ARS NEWS - 05/07/2013
Secondo un’indagine dell’
Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale (
Asaps), dopo dieci anni dall’introduzione del provvedimento, i circa 37 milioni di detentori di licenze di guida in Italia, hanno perso oltre
85 milioni di punti, con una media di
2,3 punti sottratti per ogni patente. I giovani sotto i 20 anni sono quelli che ne hanno persi di più con 6,5 punti di media e in particolare: 3,4 fino a 24 anni e 2,6 nella fascia da 30 a 34 anni.
Il “record minimo” di punti sottratti spetta agli
ultrasettantenni con 1,2 punti (dato questo fra l’altro sovrastimato poiché include certamente anche una quota di punti persi da qualche nipote). Le
donne sono state più brave: hanno perso il 25,4% del totale dei punti della loro categoria, mentre gli uomini il 74,6%. Le
violazioni più frequentemente rilevate sono state: al primo posto la
velocità, seguita dalle
cinture di sicurezza, quindi l’attraversamento semaforico con il
rosso e l’uso del
cellulare alla guida.
Le ragioni del provvedimentoCome accaduto in
altri paesi europei, al fine di contrastare il fenomeno degli incidenti stradali e, insieme, attenuare le conseguenze traumatologiche derivanti, il 1° luglio del 2003 è stata attivata anche in Italia la “
patente a punti” (PaP). Ad ogni conducente sono stati assegnati inizialmente
20 punti, che verranno decurtati in caso di infrazione delle norme del codice della strada, in misura variabile a seconda della gravità dell’infrazione stessa. Per recuperare i punti è sufficiente seguire dei corsi appositi presso un’autoscuola ma, qualora i punti persi dovessero essere tutti e 20, causando la revoca automatica della patente, il conducente non avrà altra scelta che effettuare nuovamente l’esame per recuperare la licenza di guida. Agli automobilisti che per due anni consecutivi non hanno perso punti, vengono automaticamente aggiunti due
punti di “bonus” (fino ad un massimo di 30 punti totali).
È importante notare come il meccanismo del
punteggio affianca e non sostituisce le
sanzioni già previste per le varie infrazioni, compresa la sospensione della patente.
Il bilancio sull’efficacia della disposizioneIn
Italia sono stati effettuati pochi studi di
valutazione sull’
efficacia dell’introduzione della patente a punti. Secondo uno dei più autorevoli (Benedettini S, Nicita A.
Sei anni di patente a punti in Italia: una storia beckeriana? Mercato Concorrenza Regole 2009; 11(2): 325-53) si può comunque affermare che, sebbene il trend degli
incidenti stradali decresca in modo costante da molti anni, nel periodo in cui le
campagne di informazione sull’introduzione del provvedimento sono state pervasive (2001-2003), i sinistri sono diminuiti di più, mentre successivamente sono tornati al trend costante di decrescita.
In pratica il provvedimento nel nostro paese risulterebbe scarsamente efficace, poiché ad esso non sono seguite altre
misure che avrebbero contribuito a inibire i comportamenti illeciti dei conducenti: l’aumento dei
controlli stradali (come peraltro i guidatori si attendevano), il divieto di decurtazione dei punti in caso di
mancata identificazione del conducente e soprattutto la sostituzione di punti con
sanzioni monetarie.
Per queste ragioni sarebbe opportuno che l’Italia si adeguasse alle
raccomandazioni presentate dall’Unione Europea durante la conferenza di presentazione del
progetto europeo “Bestpoint” per
mantenere efficace nel tempo il sistema di patenti a punti (“Demerit point systems”, DPS).
La situazione in ToscanaOltre ad avere una funzione di strumento in grado di ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali, l’
archivio delle patenti a punti permette anche di effettuare analisi di tipo epidemiologico, fornendo tra l’altro la “stima più precisa dei veicoli circolanti” tra quelle ottenibili dagli archivi amministrativi.
Secondo i dati forniti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel
2011 in
Toscana risultano attive
1.342.572 licenze di guida per i
maschi (tasso grezzo regionale: 86,1 per 100 abitanti) e
1.071.407 licenze di guida per le
femmine (tasso grezzo regionale: 62,5 per 100 abitanti).
È evidente che le
donne guidano meno degli uomini, infatti quasi il 40% non possiede una patente contro il solo 14% del genere maschile. Osservando inoltre la distribuzione delle patenti per
classe di età, il numero di licenze di guida possedute dai maschi è sempre maggiore rispetto a quello delle femmine e le età in cui il divario è maggiore si osserva tra i 16-17 anni (rapporto maschi/femmine: 4,8), 71-80 anni (rapporto maschi/femmine: 2,4) e 80 anni e più (rapporto maschi/femmine: 4,9).
L'età in cui le
infrazioni rilevate sono
più frequenti è quella comprese
tra 28 ed i 45 anni, con picchi di frequenze più alte tra 35 e 40 anni. L’analisi per genere indica che gli
uomini commettono un
maggior numero di infrazioni in età
giovanile e
avanzata, mentre le
donne tendono a trasgredire più frequentemente il codice della strada
tra i 25 ed i 50 anni.
Così come accade in Italia,
le infrazioni più comuni in Toscana sono dovute a velocità eccessiva, mancato utilizzo di cinture di sicurezza, attraversamento con semaforo rosso e utilizzo del cellulare alla guida.
Per approfondire:vai alla nostra pagina tematica degli
incidenti stradali