ARS NEWS - 23/08/2012
Il
dolore cronico nei pazienti è spesso sottotrattato da medici e specialisti, in alcuni studi addirittura nel 45-83% dei casi. Tra le principali ragioni, la riluttanza a prescrivere
oppioidi perché possono provocare
eventi avversi come psicosi acute, depressione, deficienze cognitive, assuefazioni finanche overdose.
La review
Development of dependence following treatment with opioid analgesics for pain relief, appena pubblicata su Addiction da un gruppo di autori italiani, dichiara che gli
oppioidi utilizzati come analgesici nei casi di dolore cronico
non sono associati a un maggior rischio di sviluppare dipendenza. Gli autori evidenziano che l'efficacia di questa terapia e il significativo miglioramento in termini di qualità della vita dei malati dovrebbero stimolare i medici a favorirne l'utilizzo. Il messaggio resta tuttavia cauto perché ad oggi la letteratura scientifica non si è pronunciata ufficialmente sui rischi da assuefazione in cui il malato può incorrere e le
linee guida raccomandano "trust but verify".
In Italia la tutela e la garanzia all'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato si sono concentrate sull'utilizzo dei principi attivi della
cannabis nella terapia farmacologica garantiti dalla
legge 38 del 2010 sulle
cure palliative e la
terapia del dolore, che ha tolto dalle tabelle ministeriali i farmaci oppiacei facilitando la loro prescrizione e dalle disposizioni ministeriali del 2007.
Tuttavia queste norme si scontrano ancora oggi con la difficoltà dei malati ad accedere ai farmaci sia per le complesse procedure burocratiche sia perché è necessario acquistarli all'estero ad esempio in paesi quali l'Olanda in cui l'uso della cannabis a fini terapeutici è generalizzato.
La
Toscana è stata la prima regione in Italia ad approvare una
legge che consente alle strutture sanitarie regionale di erogare
farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e in alcuni tipi di terapie. L'ARS, che fa parte della commissione Lotta al dolore della Regione Toscana, ha condotto un'attenta ricerca di letteratura a supporto di quella che qualche mese fa era solo una proposta di legge.
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