diffuse tra i giovanissimi. Nel 2022 si è osservato un generale aumento dei consumi che sono tornati a valori in linea o superiori rispetto a quelli pre-pandemici.

In forte aumento anche l’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica, fenomeno che nell’ultimo anno ha coinvolto quasi 270mila 15-19enni. Queste sostanze risultano da sempre più diffuse tra le studentesse, per le quali, nel 2022, si registrano i valori di consumo nell’anno più elevati mai osservati fino a oggi (15,1%).

Il consumo di sostanze psicoattive illegali ha interessato circa il 30% della popolazione studentesca, il dato è in crescita rispetto al 2021 e ha raggiunto valori superiori a quelli pre-pandemici. La sostanza maggiormente utilizzata è la cannabis, seguita dalle nuove sostanze psicoattive, inalanti e solventi, cannabinoidi sintetici, stimolanti, allucinogeni, cocaina, anabolizzanti e oppiacei. La cannabis è stata consumata dal 24% degli studenti e da oltre un quarto dei 18-24enni, con percentuali che tendono a diminuire dopo i 25 anni.

Aumenta anche la quota di minorenni segnalati per violazione dell’Art.75 DPR n.309/1990, in particolare tra le ragazze che, nel 2022, raggiungono il 16% (M=11%; Totale=12%). Così come crescono del 15%, rispetto all’anno precedente, le denunce alle Autorità giudiziarie per reati droga-correlati a carico di minorenni (Dipartimento per le Politiche antidroga).

Nel 2022, quasi il 10% degli accessi al Pronto soccorso direttamente droga-correlati ha riguardato minorenni e circa il 14% la fascia di età 18-24 anni. Tra i ricoveri con diagnosi principale droga-correlata, il 15% ha riguardato persone con meno di 24 anni, valore che risulta anch’esso in aumento.

Nello specifico della popolazione studentesca toscana, grazie ai dati forniti da EDIT, indagine condotta sulla popolazione tra i 14 ed i 19 anni frequentante le scuole secondarie superiori condotta dall’Agenzia regionale di sanità con cadenza triennale dal 2005, possiamo avere un quadro dei comportamenti e degli stili di vita della popolazione giovanile.

Dall’ultima edizione emerge che il 33,2% del campione ha consumato una sostanza psicotropa illegale almeno una volta nella vita, con livelli quasi uguali fra ragazzi e ragazze (34,1% vs 32,2%), il 22,5% nei 12 mesi precedenti alla rilevazione (maschi 23,6% e femmine 21,4%) e il 14,7% nei 30 giorni prima (maschi 15,8% e femmine 13,5%). Si evidenzia, infine, una leggera differenza di consumo rispetto al genere di appartenenza, con una maggiore diffusione tra i ragazzi rispetto alle coetanee.

Figura 8. Andamento % delle prevalenze d’uso di sostanze illegali nella vita, nell’ultimo anno e nell’ultimo mese. Fonte: EDIT, 2022
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Analizzando le differenze per età, si nota che il consumo di sostanze illegali aumento al crescere dell’età.

Figura 9. Percentuale del consumo di almeno una sostanza illegale per età. Fonte: EDIT, 2022
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Entrando nel dettaglio delle sostanze usate, la più utilizzata si conferma la cannabis, provata nel corso della vita da 3 adolescenti su 10, e consumata dal 19% del campione nei 12 mesi precedenti e dall’11,8% nei 30 prima del questionario e diffusa equamente tra ragazzi e ragazze. Come per le altre sostanze, è utilizzata prevalentemente in modo sporadico, e si rileva che quasi 1 consumatore/consumatrice di cannabis su 5 ne fa un uso quotidiano.

Osservando la frequenza dei 30 giorni precedenti alla rilevazione emerge che le sostanze illegali più utilizzate dopo la cannabis sono state gli psicofarmaci senza prescrizione medica (2%) e i cannabinoidi e la cocaina (entrambi 1,1%), tutte le altre registrano percentuali inferiori all’1%.

Il questionario EDIT indaga anche le eventualità di aver avuto guai con la polizia e/o segnalazioni al Prefetto e il 2% ha dichiarato di averne avuti a causa delle sostanze stupefacenti (3% dei maschi e lo 0,9% delle femmine), l’1,4% a causa degli alcolici (1,7% dei maschi e 1,1% delle femmine), mentre il 9,2% del campione ha dichiarato di essersi trovato in difficoltà ma per altri motivi (12,5% dei maschi e 5,6% delle femmine).

