27/1/2022
Le
autorità internazionali di regolamentazione hanno pubblicato un rapporto che riassume le principali strategie di risposta globale alla variante Omicron di SARS-CoV2, emerse durante il workshop organizzato sotto l'egida dell'
International Coalition of Medicines Regulatory Authorities (ICMRA).Esaminando i dati sull'impatto di Omicron, i partecipanti hanno concluso che gli
attuali vaccini offrono una minore protezione contro le infezioni e le malattie lievi causate da questa variante, ma che dopo una dose booster, la vaccinazione continua a offrire una notevole protezione contro le forme gravi di COVID-19.
I dati di real-world evidence (RWE) provenienti da studi condotti in Canada e nel Regno Unito suggeriscono che, nonostante il calo dell’efficacia del vaccino contro Omicron dopo la serie primaria, una dose di richiamo (omologa o eterologa) è in grado di ripristinare alti livelli di protezione nel periodo immediatamente successivo alla somministrazione del vaccino. La protezione dall'ospedalizzazione risulta molto alta dopo una dose di richiamo (fino al 90% secondo i dati del Regno Unito), sebbene sia ancora necessario, con un follow-up più lungo, determinare se questo livello di protezione venga mantenuto.
A livello nazionale
in Israele, utilizzando i dati della sorveglianza nazionale, a partire dalla seconda settimana di dicembre 2021 era stata registrata una diminuzione dell'efficacia del vaccino contro infezioni e ricoveri in tutte le fasce di età, attribuibile a una combinazione di immunità in calo e casi dovuti alla diffusione di Omicron. Israele ha recentemente iniziato a somministrare una 4
a dose di vaccino a soggetti di età≥ 65 anni e con comorbidità per superare la nuova ondata epidemica dovuta ad Omicron.
Diversi possibili scenari sono stati presentati dalla
Food and Drug Administration statunitense per la progettazione di studi clinici contro varianti di preoccupazioni (VOC) per la dimostrazione dell'efficacia dei vaccini COVID-19 modificati. Gli studi che misurano l'immunogenicità come
endpoint surrogato sono stati ritenuti come adeguati a dimostrare l'efficacia di un vaccino modificato. Pertanto, l’endpoint primario di uno studio clinico con questi vaccini dovrebbe essere quello di verificare se gli anticorpi indotti dal vaccino modificato siano in grado di neutralizzare il ceppo mutato meglio del vaccino prototipo (superiorità statistica). Dovrebbero, inoltre, essere effettuate analisi descrittive sulla neutralizzazione verso altre VOC.
Ulteriori punti di discussione sono stati la rilevanza dei dati sull'ampiezza, l'entità e la durata delle risposte immunitarie umorali e cellulo-mediate contro le VOC circolanti e le prestazioni del prototipo e dei nuovi vaccini contro le VOC.
I
partecipanti al workshop hanno convenuto che la somministrazione di dosi multiple di richiamo a brevi intervalli di tempo non è un approccio sostenibile a lungo termine. Sarebbe, invece, necessario sviluppare una strategia a lungo termine. Secondo le autorità di regolamentazione, le aziende dovrebbero esplorare la fattibilità dello sviluppo di vaccini bivalenti o multivalenti, per valutare se la risposta immunitaria, misurata come anticorpi neutralizzanti, generata da questa tipologia di vaccini possa dimostrarsi superiore a quella ottenuta con i vaccini attuali.
L'Organizzazione mondiale di sanità (OMS) ha istituito il
Technical Advisory Group on COVID-19 Vaccine Composition (TAG-CO-VAC) per esaminare e valutare le implicazioni per la salute pubblica delle VOC emergenti di SARS-CoV-2 sulle prestazioni dei vaccini COVID-19.
Il TAG-CO-VAC ritiene che i vaccini COVID-19 che hanno un alto impatto sulla prevenzione delle infezioni e della trasmissione, oltre alla prevenzione delle malattie gravi e della morte, siano necessari e che potrebbe, inoltre, essere necessario aggiornare la composizione degli attuali vaccini contro COVID-19, per garantire che i vaccini continuino a fornire i livelli raccomandati dall'OMS di protezione contro le infezioni e la malattia da VOC, compresi Omicron e future varianti.
A tal fine, i
vaccini COVID-19 dovrebbero basarsi su ceppi geneticamente e antigenicamente vicini alle varianti circolanti di SARS-CoV-2; oltre alla protezione contro malattie gravi e morte, essi dovrebbero essere più efficaci nella protezione contro le infezioni, riducendo così la trasmissione nella comunità e la necessità di misure sanitarie e sociali rigorose e di ampia portata; suscitare risposte immunitarie ampie, forti e di lunga durata, al fine di ridurre la necessità di successive dosi di richiamo.
In linea con questo approccio, secondo l’OMS potrebbero essere prese in considerazione le seguenti opzioni:
- un vaccino monovalente che suscita una risposta immunitaria contro le varianti circolanti predominanti (sebbene questa opzione affronti la sfida della rapida comparsa delle varianti SARS-CoV-2 e il tempo necessario per sviluppare un vaccino modificato o nuovo)
- un vaccino multivalente contenente antigeni di diverse VOC di SARS-CoV-2;
- un vaccino pan SARS-CoV-2: un'opzione più sostenibile a lungo termine che sarebbe effettivamente a prova di variante.
Nel frattempo, il TAG-CO-VAC incoraggia i produttori di vaccini contro COVID-19 a
produrre e fornire dati sulle prestazioni dei vaccini contro COVID-19 attuali e specifici per Omicron, inclusa l'ampiezza, l'entità e la durata delle risposte immunitarie umorali e cellulo-mediate a varianti attraverso vaccini monovalenti e/o multivalenti.
Il TAG-CO-VAC continuerà a valutare gli studi sulle VOC circolanti predominanti rispetto alle proprietà di diffusione/trasmissibilità, gravità clinica (virulenza), caratteristiche genetiche, antigeniche e fenotipiche delle VOC, inclusa la capacità di fuga immunitaria e valutazione dell'efficacia e dell'impatto del vaccino e informazioni fornite dai produttori.
Affrontare la sfida di continuare a garantire la produzione dei migliori vaccini possibili in modo tempestivo richiede un continuo scambio di informazioni e collaborazione tra l'OMS e i suoi gruppi di esperti, il TAG-CO-VAC, le autorità di regolamentazione e i produttori di vaccini contro COVID-19.
A cura di:
- Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
- Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana