29/8/2024
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Monitoraggio esposizione ||   Monitoraggio impieghi  sostanze chimiche  ||   Sicurezza macchine agricole
In questa sezione sono riportati i principali risultati di indagini condotte in relazione al monitoraggio dell’esposizione a fitofarmaci sia in ambito professionale che extraprofessionale.

In relazione al primo gruppo è stato valutato sia l’ambiente professionale che l’esposizione dei lavoratori. È disponibile un dettaglio dei dati relativi a quanto effettuato nel 2002-2005.

In sintesi la valutazione ha avuto come obiettivo i lavoratori di alcune aziende florovivaistiche della Val di Nievole e di Pistoia misurando la presenza di due fitofarmaci: Methomyl e Glyphosate in campioni di urina, sulle mani, sul volto, sopra e sotto la tuta, oltre che nell’aria al momento dell’irrorazione e sulla soglia dell’ufficio e sulla cornetta del telefono.

I risultati hanno mostrato l’esistenza di un rischio di esposizione a sostanze chimiche nel florovivaismo, in particolare, ma non solo, durante le operazioni di trattamento. Lo studio sottolinea come il Glyphosate, sebbene irrorato sul terreno sia stato rilevato nell’aria all’altezza delle vie respiratorie. Risulta importante la formazione sull’uso dei DPI, sia per la loro scelta che per il corretto utilizzo, per diminuire il contatto diretto con le sostanze distribuite e su comportamenti atti a evitare la contaminazione di luoghi esterni 

Fra le esposizioni ambientali extraprofessionale è stato condotto un interessante studio in donne in gravidanza considerate a rischio di esposizione perché residenti a meno di 300 metri da un vivaio con l’obiettivo di documentare una trasmissione al feto, attraverso la ricerca di 6 diversi fitofarmaci nel meconio ovvero nelle prime feci del neonato. 

Lo studio è stato condotto nel 2008-2010 da U.O. di Pediatria dell’Azienda USL3 di Pistoia in collaborazione con il Laboratorio di Tossicologia occupazionale dell’Azienda USL10 di Firenze. Lo studio è stato anche oggetto di una tesi di laurea

Uno dei 50 campioni di meconio raccolti ha mostrato positività a Oxadiazon, confermando la possibilità, almeno per questa sostanza, di poter superare la barriera placentare.