Ultimo aspetto indagato, gli accessi al Pronto soccorso o i ricoveri in ospedale, ed è emerso che una piccola percentuale della popolazione adolescenziale toscana è dovuta ricorrere ai servizi sanitari per intossicazione o per aver esagerato nel consumo di sostanze (0,6% del totale, 0,7% dei maschi e 0,5% delle femmine) o di bevande alcoliche (totale 1,6%, maschi 1,5%, femmine 1,8%).

Dai dati ESPAD emerge che il 26,9% della popolazione studentesca toscana ha consumato almeno una sostanza illegale nella vita, il 19,5% nei 12 mesi precedenti allo studio e il 12,1% nei 30 giorni prima, percentuali più alte di quelle italiane. In positivo, si registra un calo rispetto al 2019, dove erano il 37% degli studenti e delle studentesse toscane ad aver assunto una sostanza almeno una volta nella vita, il 29% nei 12 mesi precedenti all’indagine e il 18% nei 30 giorni prima.

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Servizi per le dipendenze in Toscana

L’assistenza alle persone con dipendenza patologica è garantita su tutto il territorio nazionale, in quanto rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza Sociosanitaria (LEA) ed è assicurata da un sistema di servizi integrato e complesso che comprende i Servizi ambulatoriali per le dipendenze (SerD), le strutture private autorizzate e accreditate, gli Enti locali e del Terzo settore, e le organizzazioni di volontariato. L’organizzazione interna e il tipo di servizi offerti varia molto da regione a regione.

Il sistema è organizzato su quattro livelli di assistenza: servizi di primo livello, servizi ambulatoriali, servizi semi-residenziali e residenziali, servizi specialistici. I servizi di primo livello (comprendono unità mobili, centri di pronta/prima accoglienza e centri drop-in) sono caratterizzati da un elevato grado di accessibilità e prevalentemente indirizzati alle persone tossicodipendenti difficilmente raggiungibili e intercettabili dai servizi territoriali convenzionali. A livello nazionale, i servizi di primo livello nel 2023 erano 207 e l’offerta è inferiore ad 1 servizio ogni 100.000 residenti di 15-64 anni.

Figura 10. Servizi di primo livello differenze regionali per 100.000 residenti 15-64 anni. Fonte: Dipartimento Politiche antidroga, 2024
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I servizi ambulatoriali per le dipendenze sono sia pubblici (SerD) sia privati multidisciplinari integrati (SMI) e sono presenti anche negli istituti penitenziari con équipe specialistiche. I servizi ambulatoriali attuano programmi terapeutico-riabilitativi e farmacologici per i consumatori e di sostegno diretto ai familiari offrendo consulenza e assistenza specialistica medico-sanitaria e psicologica. Secondo i dati raccolti dal Sistema Informativo Nazionale sulle Dipendenze (SIND) nel 2023, il numero di servizi ambulatoriali, escluse le équipe specialistiche presenti all’interno degli istituti penitenziari, è di 1.092 unità (comprensive dei servizi dedicati all’alcologia e al gioco d’azzardo), corrispondenti a 2,9 servizi ambulatoriali ogni 100.000 residenti di età 15-64 anni, complessivamente 578 SerD, distribuiti su tutto il territorio. La Toscana si colloca tra le regioni col più alto tasso di servizi ogni 100.000 residenti, molto al di sopra della media nazionale (Toscana 5,2, Italia 2,9).

Figura 11. Servizi ambulatoriali differenze regionali per 100.000 residenti 15-64 anni. Fonte: Dipartimento Politiche antidroga, 2024
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Per quanto riguarda le strutture terapeutiche, nel 2023 risultano attive 928 strutture terapeutiche, il 60% delle quali situate nelle regioni settentrionali. Rispetto alla popolazione residente, si registrano 2,5 strutture ogni 100.000 abitanti di 15-64 anni. In Toscana sono disponibili 3,8 strutture ogni 100.000 residenti.

