Dopo l’introduzione della coordinatrice del webinar, Francesca Zanni dell’Università di Bologna, si sono susseguiti i saluti istituzionali del ministero della Salute (Pasqualino Rossi) e dell’Istituto superiore di sanità (Marco Martuzzi).
Il dottor Rossi del ministero della Salute ha ricordato l’importanza del tema e quanto sia utile un lavoro come quello del Lancet Countdown, che conta la collaborazione di molte istituzioni.
L’Italia sta lavorando attivamente per indirizzare le politiche a contrasto del cambiamento climatico e nel corso del 2023 è stato dato avvio alla preparazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che fornisce delle linee guida alle regioni. Inoltre, nel Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 molte delle azioni sono indirizzate a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Il dottor Martuzzi ha confermato come il tema sia nell’agenda degli interessi dell’ISS e di come vi sia una totale collaborazione con il ministero
della Salute. L’ISS sta implementando diversi progetti per rispondere all’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.
Nel nuovo report del Lancet Countdown si possono notare alcuni segnali di miglioramento, ma anche molti indicatori che sono peggiorati. Incontri come quello che si è svolto, servono a tenere alta l’attenzione e a interrogarci su dove stiamo andando.
The Lancet Countdown Report on Health and Climate Change in Europe - a global introduction
Il primo intervento tecnico, della dottoressa Elisa Gallo (Horizon Project Catalogna, IS Global, Barcellona), ha ripercorso la storia e la nascita del Lancet Countdown, ricostruendo anche quello che è stato fatto a livello europeo. Il Lancet Countdown è stato lanciato nel 2021, con la collaborazione di 44 ricercatori appartenenti a 29 istituzioni e nella prima edizioni sono stati analizzati 33 indicatori. Il secondo report, appena pubblicato, include 42 indicatori, analizzati da 69 ricercatori provenienti da 42 istituzioni. Esistono diversi centri regionali che producono il proprio report con azioni di mitigazioni specifiche: sono disponibili 6 report che coprono le seguenti aree: Oceania, Europa, America Latina, Africa, Asia e le isole (Caraibi, isole del Pacifico, dell’Oceano Indiano, del Mediterraneo e del Sud della Cina).Sul sito ufficiale è possibile vedere tutti gli indicatori analizzati, interrogare il sistema e vedere le differenze tra le regioni e paesi.
L’Europa sta facendo dei progressi, ma molto lentamente.
Il Lancet Countdown Europe è organizzato in 5 gruppi di lavoro: 1. Impatto, esposizione e vulnerabilità ai cambiamenti climatici; 2. Adattamento, pianificazione e resilienza per la salute; 3. Azioni di mitigazione e co-benefici sanitari; 4. Economia e finanza; 5. Impegno pubblico e politico.
Per ogni area trattata, nel report completo sono disponibili un ampio ventaglio di indicatori e approfondimenti.
Entrando nel dettaglio di alcuni indicatori, possiamo vedere come il tasso della mortalità alle ondate di calore è aumentata del 17,2 ogni 100.000 abitanti in Europa, inoltre, è quasi il doppio nelle donne rispetto agli uomini.
Un altro degli indicatori in peggioramento riguarda la siccità: circa il 50% delle regioni del Sud Europa ha subito gli effetti della siccità e la conseguente scarsità di acqua.
Per quanto riguarda l’indicatore relativo alla valutazione del rischio climatico nelle città, su 185 città europee che partecipano, 149 (81%) hanno attuato una valutazione sul rischio climatico. Tra i principali problemi sanitari causati dal cambiamento climatico emergono: malattie legate al caldo; esacerbazione delle malattie respiratorie; impatti sulla salute mentale; morte dovuta ad eventi estremi (es. alluvioni). Le popolazioni più a rischio sono: anziani, bambini, donne, lavoratori all’aperto, comunità marginalizzate, famiglie a basso reddito.
Nel 2020, 2,48 milioni di morti sono attribuibili a diete squilibrate e non sostenibili, la maggior parte dovute alla “composizione” della dieta (troppa carne e pochi legumi, frutta e verdure). Non si rilevano particolari differenze tra uomini e donne.
In conclusione, gli indicatori mostrano che gli effetti sulla salute del cambiamento climatico non sono uguali in tutta Europa, così come le responsabilità, e che spesso riflettono disuguaglianze socio-economiche e marginalità già presenti. Nonostante sia evidente che i cambiamenti climatici esacerbano le disuguaglianze di salute, dal rapporto emerge uno scarso impegno verso gli aspetti di equità nelle politiche.
Climate change and health in Italy: exposures, impacts, mitigation actions, and health co-benefits
In questa sezione saranno approfonditi e presentati gli andamenti di alcuni indicatori specifici a livello nazionale.Caldo estremo – Francesca de Donato (DepLazio)
Il primo intervento si è concentrato sugli effetti del caldo estremo in Italia. I gruppi di popolazione più a rischio sono i giovani lavoratori (15-34 anni), i lavoratori del settore dell’agricoltura, dei trasporti e nel campo delle costruzioni, oltre ai lavoratori occasionali. A livello nazionale, il rischio è maggiore nelle regioni del Sud Italia.
