Quali sono le infezioni sessualmente trasmissibili?
L’espressione infezioni sessualmente trasmissibili (IST) raggruppa le malattie trasmesse durante l’atto sessuale in grado di provocare gravi danni per la salute. Le più diffuse sono: la clamidia, la gonorrea (o blenorragia), l’infezione da Human Papilloma Virus (HPV), la sifilide, l’AIDS, l’Herpes genitale, l’epatite da virus B o C. Nonostante i numerosi interventi preventivi e di trattamento, le IST rimangono anche nel nostro paese un importante problema di sanità pubblica coinvolgendo un numero sempre più elevato di persone.
Le IST in Italia: i numeri
Secondo quanto recentemente pubblicato dall’Istituto superiore di sanità, nel 2013 il Sistema di sorveglianza nazionale ha segnalato 6.251 nuovi casi di IST diagnosticate: nel 74,4% dei casi hanno riguardato gli uomini. L’età media dei pazienti è molto giovane - 34 anni per gli uomini e 29 per le donne - e risultano di nazionalità straniera nel 15,5% dei casi.
Relativamente all’utilizzo di metodi contraccettivi nei 6 mesi precedenti la diagnosi di IST, il 41,1% degli uomini e il 44,7% delle donne con IST ha riferito di non aver utilizzato alcun metodo contraccettivo. Il condom è stato utilizzato regolarmente in tutti i rapporti sessuali dal 15,9% degli uomini e dal 6,7% delle donne, mentre il 42,2% degli uomini e il 30,0% delle donne ha riferito di utilizzarlo saltuariamente. Tra le donne, il 16,1% ha riferito di utilizzare la pillola.
L’80,2% dei casi di IST è stato segnalato in eterosessuali e il 19,8% in MSM (rappresentati esclusivamente dal genere maschile). L’andamento delle caratteristiche demografiche nell’intero periodo (1991-2013) ha mostrato un incremento del 19,0% dei casi annui di IST nelle donne nel periodo 2011-2013 rispetto al periodo 1991-2010, e un incremento del 41,5% dei casi annui di IST negli uomini nel periodo 2005-2013 rispetto al periodo 1991-2004.
Dall’inizio della sorveglianza si è registrato un aumento dei casi annui di IST in stranieri e in MSM. In particolare, il numero di casi di IST in stranieri è all’incirca raddoppiato, passando da 500 casi del 1991 a 967 del 2013, mentre quello in MSM è passato da 498 casi del 1991 a 1.194 casi del 2013.
Nel 2013, dalla distribuzione dei casi per tipo di IST diagnosticata è emerso che le patologie più frequenti sono state i condilomi ano-genitali (3.362 casi, 53,8% del totale), il mollusco contagioso (509 casi, 8,1% del totale), l’herpes genitale (425 casi, 6,8% del totale) e la sifilide I-II (392 casi, 6,3% del totale).
I giovani toscani non usano il profilattico
Dal 2005 l’Agenzia regionale di sanità (ARS)
analizza i comportamenti sessuali dei giovani toscani attraverso l’indagine
Epidemiologia dei determinanti dell'infortunistica stradale in Toscana (EDIT), svolta a cadenza triennale. I dati 2015 mostrano che i
ragazzi di età compresa
fra 14 e 19 anni sottovalutano il rischio di infezione e spesso non utilizzano il profilattico: il trend continua a ridursi, passando dal 65% registrato nel 2008 al 60% del 2011, fino al 59% del 2015. L’andamento negativo è dovuto quasi esclusivamente al genere femminile che al crescere dell’età ne riduce l’utilizzo adoperando anticoncezionali orali (nelle 19enni rappresentano circa il 38% dei metodi impiegati).
Scarsa preoccupazione tra gli adulti per il rischio di contagioIn collaborazione con le UO di Dermatologia e Malattie Infettive delle ASL toscane, l'ARS ha inoltre condotto nel
2012 uno
studio epidemiologico retrospettivo sulla diffusione delle IST e dei fattori di rischio a esse correlati negli utenti adulti afferiti alle U.O. nel 2011.
Lo
studio ha rilevato nel
2011 1.394 nuovi casi di IST, relativi a 1.293 persone prevalentemente di
nazionalità italiana (84,1%),
maschi single (38,6%), sia eterosessuali che omosessuali, con scarso utilizzo del profilattico anche nei rapporti occasionali. In sostanziale accordo con i più recenti dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità, la
patologia più frequentemente diagnosticata è rappresentata dai
condilomi genitali (649 casi), seguiti dalle cerviciti e uretriti non gonococciche (219 casi), dal mollusco contagioso (113 casi) e dalla sifilide (92 casi). Il 27% dei pazienti con diagnosi di IST nel 2011 avevano già avuto una precedente IST: questo evidenzia come una precedente diagnosi non motiva sufficientemente i pazienti ad abbandonare i propri comportamenti sessuali a rischio.
Le nostre ricerche sui gruppi a rischio
L’ARS, grazie alla collaborazione con la Cooperativa sociale C.A.T, che da molti anni opera sul territorio fiorentino, ha cercato di indagare il
livello di consapevolezza e il
grado di percezione del rischio sulle IST tra le prostitute di strada dell’area metropolitana fiorentina. A questo scopo, durante i periodi estivi del 2012 e 2013, gli operatori della Cooperativa CAT hanno distribuito un
questionario anonimo alle prostitute durante le uscite delle unità di strada: hanno accettato di compilare il questionario 118 donne.
Dal questionario emerge che la loro provenienza è prevalentemente dall’
Est Europa (63,1%) e dalla
Nigeria (31,1%) ed hanno un’
età media di
24 anni. Il loro livello di scolarità è complessivamente buono, il 63% di esse è coniugata/fidanzata, ed il restante 27% è single. L'età al primo rapporto sessuale risulta significativamente associato con l'etnia: le albanesi più precoci rispetto alle nigeriane.
Settimanalmente il
numero medio di clienti è
22: di questi, circa l’
80% offre loro una cifra più alta per avere
un rapporto non protetto.
Il
39% delle
sex workers non ha
mai effettuato un test di screening per HIV e il
64% che non ha
mai fatto un controllo per le altre IST pur in presenza di sintomi specifici. Infine, confermando i dati di letteratura, il
70% non usa il profilattico con il proprio compagno.
Ultimo aggiornamento: settembre 2015