23/9/2019
La maggior parte dei
disturbi dell’alimentazione inizia nell’adolescenza, come la letteratura scientifica ha più volte rilevato, e negli ultimi 10 anni si è osservato un
progressivo abbassamento dell’età di esordio di questi disturbi. Per trattare queste patologie, soprattutto in una fase molto delicata dello sviluppo come l’adolescenza, è importante attivare interventi precoci associati alla continuità delle cure.
Nonostante l’importanza di questo tema, i dati epidemiologici sulla diffusione dei disturbi dell’alimentazione nella popolazione generale sono molto scarsi. E’ per questo che l’
Agenzia regionale di sanità della Toscana, in collaborazione con l’
U.O. di Psichiatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, ha inserito nella
versione 2018 dello
studio EDIT (Epidemiologia dei Determinanti degli Infortuni stradali in Toscana) un apposito
test (
Useful Eating Disorder screening questions - SCOFF) che consentisse di evidenziare la presenza di un generico alterato comportamento alimentare.
I risultati, riferiti alla popolazione di età compresa fra i 14 ed i 19 anni, rilevano che il
13,2% degli adolescenti toscani presenta almeno un criterio in grado di indicare la presenza di un
possibile disturbo alimentare. L’associazione fra le informazioni fornite dal test e altri criteri rilevati dallo studio EDIT ha reso possibile anche la definizione di forme specifiche di disturbi (anoressia, bulimia e
binge disorder) e la loro distribuzione nelle diverse classi di età.
L'Osservatorio di epidemiologia dell’ARS ha presentato per la prima volta i risultati nel corso del
convegno “I disturbi dell’alimentazione – Nuove prospettive psicopatologiche e terapeutiche”, che si è svolto il
27 settembre a
Firenze.
Per approfondire
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programma del convegno
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