12/4/2022
ISTAT ha da poco rilasciato le stime 2021 per alcuni indicatori strutturali delle dinamiche demografiche. Cogliamo l’occasione per approfondire la situazione della Toscana alla luce delle dinamiche nazionali e per cogliere alcune differenze interne a livello provinciale. Consulta il
documento completo ISTAT per ulteriori dettagli.
Il
2021 si chiude con un
nuovo saldo negativo per la popolazione toscana, che perde circa 16.500 unità in un anno. Al 1° gennaio 2022, secondo i primi dati provvisori, la popolazione toscana scende a 3.676.285 unità (-16.580 rispetto al 2021): -4,5 per 1.000 abitanti, calo leggermente superiore al -4,3 per 1.000 osservato in Italia. Tra le province toscane quella dove si osserva la riduzione maggiore è Massa-Carrara (-7,6 per 1.000), seguita da Livorno (-7 per 1.000) e Siena (-6,7 per 1.000). Tutte le province segnano comunque saldi negativi rispetto all’anno precedente, con Pisa che fa registrare la perdita minore (-1,8 per 1.000).
La diminuzione della popolazione è sostenuta dal
valore negativo del tasso di crescita naturale (differenza tra nuovi nati e decessi), non c’è infatti alcuna regione in Italia che registri più nascite rispetto ai decessi. Questo
gap non è
compensato dal tasso migratorio (differenza tra nuovi residenti da altre regioni o dall’estero e residenti che lasciano la nostra regione), frenato dagli effetti delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19, in particolare dalle limitazioni agli spostamenti introdotte per contenere il contagio. Il saldo tra nuovi ingressi ed uscite torna comunque a crescere in Italia e si tratta di un segnale positivo, dopo che nel 2020 aveva fatto registrare per la prima volta un valore negativo (ingressi dall’estero inferiori alle uscite). In Toscana nel 2021 il tasso di crescita naturale ha toccato il -6,8 per 1.000 abitanti (-5,2 in Italia), con un tasso migratorio pari +4,7 per 1.000 (+2,7 in Italia).
Figura 1. Tasso di crescita naturale (nuovi nati – decessi) e migratorio (ingressi – uscite) – Valori per 1.000 abitanti – Regioni e Italia, anno 2021 – Fonte: ISTAT
I toscani deceduti nell’anno sono stati 47.800, in leggero calo (-0,1%) rispetto al 2020. Il confronto tra 2021 e 2020 nella nostra regione mostra maggiore stabilità se paragonato alla situazione italiana, dove i decessi 2021 hanno segnato un -4,2% rispetto a quelli osservati nel 2020. Il deciso calo rilevato a livello nazionale è sostenuto fortemente dalle regioni settentrionali, in particolare da quelle a nord-ovest, che hanno segnato un -17,3% nei decessi rispetto al 2020 (-5,3% nelle regioni a nord-est). Le
forti differenze territoriali rispecchiano il diverso andamento dell’epidemia da Covid-19 nel nostro paese. Le regioni del Nord Italia sono state le più colpite durante le ondate nel 2020, con un conseguente aumento della mortalità che non si è ripetuto in maniera così intensa nel 2021. La Toscana si colloca in un contesto, quello delle regioni dell'Italia centrale, caratterizzato da un leggero aumento della mortalità 2021 rispetto al 2020 (+1,3%), mentre Sud e Isole vedono gli aumenti maggiori, rispettivamente con un +6,3% e +6,6% rispetto al 2020. Dopo aver colpito in maniera intensa il Nord Italia, infatti, la pandemia ha coinvolto tutto il paese a partire dagli ultimi mesi del 2020, comportando un aumento della mortalità nelle regioni centrali e meridionali, rimaste fino ad allora più protette grazie al
lockdown dei mesi di marzo-maggio 2020, seguito dalla stagione estiva.
Figura 2. Variazione della mortalità nel 2021 rispetto al 2020 – Valori percentuali – Zone geografiche e Italia – Fonte: ISTATIl
tasso di mortalità toscano nel 2021 è pari a 13 per 1.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di 12 per 1.000. La nostra regione è
tra quelle che registrano
valori più elevati, anche se è bene sottolineare che si tratta di tassi grezzi, non aggiustati per il potenziale effetto della struttura per età (più o meno anziana) di una popolazione rispetto alle altre. La
Toscana, ad esempio, è
tra le regioni d’Italia con la più alta percentuale di anziani e questo, a parità di altri fattori, può contribuire ad avere un maggior numero di decessi attesi.
