ARS NEWS - 04/09/2013
Malattie sessualmente trasmissibili: dati mondiali e italiani, conseguenze sulla saluteLe
malattie sessualmente trasmissibili (
MST) hanno un forte impatto sulla salute sessuale e riproduttiva a livello globale.
Nel mondo sono circa
499 milioni le
persone, di età compresa
fra i 15 ed i 49 anni, che contraggono
ogni anno una delle 4 più diffuse MST: clamidia, gonorrea, sifilide, trichomonas vaginalis, a cui si aggiungono le infezioni genitali virali provocate da herpes simplex virus di tipo 1 e 2 e quelle da papilloma virus umano.Questi dati sulla diffusione delle MST, pubblicati di recente dall’
Organizzazione mondiale di sanità (OMS) nel documento
Global incidence and prevalence of selected curable sexually transmitted infections, evidenziano chiaramente, ancora una volta, come queste malattie rappresentino un serio problema di salute pubblica in tutti i paesi del mondo.
Ed il
4 settembre, giorno in cui si celebra la
Giornata mondiale per la salute sessuale 2013 (World Sexual Health Day 2013) promossa dalla World Association for Sexual Health (WAS) per stimolare una maggiore consapevolezza sociale sulla salute sessuale nel mondo, è l’occasione giusta per fare il punto a livello globale sui dati ma anche sugli interventi attivati. Lo slogan della giornata 2013 è “
to achieve sexual health, picture yourself owning your sexual rights”: un monito per ricordare a tutti l’importanza che rivestono i diritti sessuali per la salute sessuale stessa. La giornata sarà seguita dal Congresso mondiale sulla salute sessuale, che si terrà dal 21 al 24 settembre a Porto Alegre, Brasile.
Come confermano i dati dell’OMS, le
conseguenze delle MST sulla salute sono serie e molteplici: ne citiamo solo alcune. Queste patologie sono un’importante causa di
infertilità sia negli uomini che nelle donne e purtroppo alcune di queste sono asintomatiche. L’infezione con certi tipi di papilloma virus, ad esempio, può portare a sviluppare
forme tumorali dei genitali, in particolare il cancro alla cervice uterina nelle donne, mentre
MST contratte in gravidanza (nel 2008 i casi di sifilide nelle donne in gravidanza sono stati oltre 1,3 milioni nel mondo) sono associate a rischi di
nascita pretermine o sottopeso per il neonato, finanche alla
morte neonatale. Le MST possono anche aumentare di 3 volte il rischio di acquisire l’
HIV.
Nonostante la maggior parte di queste patologie si verifichino nei paesi in via di sviluppo, nel corso dell’ultimo decennio è stato osservato un importante
incremento anche nelle
aree metropolitane dei
paesi più sviluppati. In
Italia, secondo quanto riportato dal
Sistema di sorveglianza sentinella attivo dal 1991, il numero di nuovi casi di MST è rimasto stabile fino al 2004, con una media di 3.920 casi all’anno, per poi subire un
incremento del
25% nel periodo
2005-2011 ed arrivare ad una media di 4.919 nuovi casi all’anno.
Le azioni della Regione Toscana: il database per le MST, lo studio-pilotaL’importanza riconosciuta al tema delle MST ha indirizzato la
regione Toscana ad attivare un
tavolo di lavoro multidisciplinare, coordinato dall’
Agenzia regionale di sanità. L’obiettivo: costruire, per il 2014, un
database regionale in cui convogliare tutti i nuovi casi di MST riscontrati nelle unità operative di dermatologia e malattie infettive del nostro territorio. Il lavoro, iniziato nel 2012, ha seguito numerosi step, fra cui la realizzazione di uno
studio pilota (svolto presso quattro Centri toscani) attraverso la revisione e informatizzazione delle cartelle cliniche dei pazienti con almeno una MST che hanno avuto accesso nel 2011. Ecco una sintesi dei principali risultati, che vogliamo presentare in anteprima in occasione della giornata mondiale. Lo studio ha coinvolto
1.293 pazienti, prevalentemente italiani (84,1%), con un rapporto maschi/femmine di circa 2:1. Fra i maschi, gli omosessuali costituiscono il 25,9% del campione. L’uso del profilattico, indipendentemente dal genere e dall’orientamento sessuale, è molto basso. In linea con i dati nazionali, le
patologie più frequentemente diagnosticate sono le infezioni da
HPV, la
cervicite non gonococcica e le
uretriti, seguite dal mollusco contagioso e dalla sifilide. Stratificando i dati in base all’orientamento sessuale, abbiamo potuto osservare che i
maschi omosessuali hanno un
rischio da 4 a 10 volte superiore di contrarre la sifilide, la gonorrea e l’infezione da HIV. La rilevazione, inoltre, ha messo in evidenza un numero elevato di pazienti che accedono ai Servizi MST affetti da reinfezioni da parte dello stesso agente patogeno, confermando la necessità di
rafforzare gli
interventi di
educazione e prevenzione delle MST nella popolazione toscana.
Per approfondire