Salute dei detenuti e rischio suicidio, avviata l’indagine in 6 regioni italiane


immagine detenuti carcere ARS NEWS - 26/02/2014
Il 4 febbraio ha avuto inizio la rilevazione epidemiologica che indagherà lo stato di salute della popolazione detenuta in 6 regioni italiane, con particolare attenzione alla valutazione del rischio suicidario. La rilevazione fa parte del progetto CCM2012, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) – Ministero della salute e a cui partecipano le regioni Toscana, Lazio, Umbria, Veneto, Liguria e l’Azienda USL di Salerno: sono 63 gli istituti penitenziari coinvolti. La Toscana è la regione capofila del progetto che, attraverso l’Agenzia regionale di sanità della Toscana, è stata incaricata di predisporre lo strumento di raccolta dei dati (scheda di rilevazione  informatizzata) oltre che di  raccogliere ed elaborare i dati stessi.

Salute in carcere: criticità
La salute nelle carceri in Italia è una questione critica e complessa: le infrastrutture sanitarie detentive sono spesso inadeguate, manca una strumentazione diagnostica in linea con quella territoriale-ospedaliera e un’informatizzazione adeguata. Alcuni dati sullo stato di salute nelle carceri italiane: oltre il 21,5% dei detenuti è tossicodipendente (contro il 2,1% della popolazione generale), mentre il 9,9% è affetto da depressione (3,0% della popolazione generale ne ha sofferto nell’ultimo anno). Il disturbo psichiatrico rappresenta un problema centrale fra i detenuti, confermato anche dall’elevato numero di suicidi: una delle principali cause di morte in carcere (8,5 casi  per 10 mila detenuti vs. 0,7 casi rilevati  in Italia nella popolazione generale). A questo si aggiungono gli atti di autolesionismo (10,6% detenuti) e i tentati suicidi (1,9% detenuti).

La nuova rilevazione sulla salute in carcere: obiettivi, procedure operative e tempistiche
Il nuovo studio promosso dal CCM entra adesso nella fase operativa: grazie alla collaborazione del personale sanitario che opera presso le 63 strutture detentive partecipanti, si potrà conoscere in modo più dettagliato le condizioni sanitarie - e i trattamenti farmacologici a queste associate - di circa 20 mila detenuti. I medici degli istituti penitenziari coinvolti hanno a disposizione 4 mesi di tempo per compilare le schede di rilevazione dello stato di salute di tutti i cittadini detenuti presenti nelle strutture al 3 febbraio 2014. Le schede verranno compilate tramite un applicativo su supporto USB fornito dall’ARS Toscana.

Per realizzare l’ulteriore obiettivo di sperimentare un protocollo atto ad individuare precocemente il rischio di suicidio nella popolazione detenuta e ad avviare azioni specifiche, sono stati coinvolti 6 istituti (uno per regione):
  • Casa circondariale e di reclusione La Dogaia (Toscana)
  • Casa circondariale Capanne (Umbria)
  • Casa circondariale di Rieti (Lazio)
  • Casa circondariale e di reclusione di Treviso (Veneto)
  • Casa circondariale La spezia (Liguria)
  • Casa circondariale e di reclusione di Salerno (Azienda USL Salerno)

I 6 istituti stanno adottando il protocollo su tutti i detenuti che, dalla libertà, accedono alle strutture a partire dal 4 febbraio. La procedura prevede uno screening di primo livello, effettuato entro le prime 8 ore di detenzione da parte del medico di guardia. In base al risultato ottenuto, il protocollo definisce l’attivazione di consulenze psichiatriche e/o psicologiche e la successiva convocazione di una mini equipe multidisciplinare nella quale il personale sanitario, sociale e della giustizia concorda le azioni più idonee da mettere in atto per la salvaguardia e la cura della persona.  

La rilevazione terminerà il 4 giugno 2014. I dati verranno quindi inviati all’Agenzia regionale di sanità, che provvederà all’elaborazione. I primi risultati dovrebbero essere disponibili entro i primi mesi del 2015.

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