La medicina di genere: un nuovo approccio alla cura per il miglioramento degli esiti ed il risparmio dei sistemi sanitari

Le evidenze epidemiologiche presentate dall’ARS lo scorso 17 ottobre a Roma, in occasione del convegno della SIGO


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Gli uomini e le donne, sebbene soggetti alle stesse patologie, presentano sintomi, progressione di malattie e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro. Nel tempo la medicina ha spesso considerato la donna per i soli aspetti relativi alla riproduzione. Soltanto negli ultimi anni si è sviluppato un approccio innovativo che studia l’impatto del genere sulla salute.

La commissione della Medicina di genere in Toscana
Regione Toscana, prima in Italia, ha istituito nel 2011 all’interno del Consiglio sanitario regionale, la “Commissione permanente per le problematiche della medicina di genere”. Costituita da professionisti che operano nella sanità toscana, la commissione ha tra i propri compiti quello di fornire raccomandazioni/linee guida su prevenzione, in un’ottica di genere, ma anche ricercare percorsi ottimali per sensibilizzare e formare gli operatori sanitari verso il determinante di genere.
Regione Toscana nel 2014 ha poi istituito il Centro Regionale di Coordinamento della Salute e Medicina di Genere, assegnandogli funzioni di raccordo e integrazione delle azioni e delle iniziative attivate dalle strutture aziendali e dagli altri soggetti coinvolti sul territorio. Tra i suoi compiti vi è anche quello di sviluppare una rete multi-disciplinare e multi-professionale integrata, anche attraverso la costituzione di Centri aziendali di salute e medicina di genere.

Le differenze di genere in una infografica
L’infografica che abbiamo realizzato illustra alcune differenze tra i due generi non solo di tipo biologico, ma anche di tipo socio-culturale, ambientale e relazionale e nei comportamenti, che hanno un grande peso sulle patologie e problemi di salute.

Adolescenti: differenze tra maschi e femmine importanti per educare e fare prevenzione
E’ fondamentale analizzare anche i comportamenti in un’ottica di genere, specialmente nella fascia adolescenziale, dove è possibile fare prevenzione ed educare.  Lo studio EDIT, acronimo di Epidemiologia dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana, viene realizzato dall’Agenzia regionale di sanità a partire dal 2005 ogni 3 anni circa su un campione di 5.000 studenti delle scuole superiori della Toscana (14-19 anni), con lo scopo di analizzare i comportamenti alla guida ed altri stili di vita nei giovani toscani. La principale informazione che emerge dai dati dell’ultima rilevazione del 2015 è che stiamo assistendo ad un’omologazione dei comportamenti tra maschi e femmine. Per quanto i maschi presentino ancora prevalenze più alte rispetto alle femmine, queste ultime, anno dopo anno stanno riducendo lo svantaggio.

Analizzando ad esempio i fumatori regolari di sigarette, se fino ad alcuni anni fa la percentuale dei maschi era nettamente maggiore di quella delle femmine, nel 2015 i maschi fumatori sono risultati il 31,8% mentre le femmine il 22,7%. Spostando invece l’attenzione al consumo di alcol, questo è stabile, ma in riferimento ai comportamenti eccedentari, ovvero gli episodi di ubriacatura e di binge drinking, nonostante i maschi rivelino prevalenze sempre maggiori alle femmine, la forbice tra i due generi si sta lentamente stringendo. Le ragazze fanno meno sport dei ragazzi ma comunque entrambi fanno registrare una diminuzione nella pratica quotidiana dell’attività sportiva. E’ importante segnalare la notevole riduzione nell’utilizzo del profilattico: nei maschi dal 2008 al 2015 si è passati dal 73,9% di utilizzatori al 62,2%, mentre tra le femmine dal 57,9% al 49,3%. Questo atteggiamento in base alle indicazioni della letteratura scientifica nazionale, comporta un aumento dei casi di malattia a trasmissione sessuale.
Infine la qualità del sonno: i giovani di oggi trascorrono molte ore al PC, tablet, smartphone, ma questa abitudine si ripercuote sul riposo. Dai dati della rilevazione 2015, circa il 12% dei maschi ed il 24% delle femmine, dichiara che la qualità del proprio sonno è disturbata conseguenti disturbi dell’attenzione.

Le analisi condotte da ARS concludono che: le donne vivono più a lungo dei maschi, ma si ammalano di più, con maggiore esito in disabilità, soprattutto a partire dal periodo post menopausale. Pur avendo comportamenti e stili di vita più adeguati e moderati rispetto ai maschi, sono caratterizzate da scarsa attività fisica e sportiva, più fumo, alcol e droghe assunte rispetto alle generazioni precedenti, le donne impongono quindi un’attenzione specifica ed interventi di prevenzione appropriati.

Studiare e capire le differenze di genere è un elemento essenziale per il raggiungimento delle finalità stesse del sistema sanitario, per garantire che vengano identificati gli indicatori di equità di genere, fino ad oggi non riconosciuti o sottostimati. Questi indicatori devono essere utilizzati nei programmi e nelle politiche, nella raccolta dei dati epidemiologici, demografici e statistici e nella valutazione dei risultati.



Per approfondire

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