La risposta dell’Italia al problema, a livello di politiche, è stata l’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), coordinato dal ministero della Salute, con la collaborazione della Protezione civile. Il Piano contiene più di 300 misure volte a contenere gli effetti negativi del riscaldamento globale in Italia e le linee guida da attuare a livello regionale e locale.
Le indicazioni del PNACC sono state recepite dalle Regioni, che in seguito hanno provveduto a individuare i gruppi più vulnerabili, promosso campagne informative e attivato protocolli di emergenza in caso di bisogni sanitari. A livello locale, sono stati attivati piani cittadini di emergenza, con il coinvolgimento dei servizi sociali e della protezione civile, disseminazione di informazioni, sono state istituite helpline cittadine e un piano d’emergenza locale contro il caldo.
Un altro aspetto molto importante su cui puntare l’attenzione è la politica dei co-benefici. Anche in questo caso, l’Italia ha recepito le indicazioni date dall’OMS per cercare di mitigare gli effetti delle ondate di calore e migliorare le conoscenze sul tema. In particolare, è stato posto il focus sui gruppi vulnerabili e sul promuovere l’equità in tutte le azioni.
Siccità/inondazioni – Giuseppe Bortone (ARPA Emilia-Romana)
Nella regione Emilia-Romagna, negli ultimi anni, sono sempre più frequenti gli episodi di eventi estremi, inoltre, la temperatura è aumentata in media di 1.1 gradi (rispetto al periodo 1961-1990), così come è aumentata la siccità.
Per quanto riguarda le inondazioni, a maggio 2023 sono caduti più di 600mm in 17 giorni, 23 fiumi sono straripati, coinvolgendo 123 comuni. I danni riportati a livello economico sono stati circa 8.3 miliardi.
L’estate 2022 è stata caratterizzata da un eccezionale numero di eventi estremi: la temperatura dell’acqua del mare è stata di 28.05°C, il più alto valore registrato dal 2001, lo stesso è stato per la salinità dell’acqua, con una media di 36,9‰ e la portata del fiume Po è arrivata ai minimi storici. La gestione dell’acqua e della sua sicurezza è una delle maggiori sfide che ci porta il cambiamento climatico. La salute delle persone è minacciata dai continui cambiamenti nella quantità e nella qualità dell’acqua.
Malattie infettive – Marco Tamba (IZSLombardia Emilia Romagna)
Attualmente l’Italia si è dotata di un Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, 2020-2025. Il Piano fornisce un quadro epidemiologico dettagliato delle arbovirosi, dagli agenti patogeni, ai vettori ai fattori ambientali che possono influire. È stato ricordato come la sorveglianza e la prevenzione sono fasi fondamentali su cui l’Italia è a buon punto, ma altrettanto fondamentale è la diagnosi precoce, fase che risulta più difficile da monitorare.
Alimentazione sostenibile – Lorenzo Magone (Imperial College London)
Uno dei temi più di discussione è se è possibile attuare una dieta sostenibile e perché è così importante.
Il sistema alimentare ha un grosso impatto sull’ambiente, infatti è “responsabile” di 1/3 delle emissioni globali e del maggior sfruttamento del territorio a livello mondiale (38%). Il sistema è prioritariamente orientato a massimizzare il profitto e quindi non preoccupato di inserire pratiche sostenibili a protezione della biodiversità e della salute.
Impegno pubblico e politico – Anna Gerometta (Cittadini per l’aria)
Ci sono alcuni punti critici nell’impegno pubblico. Emerge, infatti, che nelle politiche attualmente implementate vi è una sottostima dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute pubblica, ancor più evidente dagli insufficienti investimenti e sussidi dati, così come risulta nell’attuale legislazione sull’inquinamento atmosferico.
Le azioni da mettere in campo dovrebbero includere la costruzione di tavoli dedicati affinché la comunità sanitaria sia in grado di rispondere prontamente ai rischi sanitari connessi, ma anche garantire la piena indipendenza di azione. Molto importante è anche la continua collaborazione con la società civile e il coinvolgimento dei giovani. Tutto questo dovrebbe garantire politiche davvero sostenibili.
In conclusione, il Report e gli indicatori presentati dimostrano come l’Europa sia in sofferenza per i cambiamenti climatici, con evidenti differenze regionali. A livello politico si sta cercando di arginare la situazione mettendo in atto delle azioni a supporto, che non sono sufficienti. Molto importante è il ruolo anche del mondo scientifico che con i suoi studi monitora la situazione e permette di intervenire in modo tempestivo o di programmare azioni di contrasto sul lungo periodo.
Per saperne di più consulta:
- The 2024 Europe report of the Lancet Countdown on health and climate change: unprecedented warming demands unprecedented action
- Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici
- Piano nazionale della prevenzione 2020-2025
- Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, 2020-2025