Figura 3. Tasso di mortalità – Deceduti per 1.000 abitanti – Regioni e Italia, anno 2021 – Fonte: ISTATI deceduti per Covid-19 in Toscana nel 2021 sono stati poco meno di 3.900 (fonte: Monitoraggio nazionale della Protezione civile), pari all’8,2% del totale dei decessi osservati. Il dato è in linea con il valore italiano, che stima l’8,3% di decessi Covid-19 sul totale dei deceduti nell’anno. L’eccesso di mortalità prodotto dal Covid-19 nel 2021 nella nostra regione, rispetto al periodo pre-Covid 2015-2019, è più basso di quello osservato complessivamente in Italia: +6,2% rispetto al +8,1%. Dai dati dell’Istituto superiore di sanità emerge come l’
eccesso di mortalità riguardi in maniera
più intensa
gli uomini rispetto alle donne e gli anziani rispetto alla popolazione giovane e adulta, ma l’eccesso è apprezzabile già a partire dai 50 anni d’età.
L’
eccesso di mortalità maggiore nel 2021, con l’eccezione del Friuli-Venezia Giulia, si rileva
nelle regioni del Sud e nelle Isole. ISTAT sottolinea come al diverso andamento del contagio tra Nord e Sud, dal 2020 al 2021, può sommarsi l’effetto della diversa velocità con la quale si è sviluppata la campagna di vaccinazione anti-Covid-19 sul territorio nazionale. A fine 2021 l’86,7% della popolazione vaccinabile aveva ricevuto almeno una dose, l’83,3% aveva terminato il ciclo completo e il 36,2% aveva ricevuta la dose addizionale (
booster)
. Nel Nord il tasso di vaccinazione con ciclo completo era pari all’84,2% a fronte dell’81,6% nel Sud e nelle Isole. Per la dose
booster il Sud e le Isole si fermano al 33%, mentre il Nord è al 37,9%.
Figura 4. Eccesso di mortalità rispetto al periodo pre-Covid – Valori percentuali – Regioni e Italia, anno 2021 – Fonte: ISTATAll’interno del territorio regionale è
Massa-Carrara la
provincia con il tasso di mortalità più alto nel 2021, seguita da Siena e Livorno. Anche in questo caso ribadiamo che si tratta di valori grezzi, non aggiustati per l’effetto dell’età della popolazione residente. Rispetto al 2020 Massa-Carrara segna comunque un importante diminuzione della mortalità (-10%), mentre altre province mostrano variazioni positive. Anche nella nostra regione può aver inciso quanto detto in precedenza in merito alle diverse fasi della pandemia nei territori. La provincia di Massa-Carrara, ad esempio, era stata la più colpita in regione durante la prima ondata di marzo 2020, prima che sopraggiungessero gli effetti mitigatori del lockdown nazionale.
Gli
eccessi di mortalità più alti rispetto al periodo pre-Covid si rilevano
a Prato (+17,1%)
e Pistoia (+13%). Entrambe queste due province sono state duramente colpite dalle ondate che si sono succedute dall’autunno del 2020 fino all’inizio dell’estate del 2021. In generale, tutte le province nel 2021 confermano un eccesso di mortalità rispetto agli anni precedenti alla pandemia.
Tabella 1. Tasso di mortalità e variazione rispetto all’anno precedente e al periodo pre-Covid – Deceduti per 1.000 abitanti e variazione percentuale rispetto al 2020 o al periodo pre-Covid – Province e Toscana, anno 2021 – Fonte: ISTATUn
deciso effetto di questi eccessi di mortalità sulla speranza di vita alla nascita era già stato osservato nel 2020, quando le stime italiane erano tornate sui livelli del 2012, perdendo così in un solo anno i vantaggi accumulati negli ultimi otto. Nel 2021 le stime toscane sono stabili rispetto all’anno precedente, pari a 81,1 anni per gli uomini (stabili rispetto al 2020) e 85,2 anni per le donne (-0,1% rispetto al 2020). I valori italiani per il 2021 sono: 80,1 anni per gli uomini (+0,3 rispetto al 2020) e 84,7 anni per le donne (+0,2 rispetto al 2020). Come osservato per la mortalità, di cui la speranza di vita è il riflesso, nel confronto 2021 vs 2020 sono le regioni settentrionali a riguadagnare parte degli anni di speranza di vita persi nel 2020, mentre in quelle meridionali si osserva un’ulteriore riduzione. La
Toscana mantiene comunque valori superiori alla media italiana e si colloca tra le regioni con la speranza di vita alla nascita più alta: 2° regione tra gli uomini dopo il Trentino-Alto Adige, 5° regione tra le donne, dopo Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia e Umbria.
