Il concetto di
appropriatezza delle cure ha un ruolo fondamentale nell’ambito dell’assistenza sanitaria: determinate prestazioni o servizi si considerano adeguati se sono in grado di massimizzare il beneficio, minimizzando il rischio al quale il paziente va incontro quando ne usufruisce. Il progetto promosso da Slow Medicine “Fare di più non significa fare di meglio – Choosing Wisely Italy” si muove in questa direzione, nella convinzione che la spinta all’utilizzo appropriato delle risorse disponibili debba essere guidata da una precisa assunzione di responsabilità da parte dei medici, in alleanza con i cittadini. Le società scientifiche e le associazioni professionali italiane aderenti al progetto hanno prodotto una o più liste di 5 raccomandazioni su esami diagnostici, trattamenti e procedure che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non apportano benefici significativi ma possono, al contrario, esporre a rischi.
L’
Agenzia regionale di sanità della Toscana, partner di
Choosing Wisely Italy (CWI), sta fornendo un contributo al progetto in termini di
misurazione dell’adesione alle raccomandazioni prodotte, con un sistema di monitoraggio a supporto dei professionisti della salute della Toscana. Il lavoro, tra l’altro, è inserito in un più ampio progetto a carattere regionale sull’appropriatezza praticata che vede coinvolti i dipartimenti aziendali.
Questo rapporto presenta gli
indicatori di adesione alle raccomandazioni CWI delle discipline di area medica, che sono stati formulati con la collaborazione di clinici esperti e poi calcolati sulla base della disponibilità dei dati dai flussi sanitari e amministrativi correnti. I livelli di aggregazione di zona distretto e di presidio ospedaliero erogatore di servizi permettono di leggere la variabilità all’interno della regione. Da questa base è possibile partire per un confronto costruttivo sull’uniformità della pratica clinica in Toscana.