Per supportare la gestione socio-sanitaria dei malati di Alzheimer, AIMA Firenze in collaborazione con l’Agenzia regionale di sanità, Anci, Cesvot e con il contributo di Ely Lilly, ha promosso un
progetto che punta a sensibilizzare la comunità nel
riconoscimento di questa malattia e a
costruire una rete di supporto.
Il progetto «
Una rete sociale per l'Alzheimer» è stato presentato il 12 dicembre scorso in una conferenza stampa presso la sede fiorentina di Cesvot. Interessa tre comuni toscani, Empoli, Lucca e Arezzo, dove saranno organizzati incontri rivolti ad associazioni del terzo settore, familiari di malati e più in generale a tutta la cittadinanza.
Il ruolo di ARS nello specifico sarà indirizzato ai
colloqui con i caregiver. L'obiettivo è accogliere la loro
esperienza di gestione della malattia e individuare con le amministrazioni e le associazioni locali
soluzioni di supporto. I familiari costituiscono la rete informale che affronta quotidianamente, in massima parte da sola, i problemi psicologici, economici, sociali e organizzativi che derivano dalla gestione domiciliare della demenza, e che rischiano di implodere senza adeguati sostegni alle sue attività.
Alla
figura dei caregiver l'indagine Censis-Aima 2016 ha dedicato un intero capitolo. I caregiver, sui quali grava il peso dell'assistenza quotidiana, sono nella maggior parte dei casi i
figli dei malati, nel 37% dei casi
i coniugi. Se l'età media dei malati di Alzheimer è di quasi 79 anni, sono invecchiati anche i
caregiver impegnati nella loro assistenza:
hanno mediamente 59 anni e dedicano
4,4 ore al giorno all'assistenza diretta e 10,8 ore alla sorveglianza.
La
badante rimane comunque una figura centrale dell'assistenza al malato di Alzheimer: ad essa fa ricorso quasi il 38% delle famiglie. La presenza di una badante ha un impatto significativo sulla disponibilità di tempo libero del caregiver. Se complessivamente il 47% segnala un aumento del tempo libero legato alla disponibilità di servizi e farmaci per l'Alzheimer, tra chi può contare sul supporto di una badante la percentuale cresce di oltre 20 punti percentuali (68,8%) e di circa 30 punti nel caso in cui il malato usufruisca della badante e di uno o più servizi (77,1%).
La
rete informale di caregiving è quindi una risorsa importante per la società, ed è pertanto necessario ascoltare i bisogni socio-assistanziali di cui si fa portatrice, e individuare strategie di supporto concrete e sostenibili.