ARS NEWS - 26/11/2014
Il 25 novembre si è celebrata la
giornata internazionale contro la violenza sulle donne: evento che potrebbe sembrare ormai lontano ma che purtroppo, ancora oggi, coinvolge milioni di donne.
Anche in Toscana, secondo quanto emerge dal "
Quinto rapporto sulla violenza di genere 2013" dal 1 luglio 2009 al 30 giugno 2013
si sono rivolte ai Centri antiviolenza 8.218 donne, con un trend in costante aumento, che registra il picco più alto nel corso dell’ultimo anno (465 donne in più rispetto all’anno precedente) raggiungendo circa le 2.500 richieste.
L’
età di queste donne è molto giovane, ma hanno un buon livello culturale, sfatando il pregiudizio che spesso lega l’idea della violenza a strati di popolazione più svantaggiati. Fare una graduatoria delle
tipologie di violenze subite risulta quasi impossibile dato che gran parte di queste donne hanno vissuto sulla propria pelle maltrattamenti psichici (80%), fisici (63%), economici (27%), atti di stalking (15,2%) e violenze/molestie sessuali (12%).
Ma l’aspetto su cui anche gran parte delle campagne d’informazione si focalizzano è il fatto che
solo una piccola quota di donne ha subito violenza da una persona sconosciuta (in Toscana è l’1,4%), mentre la maggior parte indica il proprio partner - o ex - come l’aggressore (83% in Toscana) confermando come le relazioni affettive rappresentino il contesto nel quale hanno luogo i principali atti di violenza.
Un altro punto d’intercettazione dei casi di violenza subita è, sicuramente, il servizio ospedaliero. A questo proposito
la Regione Toscana ha istituito il progetto “
Codice rosa” che, partito nel 2010 come progetto isolato nell’Azienda sanitaria di Grosseto, ha visto, nel 2014, la completa diffusione presso tutti i pronto soccorsi di tutte le AUSL della regione. Il Codice rosa identifica infatti un percorso di accesso al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenza.
Dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2013,
gli adulti che hanno avuto accesso al Pronto soccorso per Codice rosa in Toscana sono stati 3960, di cui quasi il
70% è rappresentato da donne.
Le azioni per combattere il fenomeno: le raccomandazioni sul Lancet
Su questo tema, il 21 novembre scorso, The Lancet ha pubblicato una
Serie di articoli che affrontano l’argomento. Uno dei quali
Addressing violence against women: a call to action riporta un insieme di raccomandazioni, che indicano specifiche azioni da mettere in atto per combattere la violenza sulle donne.
Riportiamo brevemente i punti principali rimandando, chi fosse interessato, al testo integrale.
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Raccomandazione 1: Mostrare la leadership}Ecco i punti principali:
- Dimostrare la leadership condannando pubblicamente la violenza contro le donne
- Includere, fra gli obiettivi per lo sviluppo del prossimo millennio, quello volto alla parità di genere e all’eliminazione della violenza sulle donne
- Sviluppare e monitorare piani nazionali che comprendano specifiche azioni operative, budget e obiettivi misurabili volti a rafforzare il benessere sociale, la polizia, la giustizia, l'istruzione, la protezione dei bambini e la parità di genere
- Stabilire meccanismi di coordinamento nazionali per sviluppare, implementare e monitorare
- Effettuare azioni per affrontare la violenza contro le donne in tutti i settori
- Garantire disponibilità di risorse adeguate per sostenere l’attuazione di piani nazionali in tutti i ministeri competenti{/slider}
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Raccomandazione 2: Sviluppare e far rispettare le leggi, attuare politiche, e rafforzare le capacità delle istituzioni}Ecco i punti principali:
- Rafforzare e far rispettare le leggi e le politiche volte a vietare tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze, comprese quelle agite dal partner, la violenza domestica, sessuale, i matrimoni precoci e forzati, le mutilazioni genitali femminili e la tratta
- Garantire leggi nazionali, politiche e istituzioni che promuovano la parità di genere eliminando tutte le forme di discriminazione contro le donne, come ad esempio l’impossibilità di ereditare beni, di avere l’affidamento dei figli, la libertà di viaggiare o di divorziare