Figura 5. Speranza di vita alla nascita per genere – Valori in anni d’età – Regioni e Italia, anno 2021 – Fonte: ISTATPrato e Pistoia confermano una
situazione più critica rispetto alle altre province, coerentemente a quanto osservato nell’indicatore precedente relativo all’eccesso di mortalità generale, con una perdita maggiore in termini di speranza di vita rispetto al 2020. L’indicatore dà segni di ripresa in diverse province (Massa-Carrara, Firenze, Livorno, Pisa), ma anche per i valori provinciali vale quanto osservato a livello nazionale: l’entità di questa ripresa è piccola se paragonata alla perdita avuta nel 2020, basti pensare che nel 2019 la speranza di vita alla nascita in Toscana era pari a 82 anni per gli uomini e 86,2 anni per le donne.
Tabella 2. Speranza di vita alla nascita per genere e variazione rispetto all’anno precedente – Valori in anni d’età e variazione rispetto al 2020 – Province e Toscana, anno 2021 – Fonte: ISTATSono
in leggero aumento nella nostra regione le nascite, che segnano un +0,7% rispetto al 2020, quando però i nuovi nati avevano raggiunto un nuovo minimo storico.
A livello italiano prosegue invece il trend negativo, segnando un ulteriore calo del -1,3% rispetto all’anno precedente. Nonostante la lieve ripresa, il dato toscano resta comunque decisamente basso se paragonato alle nascite che avvenivano circa 10 anni fa. Nel 2021 sono nati circa 22.500 bambini in Toscana, pari a 6,1 ogni 1.000 abitanti (rispetto al 6,8 per 1.000 in Italia). Nel 2010 i nuovi nati in Toscana erano stati 8,7 ogni 1.000 abitanti, una diminuzione del 30% in 10 anni. Gli
effetti della pandemia sono andati quindi ad
aggravare un trend che era già in calo da molti anni, andando a minare ulteriormente la sicurezza e la stabilità economica delle famiglie. Oltre alle problematiche di natura economica, le restrizioni sul piano della mobilità residenziale e delle celebrazioni nuziali applicate dal marzo 2020 possono aver avuto un impatto psicologico con effetti sulle gravidanze portate a termine nel 2021.
Figura 6. Tasso di natalità – Nuovi nati per 1.000 abitanti – Regioni e Italia, anno 2021 – Fonte: ISTATIl
numero medio di figli per donna si è
assestato negli ultimi due anni su valori inferiori
a 1,2 (nel 2021 pari a 1,19), mentre era pari a 1,41 nel 2008. Il
dato toscano è
inferiore alla media italiana, pari a 1,25 figli per donna nel 2021 (era 1,44 per donna nel 2008 in Italia). La nostra regione ha valori tra i più bassi in Italia, dopo Sardegna, Molise, Basilicata, Lazio e Umbria. Contestualmente continua ad aumentare l’età media delle donne al parto, pari in Toscana a 32,7 anni (32,4 anni in Italia). Negli ultimi 20 anni questo indicatore è aumentato di quasi 2 anni in Toscana (da 30,9 anni d’età media del 2002), aumento in linea con il dato italiano.
A livello provinciale
nel 2021 la provincia toscana con i livelli di natalità più alti è Pisa, seguita da Siena, Arezzo e Firenze.
Figura 7. Tasso di natalità – Nuovi nati per 1.000 abitanti – Province e Toscana, anno 2021 – Fonte: ISTATIn conclusione, i
fattori che incidono sulla popolazione in questa fase sono molteplici. Oltre agli
effetti diretti della pandemia, in termini di vite perse e impatto su mortalità e speranza di vita, vanno considerati gli
effetti indiretti legati all’aumento dell’instabilità per le famiglie e le ripercussioni che questo può avere sulla scelta di avere figli, che vanno ad aggiungersi a trend negativi già in atto da almeno un decennio. Anche il contributo storicamente fornito al nostro paese dai flussi migratori, sia in termini di nuovi ingressi che di nuove nascite sul territorio, ha subito una decisa battuta d’arresto proprio a causa del rallentamento imposto agli spostamenti tra paesi. La
situazione toscana è sostanzialmente
in linea con il quadro nazionale, che presenta però un’
ampia variabilità territoriale da Nord a Sud, dovuta ovviamente a differenze storiche negli indicatori demografici strutturali considerati, alle quali sono andati a sommarsi gli effetti della pandemia che ha avuto una diffusione diversa, da regione a regione, per tempi e intensità. È possibile comunque leggere
segnali di assestamento nei valori di questi indicatori per il 2021, se confrontati con quelli del 2020, ma, considerata la latenza con la quale si modificano queste dinamiche demografiche, è plausibile che siano necessari più anni per recuperare il gap accumulato nel primo anno di pandemia e nella prima parte del secondo.
A cura di: F. Profili - Agenzia regionale di sanità della Toscana