1/4/2019
Si è tenuto il
28 marzo 2019, presso la sede dell’
ARS a Firenze, il
convegno Il sistema delle sorveglianze regionali in ambito materno-infantile, con l’obiettivo di restituire e discutere con i professionisti sanitari che assistono la nascita le informazioni raccolte con il sistema di sorveglianza della mortalità materna ISS-Regioni e attraverso il progetto sui near miss emorragici (emorragia del post partum, placentazione anomala invasiva, rottura d’utero ed isterectomia peripartum), per
migliorare la
qualità dell’assistenza alla nascita e
prevenire gli
esiti sfavorevoli evitabili.
Il
sistema di sorveglianza della mortalità materna, coordinato dall’ISS, raccoglie dati completi e affidabili sulla mortalità materna in 13 regioni italiane, tra cui la Toscana (tramite l’ARS). In Italia si registrano in media 9 morti materne ogni 100 mila bambini nati vivi, con una sottostima del fenomeno pari al 59% rispetto a quanto stimato dai soli certificati di morte. Tra le
morti per cause ostetriche prevalgono le emorragie, i disordini ipertensivi della gravidanza e la tromboembolia, che coprono quasi il 70% dei casi. Tra le
morti materne dovute a cause non ostetriche prevalgono invece le patologie cardiovascolari e la sepsi.
Tra le
morti materne tardive, che avvengono tra 43 e 365 giorni dall’esito della gravidanza, il 42% è dovuto a neoplasie e il 16% a cause violente, di cui il 13% ascrivibile a suicidi, il 3% a omicidi. La
Toscana, tra le regioni che partecipano alla sorveglianza, ha il
rapporto di mortalità materna più basso (6,7 morti ogni 100.000 nati vivi – 9,2 in Italia) e tra il 2013 e il 2017 si sono verificati, tramite la sorveglianza attiva, solo 3 casi.
I
principali fattori di rischio individuati dall’analisi dei flussi sanitari comprendono: l’
età materna oltre i 35 anni, l’
istruzione pari o inferiore al diploma di scuola media inferiore e la
cittadinanza non italiana. L’analisi approfondita dei singoli casi segnalati dalle regioni ha evidenziato inoltre che la mortalità e la morbosità materna aumentano all’aumentare dell’
indice di massa corporea della donna: il 32,8% delle donne decedute sono obese, contro il 7% delle donne in età riproduttiva residenti nelle stesse regioni. Nell’11,3% delle morti materne le donne avevano concepito mediante
tecniche di procreazione medicalmente assistita. Da sottolineare che cinque morti materne sono state causate da
influenza. Nonostante le raccomandazioni nazionali e internazionali, nessuna delle donne decedute era stata vaccinata contro l’influenza durante la gravidanza.
Si definisce
near miss quando una donna, che sarebbe deceduta, è invece sopravvissuta alle complicazioni insorte durante la gravidanza, il parto o entro 42 giorni dal termine della gravidanza stessa. Il
progetto sui near miss emorragici in ostetricia, che ha coinvolto tra il 1 settembre 2014 e il 31 agosto 2016 tutti i punti nascita di sei regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana tramite l'ARS Toscana, Lazio, Campania e Sicilia) ed ha coperto il 49% dei nati nel Paese, ha permesso di stimare per la prima volta l’incidenza del fenomeno. Una donna ogni 1.000 che partorisce spontaneamente e tre donne ogni 1.000 che subiscono un taglio cesareo vanno incontro a una
grave complicazione emorragica del post partum. I principali fattori di rischio sono l’età ≥35 anni, aver già avuto un taglio cesareo nelle precedenti gravidanze e partorire con taglio cesareo rispetto al parto vaginale. In
Toscana si verificano 1,6 near miss emorragici ogni 1.000 parti (2,1 in Italia).
Durante il convegno del 28 marzo sono stati inoltre presentati il
progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale e il
nuovo studio sui near miss ostetrici su sepsi, eclampsia, embolia di liquido amniotico ed emoperitoneo spontaneo.
Dal 1 novembre 2017 la Toscana partecipa al
nuovo progetto ISS sui near miss ostetrici in Italia: la sepsi, l’eclampsia, l’embolia di liquido amniotico e l’emoperitoneo spontaneo in gravidanza. Il progetto è finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del Ministero della salute, coordinato dalla Regione Lombardia e fa parte delle attività del sistema di sorveglianza della mortalità materna Iss-Regioni Itoss (Italian Obstetric Surveillance System). Oltre alla Toscana vi partecipano altre 8 regioni - Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia - con 316 presidi ospedalieri pubblici e privati dotati di reparto di ostetricia, arrivando a coprire il 75% dei nati del Paese. In base ai dati del sistema di sorveglianza della mortalità materna, la
sepsi e l’
eclampsia rientrano
tra le principali cause di morte materna ed è urgente per entrambe le condizioni disporre di dati italiani che facilitino il miglioramento della qualità assistenziale. I dati relativi all’embolia di liquido amniotico e all’emoperitoneo spontaneo consentiranno di partecipare a uno studio multicentrico, coordinato dalla Rete di sorveglianza ostetrica internazionale Inoss (International Network of Obstetric Survey System). Si tratta, infatti, di condizioni troppo rare per permettere di raccogliere un numero di casi sufficiente per un’analisi statistica che faccia riferimento ai soli dati raccolti in Italia.
Dal 1 luglio 2017 la Toscana partecipa inoltre al
progetto pilota della mortalità perinatale denominato Surveillance Perinatal Italian Obstetric Surveillance System (SPItOSS), coordinato dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con tre regioni italiane, Lombardia, Toscana e Sicilia, e finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute. L’obiettivo generale del progetto è l’implementazione di un
modello pilota di sorveglianza attiva della mortalità in utero tardiva e della mortalità neonatale precoce nelle tre regioni, per produrre stime della mortalità perinatale e informazioni utili a prevenire i decessi perinatali evitabili.