- Garantire la parità di accesso all'istruzione, al reddito e al lavoro
- Attivare azioni che contrastino atteggiamenti discriminatori compresi l’esplicita e tacita approvazione di violenza contro le donne, il controllo maschile sul comportamento femminile, i costrutti di mascolinità che incoraggiano la violenza maschile
- Sostenere le politiche sociali che promuovono l'uguaglianza nei rapporti, per esempio, nella cura del bambino e nei congedi parentali{/slider}
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Raccomandazione 3: Investire nella prevenzione della violenza}Ecco i punti principali:
- Investire nella programmazione che supporta la comunità nella lotta contro la discriminazione esplicita e l'approvazione tacita della violenza contro le donne, compresi i costrutti di dominanza maschile
- Interventi di sostegno che operano nelle comunità al fine di cambiare le norme sociali che perpetuano la disuguaglianza di genere dando priorità ad interventi che promuovono la collaborazione tra i due generi
- Indirizzare interventi su specifici fattori di rischio, come l'esposizione alla violenza durante l'infanzia, l’uso di alcool e di altre sostanze stupefacenti
- Cercare opportunità per includere e valutare la programmazione che promuova la parità di genere in settori differenti come l’agricoltura, la micro finanza etc.
- Fornire assistenza e sostegno legale a coloro che hanno subito violenza
- Incoraggiare il lavoro con i media per promuovere l’inaccettabilità della violenza contro le donne e il sostegno ad atteggiamenti non-giudicanti nei confronti delle donne
- Rafforzare la prevenzione locale e la risposta alla violenza promuovendo la collaborazione tra fornitori di servizi e società civile
- Cercare sinergie per effettuare investimenti in tutti i settori{/slider}
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Raccomandazione 4: Rafforzare il ruolo del settore sanitario}Ecco i punti principali:
- Integrare con la supervisione continua e il tutoraggio la formazione del personale medico, infermieristico e di altri operatori sanitari sul tema della violenza sulle donne
- Aumentare la consapevolezza tra gli operatori sanitari, responsabili politici, manager e il pubblico in generale sulla prevalenza e l'onere sanitario della violenza contro le donne e l’importanza della prevenzione
- Creare una politica che consenta ai professionisti sanitari di rispondere in modo appropriato alla violenza contro le donne
- Assicurarsi che il tema della violenza contro le donne sia inserito in iniziative che trattano il tema della salute
- Favorire il coordinamento e la collaborazione tra i settori a livello nazionale e locale, allo scopo di migliorare i servizi rivolti alle vittime di violenza
- Sostenere lo sviluppo di un piano d'azione globale per rafforzare il ruolo del sistema sanitario nel coinvolgimento di più settori che affrontano il tema della violenza, in particolare contro le donne e i bambini (Risoluzione 67.15 - World Health Assembly){/slider}
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Raccomandazione 5: Investire nella ricerca, nella raccolta dei dati e nella società civile}Ecco i punti principali:
- Attuare indagini nazionali di popolazione con cadenza quinquennale che misurino l'entità del fenomeno, i fattori di rischio e le conseguenze
- Effettuare la raccolta di dati e la loro diffusione
- Sostenere la ricerca per colmare le lacune nella conoscenza di questo fenomeno
- Investire nella ricerca per favorire una prevenzione efficace
- Valutare e supportare l’attuazione della ricerca
- Documentare il costo-efficacia dell’attuazione di specifici programmi contro la violenza sulle donne
- Investire nella capacità di costruire e fare ricerca sulla violenza contro le donne, in particolare in paesi a medio e basso reddito{/slider}
Alla luce delle raccomandazioni internazionali la Regione Toscana si sta muovendo per sostenere e promuovere la lotta contro la discriminazione di genere.
Per approfondire: