La chirurgia dell’anca si prefigge l’obiettivo di preservare o ripristinare la funzionalità articolare.
Dal punto di vista tecnico abbraccia due grandi branche: quella traumatologica e quella elettiva.
In traumatologia, le fratture più comunemente riportate sono quelle del collo del femore e della regione pertrocanterica. Sono di quasi esclusivo appannaggio della popolazione anziana e possono insorgere anche per traumi di lieve entità poiché strettamente correlate al fenomeno dell’osteoporosi.
L’intervento di osteosintesi (che comprende la riduzione della frattura e la sua successiva stabilizzazione con vari tipi di impianti) è comunemente riservato al trattamento sia delle fratture pertrocanteriche che di quelle del collo del femore composte. Quelle scomposte invece posso essere trattate anche con la sostituzione protesica per rendere più rapido il recupero funzionale.
Nel paziente giovane invece, le fratture sono quasi sempre il risultato di un trauma ad alta energia. Oltre alle fratture già descritte sono abbastanza frequenti anche quelle della testa del femore e/o dell’acetabolo con o senza lussazione articolare. L’intervento di prima scelta è l’osteosintesi. Le fratture scomposte del collo del femore e le lussazioni sono considerate delle vere e proprie urgenze chirurgiche. L’intervento, se eseguito entro poche ore dal trauma può essere il fattore determinante per il salvataggio dell’articolazione stessa. Il ricorso alla sostituzione articolare di solito avviene, in modalità elettiva, per il trattamento di eventuali esiti o complicanze secondarie al trauma stesso.
La chirurgia elettiva invece è quasi esclusivamente rappresentata dagli interventi di sostituzione protesica dell’anca o di revisione di componenti precedentemente impiantate. Sono eseguite sopratutto durante la sesta e settima decade di vita anche se il loro ricorso in giovane età è costantemente in aumento.
Gli interventi di elezione di tipo non protesico, meno frequenti rispetto ai precedenti, sono quelli di osteotomia e di artroscopia. Sono riservati ad una popolazione molto giovane ed hanno lo scopo di ritardare lo sviluppo artrosico intervenendo attraverso un cambiamento della biomeccanica articolare o attraverso la pulizia delle superfici articolari.