In Toscana ed in Italia, come in molti altri Paesi a economia avanzata, si sono verificati negli ultimi 30 anni notevoli cambiamenti nella
struttura demografica della popolazione. E se da una parte è indiscusso il ruolo di una
maggiore aspettativa di vita, un’influenza determinante su questo cambiamento va sicuramente ricercata nell’area della salute riproduttiva: la
natalità è difatti diminuita drasticamente, sopratutto in questi ultimi anni di crisi economica (-10% di bambini nati in Toscana nel periodo 2008-2014) e, contemporaneamente, si è avuto un graduale aumento della diffusione delle conoscenze e dell’uso dei
metodi anticoncezionali, grazie anche all’introduzione di alcune leggi (legge 405 del 1975 che ha istituito i consultori familiari; legge 194 del 1978 che ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza).
Accanto a questo si è registrata la crescente diffusione di alcune tecniche e procedure usate durante la gravidanza, al momento del parto e nel puerperio, che da una parte hanno favorito la diminuzione della
mortalità perinatale e materna, ma anche forse eccessivamente medicalizzato questi eventi.
L’attenzione alla
salute materno-infantile rimane quindi strategica, poiché una delle evidenze scientifiche che si stanno consolidando con più forza nella ricerca epidemiologica internazionale è che la salute dell’adulto si giochi fin da bambino, anzi fin dall’utero materno.