20/4/2021
È online il Documento ARS "
Noi e Loro, Lontani e Vicini - Storie di viaggi di immigrazione in Toscana", pubblicazione che nasce dalla
collaborazione tra ARS e “Gli Anelli Mancanti”, un’associazione di promozione sociale che dagli anni ’90 opera in situazioni di marginalità, riguardante soprattutto la popolazione migrante.
Perché questo Documento? I flussi migratori, che da sempre caratterizzano la vita dell’essere umano, soprattutto negli ultimi anni sono tornati a interessare massicciamente, e non senza polemiche, anche l’Italia.
Il
confronto con la diversità, cui siamo chiamati da una società sempre più multietnica e multiculturale, vede la comunità tutta, civile e politica, interrogarsi e dividersi su fronti opposti di apertura e chiusura rispetto ai temi dell’accoglienza e dell’integrazione.
Quello che forse ci manca è una
conoscenza ravvicinata della storia di queste persone, individui che vedono nell’uscita dal proprio Paese una chance, seppur a rischio della propria vita.
Con questo Documento vorremmo portare all’attenzione di tutti, tra dibattiti e politiche sull’immigrazione,
ciò che sta dietro alle identità giuridiche di “immigrati”, “rifugiati”, “richiedenti asilo”, “profughi”, “clandestini”, “stranieri”, “extracomunitari”: persone che compiono un viaggio lungo anche diversi anni, con l’obiettivo di fuggire da guerre, fame o soprusi e migliorare le proprie condizioni di vita; uomini e donne (e bambini) che sono anche “Altro” rispetto a queste “etichette” che di volta in volta vengono affidate loro e che, forse per sempre, dovranno indossare.
Aumentare la nostra comprensione e favorire un’integrazione sociale e sanitaria di questo target di popolazione è la base da cui nasce questa indagine, realizzata dando voce a
25 migranti in contatto con “Gli Anelli Mancanti”. Si tratta di persone che provengono dall’Africa, dal Sud America e dal Medio Oriente, che ci hanno raccontato la loro storia di viaggio, motivi, speranze e percorsi diversi che li hanno spinti a fare questa scelta.
Il racconto del singolo, le difficoltà, le vicissitudini, i pericoli, danno sfumatura e dettaglio ad un fenomeno che, spesso, viene conosciuto solo nella sua vastità e globalità (e forse superficialità). Un grande punto di forza dello studio è proprio questo: l’aver preso un fenomeno ampio e complesso e averlo sviscerato.
Da “l’immigrazione”, in generale, si passa infatti alla
storia della persona che intraprende il viaggio e alle sue motivazioni. Queste storie sono state poi arricchite con le esperienze personali, con i pericoli e le difficoltà del Paese di provenienza,
fornendoci una fotografia sociale, economica e politica di grandissima rilevanza. Nuotando ancora più in profondità in queste
storie di viaggio si trovano le
emozioni, ad esempio la “
paura (che) si vede. Si urla”, come ci racconta un giovane marocchino, o il disorientamento per un viaggio incerto nel quale, come si legge dalle parole di un intervistato del Gambia, “
nessuno sapeva dove si andava”. E se si raggiunge il fondale di questo mare di viaggi troviamo il significato che ognuna di queste persone ha attribuito “all’andare via” dal proprio Paese di origine, un aspetto più intimo e profondo rispetto al più semplice e lineare motivo della partenza. “Scappare” dal proprio Paese - termine che ricorre spesso in queste narrazioni - viene usato come ricerca di un miglioramento esistenziale personale “
quando cambi spazio, la tua mente cambia”, ci racconta un intervistato proveniente dall’Iran. Lo sguardo è però rivolto al “
tornare un giorno e pensare di cambiare qualcosa nel proprio Paese”, così ci dice un giovane marocchino, “
perché scappare, scappano solo le persone che si sentono deboli”.
Lo studio ha poi consentito di
comprendere le attuali condizioni di vita di queste persone, fornendo una fotografia dettagliata e un punto di vista esclusivo dato da chi, oggi, vive, lavora, si cura e fa progetti in Italia. I racconti di quotidianità degli intervistati ci donano preziose informazioni per quanti vogliano comprendere fenomeni quali l’integrazione e l’accoglienza di queste persone nel nostro Paese.
Infine,
particolarmente preziose per l’ARS sono le esperienze narrate sul ricorso ai servizi sanitari e sociali. La scarsa o nulla padronanza della lingua italiana, la diversità culturale nell’approccio alla salute, la diffidenza rispetto alla struttura dei servizi, spesso determinata dalla propria condizione giuridica, sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a disincentivare il ricorso al sistema sanitario e sociale da parte dei migranti, come ci viene raccontato da alcuni intervistati. E infatti riguardo al sistema delle cure, gli intervistati preferiscono fare riferimento alle associazioni di riferimento territoriali con le quali, attraverso un capillare lavoro di prossimità, si stabilisce una relazione di fiducia e di sicurezza. Ed è così che, nel caso specifico di questo progetto, l’accesso allo sportello sanitario dell’associazione de “
Gli Anelli Mancanti” viene percepito da alcuni come maggiormente accogliente e quindi più accessibile rispetto ai servizi sanitari pubblici. Queste evidenze in particolare diventano essenziali per garantire ai migranti il diritto alla salute.
A cura di: Claudia Gatteschi e Francesca Ierardi, ARS Toscana