ARS SEGNALA - 23/06/2014
L’European Centre for Disease and Prevention (
ECDC) ha pubblicato il primo
report sulla malattie infettive nella popolazione immigrata in Europa basandosi sia sui dati del
sistema di sorveglianza europeo TESSy che sugli studi pubblicati sul tema.
I
migranti in
Europa sono generalmente in
buona salute, ma presentano un rischio maggiore di essere affetti da Hiv e tubercolosi.
Dei 151.890 casi di
Hiv diagnosticati nei 29 paesi UE/SEE tra il 2007 e il 2011, circa
125 mila (82%) possedevano informazioni su genere e provenienza geografica e sono stati quindi inclusi nell'analisi. Di questi 125 mila il
40% riguardava la
popolazione migrante: con un trend in aumento nella popolazione proveniente da America Latina e da centro e est Europa e una diminuzione nella popolazione dell'Africa Sub-Sahariana, che comunque rappresenta circa la metà dei casi.
Anche se l'attenzione si è giustamente concentrata sui migranti provenienti dai paesi ad alta prevalenza, il rischio di contrarre la malattia resta elevato anche
dopo l’arrivo in Europa. Ciò conferma i dati diffusi dall’ECDC in un altro
recente rapporto sulla salute sessuale degli immigrati in Europa.
Anche l’
epatite B, in particolare l’epatite cronica, è un problema nella popolazione immigrata mentre è difficile trarre delle conclusioni sull’
epatite C, sia acuta che cronica, perché i dati a disposizione sono limitati. Tra le altre malattie a trasmissione sessuale non sembra invece esserci un’incidenza più elevata di
gonorrea e
sifilide.
Desta preoccupazione anche la
tubercolosi: la proporzione dei casi tra i migranti è passata dal 10% del 2000 al
25% del
2010 nelle popolazioni provenienti prevalentemente da Asia, Africa e da alcune regioni europee. Anche se la popolazione migrante è più affetta dalla malattia non c’è evidenza dell’aumento del rischio per la popolazione nativa. I dati inoltre suggeriscono che tra i migranti la proporzione della forma resistente ai farmaci è più bassa.
Inoltre il
99% dei casi di
malaria registrati in Europa (UE/SEE) è
importato: la maggior parte sono rappresentati da immigrati che si recano in visita nel paese d’origine. Tra le malattie trasmesse da vettori, casi della malattia di Chagas sono stati riscontrati tra gli immigrati provenienti dall’America latina.
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