Figura 12. Strutture residenziali e semiresidenziali differenze regionali per 100.000 residenti 15-64 anni. Fonte: Dipartimento Politiche antidroga, 2024
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Tutti i servizi ambulatoriali presenti a livello nazionale garantiscono servizi di case management, counselling/trattamenti psicosociali e, se necessario, di inserimento dei pazienti presso le comunità terapeutiche.
Per maggiori informazioni e per tutti i contatti, si può visitare la pagina dedicata sul sito web della Regione Toscana.

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Conclusioni

Il problema sociale dell’utilizzo delle sostanze stupefacenti illegali è una sfida complessa e diffusa che riguarda sia la salute che la sicurezza e il benessere emotivo sia delle persone direttamente coinvolte che del resto della comunità. La dipendenza da sostanze ha un impatto devastante sulla società sia perché coinvolge individui di ogni fascia d’età e appartenenti a tutte le classi sociali, sia perché, a sua volta, chi ne fa uso coinvolge indirettamente altre persone che si trovano quindi a dover fare i conti con il problema della tossicodipendenza pur non essendo affette da questa malattia in prima persona.

A prescindere da come ogni persona si ritrovi a far abuso di una o più sostanze stupefacenti, quel che è certo è che questo comportamento avrà molti più risvolti negativi di quel che ogni tossicodipendente ammette. Infatti, i problemi di salute del/della tossicodipendente causati dall’abuso di sostanze non sono che la punta dell’iceberg di una serie di problematiche che coinvolgono tutta la società.

Il secondo problema in ordine di incidenza causato dall’uso di sostanze, dopo quello di salute è quello della criminalità: l’uso di droghe è spesso collegato a fenomeni di illegalità come lo spaccio. Inoltre, un tossicodipendente in astinenza potrebbe compiere dei furti pur di riuscire a procurarsi la prossima dose.

La gestione della salute e della lotta alla criminalità legata al traffico di sostanze illecite ha un impatto economico non indifferente sulla società che dovrà sostenere ingenti costi in termini di spese sanitarie, legali e sociali.

Infine, chi ha una tossicodipendenza andrà quasi sicuramente incontro a dinamiche relazionali disfunzionali, compromettendo i legami familiari e molto spesso perdendo anche il posto di lavoro.

Il problema delle droghe è una sfida complessa che interessa più aspetti e che, pertanto, richiede una risposta altrettanto articolata da parte di molte figure competenti a partire dalla politica pubblica che dovrebbe essere in grado di mettere in campo interventi di prevenzione e trattamento.

A dimostrazione dell’importanza che viene dato al tema, anche da parte delle istituzioni, e riconoscendo l’utilità della prevenzione sono aumentati i progetti di prevenzione, un lavoro di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che vede coinvolti operatori pubblici, principalmente Amministrazioni regionali e Dipartimenti delle dipendenze, e privati, associazioni ed enti del Terzo settore. Nel corso del 2023 sono stati realizzati in Italia 289 progetti nelle secondarie di I° e II° grado, mirati all’incremento di conoscenze e competenze sociali per prevenire l'uso di droghe. Il 49% delle scuole ha organizzato attività di prevenzione delle sostanze, dato in crescita rispetto al 2022, mentre l'81% iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo (che, nel 2023, ha visto vittime il 45% degli studenti). Quasi la metà degli studenti ha partecipato a programmi di prevenzione, mostrando maggiore consapevolezza sui rischi e minor propensione all'uso di sostanze.

Anche le organizzazioni locali, le autorità, le scuole e le aziende possono collaborare per creare programmi e progetti che promuovano stili di vita sani e offrano opportunità di sviluppo per i giovani: la costruzione di reti di supporto nella comunità aiuta a rafforzare il tessuto sociale e a creare un ambiente protettivo per tutti.

Non ultimo, anche se l’ambito salute è toccato solo come conseguenza, è di grande attenzione al tema delle presenze in carcere per effetto della legge sulle droghe: oramai più del 40% dei presenti all’interno degli istituti detentivi lo sono per reati connessi al consumo di droghe. Il tema della revisione della legislazione dall’utilizzo delle sanzioni amministrative all’utilizzo delle misure alternative torna centrale a nostro avviso nel dibatto sul consumo delle sostanze stupefacenti.

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Fonti bibliografiche


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A cura di:

» Simona Olivadoti, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana